LA SETTIMANA ENIGMISTICA TRA CARTE, DOCUMENTI, TRIBUNALI E L’ASSUNZIONE DI RESPONSABILITA’ DA PARTE DI TUTTI

Ci sono cose piccole che, invece, sono grandi. L’immagine di copertina (la trovate in alto sul sito nelle fotografie che ogni otto secondi si alternano) dà il titolo a questo articolo e si inserisce alla grande tra le piccole cose in questione. Si tratta di uno dei vari “giochi” di un recentissimo numero de “La settimana enigmistica”. Tra un cruciverba e l’altro – dove peraltro spesso, orizzontale o verticale che sia, ci finisce la parola “Spal” – c’è questo “Caccia alla differenza”. Un gioco qualsiasi, un’immagine qualunque ma un dettaglio particolare. Una scritta in mezzo a un mare di cose normali. Una scritta bellissima. W Spal. Così. Secca. Su di un muro dal sapore antico. Pensavo, mentre un’amica mi “postava” l’immagine in questione sulla bacheca di facebook quanto sia bello tifare per una squadra che molti non sanno nemmeno che città rappresenti ma tutti sanno che esiste. Spal, Ferrara, terza serie. Eppure salta fuori spesso questo acronimo singolare e a prima vista incomprensibile. E non solamente rivolto al passato. Ecco perché – ma i motivi sono anche tanti altri oltre all’ovvia appartenenza geografica – molti spallini (altro bellissimo nome derivato) sono così orgogliosi, nonostante la decadenza e malgrado l’oblio, di vantare il loro tifo. Ritrovarsi in un disegno di un muro de “La settimana enigmistica” non è proprio come ritrovarsi alle Maldive o a New York ma forse è anche più suggestivo. Lo penso, quindi lo scrivo, seriamente. A me, sarò (anzi sono) fesso e malato, questa cosa mi ha addirittura emozionato tanto da ordinare alla casa editrice quel numero del celebre giornalino per appassionati di enigmistica proprio per conservarlo. Ci ripensavo dovendo dare un titolo all’ennesima puntata di questa rubrica all’inizio di una settimana… appunto enigmistica o semplicemente ricca di avvenimenti e, tanto per cambiare, di suspance e di attesa.
In questi giorni avverà ufficialmente e da tutti i punti di vista il passaggio societario da Cesare Butelli a Piero Santarelli. Due persone e due imprenditori che definire opposti è fin troppo scontato. Eppure persino un butelliano di platino come me saluta con soddisfazione una notizia che è passata sotto traccia. Il fatto che la Spal abbia trovato un acquirente. Sembra scontato, forse, ma non lo era e non lo è affatto. Perché in tanti anni, da Donigaglia in poi, i nomi di imprenditori accostati alla società sono stati infiniti. Quelli realmente interessati e disposti e mettere denaro vero, invece… beh si fa veramente fatica ad arrivare a tre. Escludendo i Pagliuso (servono spiegazioni?) mi limiterei a Tomasi e allo stesso Butelli. Due mosche bianche, due persone anche qui diversissime accumunate da una fine simile. La disaffezione dei tifosi. Per motivi diversi ma il risultato è lo stesso. E così la Spal si è ritrovata ancora una volta alla ricerca di un padrone. Nessun ferrarese, inutile mettere il dito nella piaga anche se qualcuno negli ultimi tempi ha provato a organizzarsi ma troppo in ritrado (onore comunque al merito) ma un romano alla Gaucci attorno al quale si respira una forte diffidenza dovuta alla sua unica avventura nel calcio, a Messina, e ai modi da romano de Roma. Non ho avuto modo di conoscere il signor Santarelli, non ho notizie certe del suo passato imprenditoriale e calcistico, insomma in pratica non so nemmeno chi sia. So soltanto, e bene, che una società che deve soldi a fornitori, creditori, giocatori, allenatori, dipendenti non sia quel che si dice propriamente appetita. Ecco perché ho assistito, e con me tutta la redazione di questo sito, con molta prudenza alle voci che volevano mister ics o mister ipsilon interessato alla Spal tifando soltanto ed esclusivamente per il salvataggio della società. Resto tra i pochissimi a essere convinto che qualcuno, anche tra i detrattori della prima ora, rimpiangerà la presidenza e ancora di più l’uomo Butelli nonostante tanti ed evidenti errori, ma adesso è obbligatorio guardare avanti.
E avanti, appunto, c’è una settimana decisiva. Che dirà molte cose e altrettante ne vedrà succedersi con un calendario che definire fitto è riduttivo. Attorno a un incontro con la città o i tifosi e un’istanza fallimentare non saranno pochi – scusate se ritorno sul tema – quelli che zitti, nascosti e sottoterra continueranno a tifare per un assurdo, scandaloso, immorale fallimento. Ma andiamo oltre. Come i nostri lettori sanno, personalmente non ho mai commentato, se non salutandolo e ringraziandolo pubblicamente, l’addio di Renato Schena alla società e a seguire l’istanza di fallimento dell’ex Segretario Generale. Scrivo subito che di questa istanza penso malissimo, anzi peggio, ma sono certo che Renato non voglia far fallire la sua ex società ma soltanto avere i soldi che gli spettano – le interviste che ha rilasciato le ho lette e rilette infatti e voglio fidarmi dell’amore per la Spal sventolato e risventolato – e che quindi, almeno questo rischio verrà scongiurato presto. Sulla questione Schena, comunque, ritornerò presto perché ci sono molte cose che non si sanno ed è invece giusto fare chiarezza ma quando sarà il momento.
Il resto della settimana saranno i passi che dovranno compiere i cosiddetti romani. Pagare, innanzitutto, e poi (ri)sistemare una società che negli ultimi mesi è andata colpevolmente sbriciolandosi giorno dopo giorno. La storia, i giorni, gli eventi diranno i-ne-so-ra-bil-men-te se Santarelli e i suoi collaboratori saranno in grado di riuscirci oppure no. Io, almeno io, starò qui a vedere e anche a tifare. Ma non per Santarelli, Magi, Alunni o chi per loro. Per la Spal, invece. Per una Spal che va su “La settimana enigmistica”, si sente spesso e volentieri nominare in televisione, si legge nell’emozione e nei ricordi di vari addetti ai lavori eppure nessuno la vuole e la rispetta come si deve a una vecchia signora nobile, attempata, ma con vestiti sì di pregio anche se sgualciti, rammendati, rattoppati. In attesa che Federica Sciarelli si occupi dei famigerati, più che famosi, milanesi la Spal sta per essere da tutti i punti di vista – precisazione dovuta ai burocrati “cavillosi” – romana a tutti gli effetti. A parte la mia ovvia simpatia per tutti, meglio: quasi tutti, i miei concittadini credo che ci sia da ragionare proprio su questo unico dato di fatto. Nessun altro ha voluto veramente la nostra Spal. Adesso dovrà meritarsela, rispettarla, onorarla, possibilmente anche farla vincere. Ma per citare un bel titolo scritto dall’amico Augusto Bolognesi non può, e non deve, essere un problema a priori accostare scherzosamente l’acronimo S.P.A.L. a un altro come S.P.Q.R. Aspettiamo, vediamo, giudichiamo, magari vigiliamo e se sarà al caso, ma speriamo di no, contestiamo ma nel frattempo ringraziamo anche perché fallimento non è un acronimo, è una pura e semplice morte che la parola in questione, da sola, spiega benissimo.  E se si sarà qualcuno o qualcosa che metterà una firma su una procedura che si chiama appunto fallimento ci metta bello in stampatello il suo nome e il cognome e poi, però, accetti qualche piccolo consiglio. Quello di allenarsi bene, quello di raggiungere una forma fisica eccezionale, quello di avere un passaporto valido perché sarà il caso che corra veloce.

 

 

 

 

 

 

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