Mi bastano due telefonate e una mail per decidere di aggiungere questa precisazione alla mia rubrica pubblicata questa mattina. Mi riferisco in particolare alle ultime, minacciose righe. Premesso che la minaccia di cui sopra è ovviamente figurata e figlia della passione e di nient’altro, quando parlavo scrivevo di chi è chiamato a mettere una firma sulla procedura di fallimento, intendevo dire che chi lo farà, anche e solo (!) in presenza di garanzie sul recupero in tempi certi e brevi di quanto gli è dovuto, si dovrà poi assumere le responsabilità di un passo così decisivo. Anch’io, tanto tempo fa, presentai un’istanza di fallimento nei confronti di un giornale presso cui lavoravo a causa del mancato pagamento di otto stipendi, e so bene cosa significa restare senza soldi dovuti e guadagnati per mesi, e non mi permetterei mai di entrare nel merito delle valutazioni di chi si trova a decidere se intraprendere o portare avanti un’azione simile. Dico semplicemente che io, a suo tempo, ebbi la fortuna di poter ritirare la mia istanza perché mi vennero date le necessarie garanzie, e così riuscii a riscuotere i miei legittimi crediti nei tempi prefissati. Ecco, io mi auguro che ciò accada anche a tutti coloro che in questo momento si trovano nella stessa situazione. E mi auguro anche che chi ha il solo interesse di arrivare al fallimento per secondi fini oscuri, sia messo in condizione di non nuocere: non solo alla causa della Spal, ma anche e soprattutto a quella dei creditori in difficoltà.