Abbiamo raggiunto al telefono Piero Santarelli, a oggi unico candidato disposto a campionato in corso a rilevare la Spal 1907 (che quindi evitarerebbe il fallimento) e a prendere il posto di Cesare Butelli, nei prossimi giorni, sulla plancia di comando della società di via Copparo in qualità di Presidente. Dopo una notte trascorsa a sfidare la neve e una mattinata frenetica, trascorsa invece a fare quadrato con i suoi uomini di fiducia Andrea Mongiardini e Raffaele Russo, a cui si sono aggiunti altri tre commercialisti, Giuseppe Valentinuzzi, Carlo Nezzo e Marcello Toni oltre a un perito contabile amministrativo, il Presidente della finanziaria Fincassia, nonché costruttore edile e titolare di aziende di servizio attive a livello nazionale e in particolare nel settore dell’autonoleggio, si è prestato durante una pausa dai conti e dalle scartoffie che lo stanno letteralmente prendendo di mira sin dal giorno del suo arrivo a Ferrara, a rispondere ad alcune delle nostre domande per cercare di fare un po’ di chiarezza e spiegare ai lettori e ai tifosi le sue intenzioni alla vigilia di dieci giorni di fuoco che lo vedranno protagonista indiscusso assieme ai suoi soci, per far fronte alle ormai note impellenti e improrogabili scadenze societarie.
Da giorni state lavorando senza sosta nel tentativo di trovare il bandolo della matassa e di far quadrato tra voi e tra i quintali di scartoffie negli uffici di via Copparo. A che punto siete con la prima e imminente scadenza fissata a martedì?
“Mi permetta di precisare una cosa prima di iniziare, ci tengo a farlo: c’è qualcuno, di cui non voglio fare il nome prima di lunedì, che ha cercato questa mattina di contattare l’avvocato Montalto senza prima parlare con me. Questo qualcuno, sta sbagliando due volte: intanto perché non vuole il bene della Spal e questo mi pare evidente, poi perché questa persona sta avendo dei pregiudizi, degli argomenti errati per arrampicarsi sottobanco sugli specchi, per mettere probabilmente anche me in cattiva luce. Lunedì faremo emergere la verità, risponderemo concretamente a questa persona di cui faremo il nome, con i fatti e tutti sapranno che futuro avrà la Spal. Vorrei anche aggiungere un’altra cosa se mi è concesso”.
Prego.
“Siamo partiti all’una di notte, in macchina, da Roma, ci vogliono normalmente quattro ore, ce ne abbiamo messe dieci per via del cattivo tempo. Nella zona dell’Appennino Dio solo sa come siamo riusciti a venirne fuori da una tempesta incredibile che ci ha reso la vita a dir poco difficile, non si vedeva niente. Abbiamo guidato in condizioni proibitive, lo abbiamo fatto mettendo in serio pericolo la nostra incolumità e mettendo le nostre famiglie in stato di profonda agitazione e preoccupazione sfidando neve e ghiaccio pur di essere qui questa mattina puntuali a fare il nostro lavoro: non siamo eroi, per carità, non abbiamo fatto nulla ancora, ma tutto questo glielo dico e mi preme sottolinearlo perché noi questa mattina avevamo un appuntamento con una persona, che ha pensato bene però di disdirlo tramite terzi e all’ultimo momento, neanche parlando direttamente con il sottoscritto. Adesso lei mi deve dire se questo è un comportamento civile e se non posso riservarmi di prendere una decisione definitiva lunedì. Non lo faccio per cattiveria, ma non ci stanno dando modo di lavorare come vorremmo. Bastava convocarci no? Comunque non è un problema insormontabile, di forma e di stile però sì. Andremo avanti fin dove riterremo opportuno farlo, tra quarantotto ore faremo emergere in modo chiaro le verità della Spal e io farò il nome e il cognome di quella persona a cui mi sto riferendo adesso”.
A questo punto dalle sue parole si evince chiaramente che tifosi e dipendenti non possono ancora dormire sonni tranquilli tra due guanciali, aldilà del preaccordo stipulato tra lei e il Presidente uscente, ma tuttora in carica, Butelli.
“Mi creda, avrò tanti difetti ma in questo momento se facessi delle promesse che poi non riuscirei a mantenere passerei per un disonesto, mentre Santarelli è una persona onesta e trasparente la cui condotta è mirata a fare il bene non solo della Spal ma anche delle sue società e in maniera limpida. Non abbiamo certamente trovato la situazione che ci aspettavamo, eravamo molto lontani dal pensare a certe cosucce che, mi dica lei, se non posso definire furbate. Gliene rammento una, il contratto del signor Pozzi di tre anni a cifre mica da ridere: ora lei mi deve spiegare come sia possibile. Quando un socio con noi ha litigato ed è andato via mica gli abbiamo fatto un contratto capestro, se così si può definire. Io non so nemmeno se un presidente possa fare contratti a certe cifre. Quando l’ho vista questa cosa non sapevo più che nome darle, una furbata mi è sembrato il modo più carino, lei che dice?”.
Dico che chiederemo anche a Pozzi la sua versione. A proposito di cifre e di soldi, si sa che dal suo arrivo a Ferrara ha dovuto subito far fronte alle prime mancanze tirando fuori di propria tasca qualche “spicciolo”, se così vogliamo chiamarlo.
“Guardi, non sono abituato a farmi pubblicità e non voglio iniziare adesso. Mi piacerebbe che la città mi riconoscesse per quello che concretamente farò e non per le spesucce normali di gestione di un club. Ma questo, ripeto, dipende dalla volontà di chi ci sta, come dire, leggermente disturbando e questo non va bene perché non gioca a favore nostro e nemmeno a favore della città o della Spal. Il tempo che ci rimane per prendere visione di tutte le cose è pochissimo e quello per prendere una decisione ancor meno. Mi va solo di dire che abbiamo fatto di tutto per giocare con il Como, il Prefetto ha giustamente deciso per il rinvio perché a suo dire mancavano le condizioni di sicurezza necessarie per lo svolgimento della partita e ne prendiamo atto, ma la nostra parte, come società delegata ad agire, abbiamo fatto il necessario”.
Da quello che si evince non le è balenato in testa almeno una volta negli ultimi giorni un bel “chi me l’ha fatto fare di venire a Ferrara”?
“No, assolutamente no, guardi che qui Ferrara non ha colpe, la Spal anche meno. Di fronte a me si è palesata l’ennesima situazione sbagliata purtroppo. Mi va bene lo stesso, io devo dimostrare di essere bravo anche qui di risollevare le proprietà e le aziende. Certo qualcuno avrebbe potuto vigilare di più e meglio su quel che stava accadendo e non mi sto certo riferendo a voi della stampa, queste sono cose impossibili da sapere, avreste dovuto vivere qui, tra i muri della sede per scoprire certe cose. Magari avrete anche avuto dei sospetti, non mi permetterei mai di dire che non siete bravi nel vostro mestiere, ma come giustamente lei dirà un conto è pensare che siano successe certe cose e un conto è averne le prove. E nessuno poteva averle se non chi viveva qui o sapeva perché ne veniva direttamente informato. Ci sono cose non di vostra competenza, sia chiaro, ma dove solo tecnici del settore possono dare giuste risposte e capire i fatti nella loro completezza”.
Una battuta sull’ennesimo rinvio in campionato: dopo Lumezzane la neve ferma anche la sfida con il Como.
“Sembra proprio che anche il meteo voglia aspettare che si chiarisca la situazione societaria della Spal prima di far scendere in campo i ragazzi”.
Se verranno confermate le ipotesi che circolano riguardo il recupero con il Como, la Spal dovrà giocare dal 19 febbraio al 4 marzo ben cinque partite in appena due settimane, un ritmo a dir poco vertiginoso, quasi da Champions League.
“Guardi, mi lasci passare la battuta, vorrà dire che nel caso ci fosse bisogno di dare una mano andremo in campo anche noi, ne guadagneremmo in aspetto fisico e in salute, questo mi pare evidente”.
Sappiamo che nei giorni scorsi ha avuto modo di confrontarsi con dipendenti, squadra e allenatore. Sensazioni?
“L’allenatore è una brava persona, si vede. Mi piacerebbe lavorare con lui, ha voglia di fare bene, sta dando tutto e trasmettendo il massimo ai ragazzi. I dipendenti ci hanno visto, abbiamo parlato, sanno e vedono che stiamo lavorando, dovete però domandare a loro l’impressione che abbiamo fatto, non a Santarelli. Della squadra non posso dire molto, non li ho incontrati tutti ancora, sono come tutti in attesa di buone notizie. Che vuole che le dica? Speriamo di essere nelle condizioni di potergliele dare al più presto”.
E’ fiducioso che la situazione alla fine abbia un risvolto positivo?
“Io sono fiducioso che una cosa che nasce tonda possa pure diventare quadrata a un certo punto, a patto però che mi diano tutti gli strumenti e il modo per fare del nostro meglio. Siamo qui con tre commercialisti e un perito contabile amministrativo oltre ai miei soci Russo e Mongiardini e a Magi e Alunni che si occupano però più di questioni di campo. La città di Ferrara e i tifosi devono sapere che la nostra parte la stiamo facendo, lunedì daremo il nostro responso e saprete tutti se quello che abbiamo fatto insieme ai mezzi che ci hanno dato per poter operare sono stati sufficienti oppure no”.