RICOMINCIA A OLTRANZA LO SCIOPERO DEI DIPENDENTI E ANCHE IL SETTORE GIOVANILE ANNUNCIA L’ASTENSIONE DALLA PROSSIMA SETTIMANA: ASPETTIAMO FATTI CONCRETI

Deve essere il destino. Che definire beffardo è poco. Il giorno dopo una bella vittoria e alcune indiscrezioni circa una vicina risoluzione della situazione economica della Spal attraverso la cartolarizzazione del fotovoltaico, ecco che arriva l’ennesima brutta, anche se prevedibile, notizia. Ricomincia infatti lo sciopero dei dipendenti della società visto che a oggi non hanno ancora ricevuto gli stipendi dovuti. Lo sciopero comincerà domani e proseguirà a oltranza fino a quando gli stessi dipendenti e la rappresentanza sindacale non avranno ricevuto risposte dalla società. Abbiamo sentito in merito Glauco Melandri, il rappresentante del Sindacato che tutela i diritti dei dipendenti del club: “Da quando c’è stata l’udienza in tribunale che ha scongiurato il fallimento attraverso la nascita della società ArsLab abbiamo tenuto responsabilmente un profilo basso in modo da agevolare i dipendenti ma anche la società, la squadra e la città. Il mancato fallimento è servito a far avere i soldi sbloccati dalla Lega per i giocatori della prima squadra ma a oggi ArsLab non si può accollare gli stipendi arretrati e neppure quelli che i dipendenti matureranno fino al 28 marzo, data della prossima udienza nella quale speriamo, noi per primi, che tutto vada a posto anche perché se non ci fossero cose concrete si andrebbe verso il fallimento e in quel caso una parte dei crediti dei dipendenti, circa due terzi, verrebbero persi. Ci rivolgiamo dunque al Presidente Butelli con questo sciopero, pur sapendo che si lavora per salvezza della Spal, per invitarlo a tutelare la dignità lavoratori che da domani si fermano a tempo indeterminato fino a quando non ci saranno risposte concrete. Decidendo questo ci siamo premuniti che questa nostra decisione non ostacolasse i discorsi in ballo con ArsLab. Anche il Settore giovanile ha espresso solidarietà ai dipendenti visto che da mesi non riceve stipendi, e senza risposte concrete sospenderà l’attività agonistica da lunedì. Una decisione, anche questa, che dà il senso di un’unica famiglia che però ha diritto a vedere fatti reali e non altre promesse”.
E sul probabile sciopero da lunedì del Settore Giovanile abbiamo sentito anche Franco Fabbri, allenatore del vivaio e oggi presente all’incontro con Sindacato e dipendenti: “Pensiamo sia giusto essere solidali visto che le risposte non arrivano. Fino a domenica faremo quello che abbiamo sempre fatto, poi molti di noi, forse non tutti, si fermeranno. E’ l’ultima cosa che vorremo fare ma siamo costretti”.

Non è che ci sia molto da commentare. La situazione resta di totale emergenza e la liquidità della società resta allo stesso punto. A zero, cioè. Di sicuro lo sciopero del Settore Giovanile avrebbe ripercussioni ancora più pesanti. Prima di tutto dal punto di vista sociale visto che ci sono centinaia di ragazzi lontani dalle famiglie, e poi anche perché, aldilà del danno di immagine, se le squadre del Vivaio non giocassero ci sarebbero conseguenze anche per la prima squadra che rischierebbe l’ennesima penalizzazione. Vedremo che cosa succederà nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Stando ad alcune indiscrezioni la società si stia muovendo – a prescindere dal discorso fotovoltaico – in varie direzioni: sul fronte Lega per chiedere lo sblocco di un altro credito vantato in modo da far fronte a questa nuova e ancora più preoccupante emergenza e su altri fronti che non conosciamo. E’ fuori discussione, ma non è soltanto un dato di fatto dettato dalle regole e da quanto sancito dal tribunale pochi giorni fa, che sia la proprietà attuale a dover far fronte ai problemi economici che ci sono ma è un altro dato di fatto che, tolta la quotidianità che si aggira sui trentamila euro al mese, soldi in cassa non ce ne siano. E’ brutto, triste, preoccupante, avvilente e così via ma questa è la dura realtà. I dipendenti e tutti gli altri che non hanno ricevuto alcun stipendio hanno ogni sacrosanto diritto di protestare e di scioperare, ci mancherebbe altro, e speriamo che questo ennesimo allarme serva a far sì che chi può, dall’attuale proprietà alle altre parti in causa interessate all’acquisto del club, magari studiando formule e modi dovuti oltre che eventuali rimborsi nel caso che il passaggio di proprietà non avvenisse, metta una mano alla coscienza e un’altra al portafogli perché alle situazioni gravi i tifosi spallini sono purtroppo abituati ma questa – e insisto sull’aspetto sociale che rischia di passare in secondo piano rispetto al danaro – è gravissima e deve essere assolutamente risolta entro una settimana al più tardi. Una sola domanda, retorica: ma quando si è deciso il rinvio del fallimento e si è stabilito che almeno fino alla prossima udienza tutto resta sulle spalle dell’attuale proprietà come si poteva pensare che sarebbero usciti finalmente i soldi (dalla stessa dirigenza) se da mesi non c’erano come dimostrato dai fatti tanto che siamo qui a scrivere ancora di uno sciopero sacrosanto per stipendi non pagati da mesi e mesi? Mah.

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