A seguito dell’ennesimo, increscioso accadimento riconducibile alle attuali difficolta, la società Spal 1907 spa, nella persona del presidente Cesare Butelli, tiene a precisare che pur nell’assoluto rispetto dei diritti dei lavoratori, ivi compreso quello di scioperare, trova del tutto fuori luogo ed inammissibile la diffida ricevuta quest’oggi dalla segreteria SLC CGIL, che contesta il nostro presunto ricorrere a personale esterno per lo svolgimento delle mansioni viceversa a carico dei dipendenti in sciopero. Contestazione priva di fondamento, poichè tali mansioni sono svolte in primo luogo dal personale che, esercitando a sua volta un preciso diritto, ha deciso di non scioperare, coadiuvato da volontari tifosi della Spal che a titolo NON oneroso si sono resi disponibili tanto ora quanto in passato nel prestare la loro encomiabile opera a favore dello svolgimento della nostra attività, che nella fattispecie, al di là delle facili battute pronunciabili in questo momento, è volta a fornire uno spettacolo, il cui regolare svolgimento consideriamo innanzitutto un dovere. Questo continuo andirivieni dalla sede della Spal a quello della segreteria del sindacato comincia ad essere peraltro sospetto. La situazione è ben nota, sono in atto trattative in corso per la cessione della Società e persino il giudice fallimentare ne ha preso atto rinviando il proprio giudizio, ritenendola ben avviata. Ai dipendenti non è stata fatta nessuna promessa diversa da quella fatta agli altri creditori, e cioè che alla fine di marzo verranno soddisfatti da chi rileverà la società. Ma poiché, mentre dei numerosissimi lavoratori licenziati da aziende sconosciute, e senza alcuna prospettiva, non importa nulla a nessuno (se non alla loro famiglia), ecco che quando si parla di Spal tutti drizzano le antenne. Ne sono tutti ben consapevoli, a maggior ragione coloro che hanno tornaconto nel vedere le notizie pubblicate dai media, anche nazionali. Dicevamo prima che pure in passato (siamo al terzo sciopero ci sembra) siamo stati aiutati da volontari, senza però urtare la suscettibilità di nessuno. L’iniziativa di quest’oggi ci pare pertanto un po’ isterica. E chissà, magari è stata pensata perché abbiamo giudicato assolutamente fuori luogo la richiesta avanzata delle maestranze in sciopero di segnare le giornate di assenza prossime venture come ferie… Come si dice in questi casi? Botte piena (titoli sui giornali e solidarietà scandalizzata della pubblica opinione) e moglie ubriaca (busta paga non penalizzata da assenze non retribuibili)… Coerenza, questa sconosciuta…