Era tempo che non si sentiva così tanto l’attesa di una partita. Una partita da vincere assolutamente. L’ingresso con tanto di album delle figurine della Spal (che sicuramente faranno in tanti, giovani o anziani che siano), una temperatura non più calda… tutto sembrava ottimale. Più pubblico del solito, almeno vicino a me. Diverse le persone che nelle domeniche precedenti non c’erano.
“Oh, inquo stior chi i sla fa sota, ial sa che en batù la Ternana!”. Si parla del più e del meno, dell’assenza di Castiglia, della classifica “che adess l’an fa brisa acsì schiv”, e si parte. La Spal crea occasioni, ma “ag vol anc dal cul, as sa, dil volt at vinzi con na scarabuzlona, di altar at domini e tag ciapi dentar, l’è al zog dal fotbal”, ma in nessuna si gonfia la rete. E’ comunque un pubblico positivo, questi ragazzi sono da tutti apprezzati, “an ghè nient da dir, lor i ha sempar zugà anc senza tor un baiocc”, non vengono rimproverati negli errori, e a me questo sembra il clima giusto, assolutamente giusto poiché rispettoso verso persone che corrono e si dannano per salvare la Spal, almeno sul campo, il resto non compete a loro. Un sussulto negativo solo quando il mister sostituisce un ottimo Bedin, ma nulla più, la convinzione è quella di potercela fare, di dovercela fare, pur dopo il gol della Reggiana con l’unico tiro in porta fino a quel minuto, raggela e preoccupa, si chiedono i risultati degli altri campi: “S’ei dre far al Monza el Como?”. Ma poco conta, bisogna agguantare il pareggio per poi sperare in una vittoria. Ma non arrivano né uno né l’altro, cazzo.
“En mina merità ad perdar, lor iè propria trist”, si sente dire in giro, ma il saggio anziano presente alla Spal da sessant’anni ricorda, chiudendo una giornata che doveva essere di speranza: “Il partid is vinz e is perd, nu en pers, anzi, a parden spess, e acsì as va zò. Mi al so ben”.
No, non si va giù, si lotta fino alla fine, vuoi proprio che la palla sia tonda e giri solo per gli altri? Forza Spal!