SPAL NEL BARATRO: IL SOLITO CESCA E BOMBER MARCHI CONDANNANO I BIANCAZZURRI ALLA SECONDA DIVISIONE. SPAREGGI ANCORA FATALI, SI ALLUNGA LA TRADIZIONE NEGATIVA

SPAL-PAVIA 0-2 (0-0)
SPAL (4141):
Capecchi; Ghiringhelli, Zamboni, Pambianchi, G. Rossi (dal 18’ s.t. Fortunato); Bedin (dal 33’ s.t. Taraschi); Cosner, Agnelli, P. Rossi (dal 15’ s.t. Marconi), Laurenti; Arma. A disp.: Costantino, Beduschi, Canzian, Migliorini.
All.: S. Vecchi.
PAVIA (442):
Facchin; Capogrosso, Fissore, Fasano, Pezzi; Statella (dal 18’ s.t. Gheller), Meza Colli (dal 43’ s.t. Meregalli), Carotti, Cinelli; Cesca, Falco (dal 25’ st. Marchi). A disp.: Cacchioli, Galassi, Verruschi, Ancora.
All.: Roselli.
ARBITRO:  Roca di Foggia (Assistenti: Di Vuolo e Giampetruzzi. Quarto ufficiale. Bellotti).
MARCATORI: 6’ s.t. Cesca (P),  34’ s.t. Marchi (P).

AMMONITI: Fissore (P), Agnelli (S), G. Rossi (S), Bedin (S), Fortunato (S) e Marconi (S).
NOTE: giornata afosa, temperatura estiva, terreno in ottime condizioni. Spettatori 2.800 circa (2.565 paganti, per un incasso di  € 32.979) con sparuta rappresentanza di tifosi ospiti.
Angoli: 4 a 3 per il Pavia. Recupero: pt 0′, st 5’.

FERRARA – La Spal saluta dopo quattro stagioni la Prima divisione: un sesto posto, un settimo, un decimo e un quindicesimo culminato con il ritorno in Seconda divisione dopo i playout in una escalation di risultati negativi, in campo e fuori. I fatti raccontano che la Ferrara sportiva sarà obbligata a ricominciare mestamente da dove Cesare Butelli aveva acquistato i biancazzurri prima del ripescaggio nel 2008. A meno di clamorose riforme (serie C unica che di fatto vorrebbe dire annullamento delle retrocessioni), decisioni incredibili e impensabili (c’è sempre il Tnas che deve pronunciarsi il prossimo sette giugno in merito ai due punti che la società di via Copparo chiede in restituzione in merito all’ultima penalizzazione) sarà quarta serie nazionale. Senza dimenticare che a fine giugno si giocherà in Tribunale la partita più importante e difficile, in cui si scoprirà a quale destino i biancazzurri andranno incontro: insomma l’estate, che deve ancora iniziare, si annuncia bollente.
Non porta bene il colore amaranto visti i due playoff persi contro Portogruaro e Paganese tra il 2006 e il 2008 e il playout odierno contro il Pavia e porta altrettanto male arrivare quindicesimi in campionato: nell’unica e ultima volta che i ferraresi erano stati costretti agli spareggi per non retrocedere, era il 1997, la Spal veniva superata dall’Alzano e condannata a un (solo) anno di purgatorio nel sottoscala del calcio professionistico.
Il Pavia non ha rubato nulla e si salva con pieno merito. La Spal, in una giornata triste e con la mente rivolta al terremoto di sette giorni fa, con due risultati utili a disposizione su tre è scesa in campo dando a tutti la chiara impressione di voler salvare il pari, iniziando infatti a giocare solo dopo il gol del solito Cesca (tre gol dei sei totali siglati in quattro partite giocate contro i ferraresi in questa stagione) al sesto della ripresa. L’azione nasce sulla corsia di destra del settore offensivo pavese: Falco riesce a tenere in campo un pallone impossibile e destinato a perdersi sul fondo, palla all’indietro per l’accorrente Statella che mette in mezzo dove Cinelli (nell’unica cosa buona della sua partita) sbuca dal nulla e di nuca trova l’assist decisivo per l’accorrente Cesca che beffa la retroguardia estense e infila un incolpevole Capecchi. Troppo poco ha fatto la squadra di Stefano Vecchi per poter pensare di meritare una salvezza in questa doppia sfida. Vero, questi giocatori, usciti dal campo tra gli applausi scroscianti della “Campione”, oggi non sarebbero dovuti nemmeno esserci a giocare questi playout, li avrebbero potuti comodamente guardare dalle poltrone di casa loro: quarantadue punti fatti, senza contare gli otto di penalità, cioè un decimo posto conquistato sul campo, rendono ancora più amara una delle giornate e delle annate più tristi della storia spallina. Retrocedono loro, è vero, ma di responsabilità, se non quella di aver sempre sbagliato le gare decisive (che non è comunque cosa da sottovalutare), ne hanno ben poche e bisogna chiedere spiegazioni altrove se oggi Arma e compagni sono usciti in lacrime scendendo le scalette del “Paolo Mazza”.
Al Pavia va dato l’onore delle armi e il merito di averci creduto fino alla fine. Complimenti a Roselli, capace, con la vittoria di Ferrara, di portare a casa la quinta vittoria esterna della sua gestione in nove gare riuscendo in due partite a subire zero gol con la difesa più perforata di tutto il torneo (cosa mai successa negli ultimi due anni). Tutto merito di un Falco strepitoso che ha fatto ammattire il povero Giovanni Rossi e con un Cesca e un Marchi in più nel motore, risultati alla fine decisivi proprio come si augurava alla vigilia il mister di adozione umbra, senza dimenticare una partita praticamente perfetta di Carotti a centrocampo, Meza Colli (nell’inedita posizione di mediano davanti alla difesa per contrastare Arma) e Fissore in difesa. Troppo macchinosa e leziosa la manovra spallina, poco più che il solletico hanno fatto ai guantoni di Facchin le rare conclusioni di Laurenti e Arma in novanta minuti. Gladiatorio come sempre Bedin, assente ingiustificato in questa doppia sfida, invece, Agnelli, apparso irriconoscibile e in grande difficoltà. Simbolo della partita, ma soprattutto della stagione disgraziata dei ferraresi è l’incrocio dei pali colpito da Marconi poco prima del secondo gol pavese siglato dall’appena entrato Marchi: Carotti è ancora una volta bravissimo a far ripartire i suoi, lancio millimetrico per l’attaccante romagnolo che sulla ripartenza elude l’intervento troppo morbido di Ghiringhelli (che lamenta anche una manata non ravvisata dal direttore di gara) e si invola tutto solo verso la porta dei ferraresi e lì, con un perfetto diagonale, preciso e potente, batte per la seconda volta Capecchi. E’ il gol che, a dieci minuti dal termine, chiude match e discorso salvezza, mentre cala un assordante silenzio al “Mazza” e in gradinata è, come giusto che sia, grande festa tra i cinquanta supporters arrivati da Pavia.
Per la Spal adesso è tempo di pensare al domani tra mille interrogativi e nessuna certezza, tranne quella che è retrocesso un gruppo eccezionale di giocatori che per questa maglia ha dato tutto quello che poteva dare in condizioni assolutamente deficitarie. Il futuro, dalle parti di via Copparo, all’orizzonte, è denso di nubi minacciose nonostante il calendario indichi – almeno sulla carta – che la stagione più bella è alle porte.


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