BUTELLI-PELLICCIONI, SI TRATTA MA VIGE ESTREMA CAUTELA SUL POSSIBILE ESITO. SILENZIO SU AMBO I FRONTI, E NON MANCANO INDISCREZIONI CONTRADDITTORIE

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C’è da giurare che possa essere stata una giornata particolarmente rovente per la linea telefonica Lucca – San Marino. Da una parte i professionisti che curano gli interessi di Cesare Butelli, dall’altra il commercialista Fabrizio Dominici, referente “tecnico” per la cordata di imprenditori guidata da Oreste Pelliccioni. Contatti continui per mettere a punto una trattativa non facile, ma che potrebbe decollare con il passare delle ore. I precedenti recenti tuttavia inducono a restare estremamente cauti: si ricorderà senz’altro quando a febbraio il passaggio di consegne al romano Piero Santarelli sembrava cosa fatta, così come pareva imminente un subentro dello stesso Pelliccioni in un secondo momento, salvo poi saltare tutto. 
Ora a giocare a favore del sammarinese e dei suoi compagni di cordata potrebbe esserci il tempo: i giorni per garantire alla Spal l’esistenza nei professionisti sono sempre meno, con i soldi da reperire che rimangono tanti. Lo stesso Pelliccioni nicchia al momento di farsi trovare al telefono, limitandosi poi a professare una cauta forma d’ottimismo. Lascia intendere che non è il momento delle parole, ma dei fatti. Una riservatezza legittima, seppure rischi di alimentare ulteriormente l’ansia dei tanti innamorati della Spal che si augurano un epilogo felice dopo lunghi mesi di incertezza. Detto questo, nel pomeriggio si era diffusa la voce che la trattativa potesse esserci inceppata: la ragione non si riesce ovviamente a conoscerla, avvolta com’è dalla spessa coltre del silenzio attorno alle questioni in casa Spal.
Il dubbio sorge spontaneo: davvero Butelli ha la possibilità di declinare l’attuale offerta sul piatto e intraprendere altri percorsi per tentare di salvare la società biancazzura? E se sì, di cosa si tratta? La vendita dei crediti del fotovoltaico o addirittura un acquirente misterioso per la squadra? Nel caso della prima ipotesi è ancora fresca la delusione ricevuta dalla finanziaria Il Gioiello che in linea teorica avrebbe dovuto garantire liquidità per oltre tre milioni di euro, con la prima parte da stanziare il 15 giugno, ormai venti giorni fa. O almeno così recitava l’ultimo dispaccio ufficiale ancora consultabile sul sito ufficiale dell’Ars et Labor. È chiaro che vendere una società di calcio non equivale a vendere il proprio tagliaerba al vicino da casa e vanno soppesate decine di variabili, ma qualsiasi ulteriore ipotesi di salvataggio al momento sembra un azzardo.
La speranza è quella di essere smentiti dai fatti, anche se il logoramento ha raggiunto il massimo livello. Sembra surreale doversi svegliare ogni mattino con la speranza che sulla scena irrompa qualcuno o qualcosa capace di dare pace alla Spal, sia esso un imprenditore o un istituto di credito. Non dovremmo parlare invece di allenatore, di ritiro, di mercato, sognare qualche gol o qualche impresa? Per il momento pare di no. Resta solo da aspettare, è lecito credere che già entro la serata di domani potremo avere qualche elemento in più riguardo alla trattativa avviata con Pelliccioni. L’insonnia continua e potrebbe durare altre due settimane, nella peggiore delle ipotesi.

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