Un calcio pazzo, un calcio sempre più malato e chiacchierato, un calcio senza capo né coda. La realtà è sotto gli occhi di tutti. Fa male, come abbiamo detto più volte sulle pagine del nostro giornale, vedere intere città spazzate via dal professionismo in meno di un amen. Parliamo di Piacenza, Foggia, Taranto o Siracusa. E magari anche di Ferrara che lotta, in questi giorni, per ripartire, almeno dalla D. Quante piccole o medie realtà, al contrario, stanno risalendo e prendendo sempre più spazio, senza avere, con tutto il rispetto, neanche la metà dell’appeal di chi invece, da domani, sarà costretto a una lunga rincorsa prima di tornare ancora in auge. Tritium, Feralpi, Sudtirol, Santarcangelo, Fondi, Vigor Lamezia, Gavorrano, Entella (che potrebbe addirittura ritrovarsi in Prima divisione se questa sera verrà accettato dal Consiglio federale la domanda di ripescaggio) e ancora Cuneo, Martina Franca, Pontedera, Valle D’Aosta, Renate e altre ancora che dimentichiamo. Sono loro le nuove realtà che fanno gola degli ultimi due gradini del professionismo.
Nel frattempo sono a spasso, dopo l’ultimo taglio in Lega Pro, oltre duecento professionisti che, con ogni probabilità, troveranno squadra solo nell’ultima parte di mercato con tutti i problemi del caso (su tutti quello della preparazione, perché allenarsi in un gruppo non è mai come allenarsi da soli), oppure saranno addirittura costretti a ripartire da categorie inferiori pur di continuare a inseguire il sogno di fare il calciatore. La Spal di Cesare Butelli è una di quelle società che ha lasciato per strada diversi protagonisti dell’ultimo torneo in biancazzurro: da Maurizio Bedin a Luca Capecchi, da Marco Zamboni a Luca Castiglia passando per Cristian Antonio Agnelli, Nicola Canzian, Andrea Cosner, Andrea Migliorini e Michele Marconi. Siamo convinti che alla fine nessuno di loro resterà a guardare ma, è un fatto, non è uno dei periodi più belli per fare il calciatore. E’ un momento complicato. Di difficoltà vera.
Per sentire come la pensa di tutto questo ma anche tanto altro, abbiamo deciso di contattare l’ex centrocampista biancazzurro Giorgio Zamuner, oggi impegnato nella carriera di procuratore. Da Ferrara sono passati (e magari passeranno) alcuni dei suoi assistiti, come Jacopo Fortunato, Andrea Cosner e Andrea Migliorini: per il momento, solo Fortunato si è accasato, più precisamente, l’ex centrocampista di scuola Inter è passato al Treviso in Prima divisione.
Giorgio è un momento in cui voi procuratori non potete certo lamentarvi, il lavoro da sbrigare proprio non vi manca. D’un tratto vi siete ritrovati con tantissimi giocatori in più da dover sistemare.
“Il calcio risente di un periodo che nel complesso non è per niente facile. Si fa fatica nelle serie maggiori a concludere affari e, quando hai giocatori svincolati o che arrivano da stagioni non felicissime, le difficoltà inevitabilmente aumentano. Ad ogni modo è il nostro mestiere e ho fiducia che alla fine tutti troveranno una sistemazione”.
A parte Fortunato che ha trovato sistemazione a Treviso, sono ancora a spasso sia Cosner, sia Migliorini: conoscendo i ragazzi siamo sicuri che non stanno attraversando un periodo molto felice.
“E’ normale, fa parte del calcio anche questo. Ma non sono affatto avvilito, perché per entrambi sono convinto che troveremo quanto prima una soluzione che possa soddisfare tutti. I contatti non mancano e sono con squadre che militano in Prima divisione e anche qualcosa di più: senza entrare nel merito posso dirti che ci sono state chiacchierate con diverse società come Mantova, Pavia, Lecce e Venezia. Per loro voglio una stagione piena e senza indugi come quella appena trascorsa. Chiedo che possano fare almeno trenta partite con regolarità, che possano sentirsi protagonisti e parte di un progetto sano. Con qualcuna chiuderemo, certo che a volte il mondo del calcio è strano e ti riserva sorprese e piccoli incidenti di percorso che non ti aspetteresti mai”.
Ad esempio?
“Che ci siano addetti ai lavori che, se chiamati in causa per dare un giudizio, parlino male dei miei assistiti, da un punto di vista tecnico intendo. Per carità, credo che sia doveroso raccontare sempre la verità e dire quello che si pensa senza inutili prese in giro ma, come in tutte le cose, c’è modo e modo. Qualcuno dovrebbe sapere che le parole vanno usate con criterio, perché poi queste ricadono come macigni gratuitamente sui ragazzi, che sono quelli che ci rimettono di più e perdono occasioni, anche importanti. Ripeto, va bene anche così, ma ci tengo a precisare che io non ho l’abitudine di parlare male di nessuno nell’ambiente e continuerò per la mia strada portando avanti la mia perplessità verso chi adotta invece questa maniera di rapportarsi”.
Tra i calciatori assistiti dalla tua scuderia c’è anche l’ex calciatore della Berretti biancazzurra Filippo Fiorini, classe 1993, ultima stagione a Mezzolara. Possibilità che faccia parte della nuova Real S.P.A.L?
“Lo segue Ruggero (Ludergnani n.d.r.) e so che dovrebbero incontrarsi nel pomeriggio di oggi. Penso che alla fine una soluzione la troveranno, il ragazzo è giovane e si accontenta. Altri invece, magari, farebbero un po’ più fatica”.
A chi ti riferisci?
“Mah, da qualche giorno si rincorrono voci su un altro dei miei assistiti, attualmente senza contratto, che è dato per certo a Ferrara. Si chiama Massimo Melucci, un difensore centrale di trentaquattro anni che nell’ultima stagione ha giocato a Piacenza (oltre a Pisa, Venezia, Grosseto n.d.r.) dove, tra le altre cose, ha anche segnato tre gol”.
Contatti tra le parti ce ne sono stati?
“Io personalmente non ho ancora sentito nessuno e credo che sarebbe bene, prima di intavolare qualsiasi trattativa o mettere in giro qualsiasi voce al momento destituita di fondamento, chiamare per prima cosa il procuratore e questo a prescindere dall’amicizia che lega Melucci a una delle persone che adesso è lì a Ferrara (il riferimento è a Pelliccioni n.d.r.). Melucci, a dire la verità, sarebbe dovuto venire a Ferrara quando la Spal era ancora in Prima divisione a febbraio e quando so che c’erano stati contatti sempre da parte di questa dirigenza di rilevare la squadra da Butelli. So che negli ultimi giorni, direi ormai un paio di settimane fa, il ragazzo è stato contattato ma, ripeto, il calciatore scende in D solo per un progetto importante e messo in piedi non per vincere, ma per stravincere il campionato. A Piacenza viaggiava a cifre importanti e, anche se l’amicizia è qualcosa che può incidere, è pur vero che non gli si può chiedere chissà quale sacrificio e neanche pensare che la sua possa eventualmente essere una scelta di vita quella di venire a Ferrara, perché è vero che è nativo di Rimini ma lui adesso abita a La Spezia”.
La situazione di Melucci possiamo dire che è in divenire?
“Direi che è tutta da impostare, come ti ripeto io non ho ancora sentito nessuno e mi infastidisce e non poco apprendere dai giornali di queste trattative che al momento sono pura fantasia. Magari mi chiamano tra dieci minuti e mi prospettano una situazione conveniente per tutte le parti in questione e allora il discorso cambia. Ma al momento non c’è nulla”.
La Spal in D che effetto ti fa?
“Mi fa male e penso faccia male a tutti quelli che hanno avuto la fortuna e l’onore di vestire la maglia biancazzurra. E’ un momento così, bisogna rimboccarsi le maniche e ripartire, mi auguro la Spal riesca a risalire la china nel minor tempo possibile”.