ANCHE IL DOTTOR VITIELLO LASCIA: UN’ESPERIENZA SPLENDIDA FINITA SENZA UN PERCHE’

Il dottor Pietro Vitiello insieme al dottor Fabrizio Aggio sono stati per una stagione l’uno la spalla dell’altro, nell’ultima Spal 1907 di Cesare Butelli. Un lavoro prezioso, preciso e puntuale come si conviene a due veri professionisti, che ha dovuto coesistere per forza di cose con le note difficoltà economiche. Un lavoro fatto bene al punto da essere riconosciuto anche dall’attuale società, tanto che il dottor Aggio era al seguito dei biancazzurri anche domenica scorsa nella prima amichevole disputata dalla S.P.A.L. a Bagno di Romagna contro il Ribelle. Poi, il colpo di scena, “sorprendente” come ha voluto sottolineare il dottor Vitiello che comunque passa oltre e lascia ad altri il compito di fare sterili polemiche e si limita a ringraziare pubblicamente tutti, da Ermanno Turolla a Giuseppe Patti senza dimenticare l’insostituibile Franco Travagli, perché “l’esperienza umana condivisa è un qualcosa che ci accomunerà per sempre”. La S.P.A.L. da domenica prossima conterà sull’apporto del nuovo medico sociale: il dottor Vitali.

Dottore sembrava che anche quest’anno dovesse essere lei insieme al suo collaboratore a occuparsi dello stato di salute dei calciatori biancazzurri, tanto che domenica scorsa eravate presenti nell’amichevole disputata a Bagno di Romagna. E invece, possiamo dirlo, la sua esperienza termina bruscamente qui. Ci racconta dall’inizio del suo arrivo a Ferrara l’anno scorso cos’è successo?
“Quando lo scorso anno la società cercava un medico, nessuno si era fatto avanti per accettare l’incarico. Io, invece, nel mese di agosto, accolsi ben volentieri la proposta del presidente Butelli, ricordando, tra l’altro, le mie precedenti esperienze come medico della Spal negli anni Ottanta.Sapevo perfettamente a cosa sarei andato incontro e devo dire che è stato, a tratti, davvero complicato ma allo stesso tempo stimolante convivere con la precaria quotidianità. Mi chiedono se sono pentito di aver detto sì ai biancazzurri un anno fa ma la mia risposta è un no pieno, perché si è rivelata una stagione sofferta come tutti sapete, ma anche bella e unica, umanamente irripetibile: ho condiviso questa mia esperienza professionale con persone valide, vere, che alla Spal hanno dato tutto. Attualmente la vicenda è semplice, le nostre strade hanno preso direzioni differenti pur avendo già preso degli accordi con la dirigenza che poi alla fine non sono stati mantenuti per motivi che ignoro”.

Lei si è quindi incontrato di persona con Ranzani e Benasciutti.
“Certo che ci siamo incontrati, non al più tardi di un paio di settimane fa direi e, lascia che te lo dica, è stato un incontro a dir poco “sorprendente” ma non chiedermi il perché, sarei in difficoltà. La S.P.A.L., poi, per bocca di Ranzani e Benasciutti, ha, come ti ho detto, preso altre decisioni e ha scelto di avvalersi dell’apporto di un altro stimato collega professionista e io non ho potuto che prenderne atto. Avrei preferito un po’ più di puntualità però, non voglio chiamarla correttezza perché non mi sembra il caso. Capisco benissimo i problemi che adesso ci sono da affrontare, che sono senza dubbio più importanti e impellenti di quello di accordarsi con un medico. Bastava, però, ripeto, dirlo un po’ prima e ci saremmo risparmiati questa inutile attesa. Mi dispiace molto, soprattutto per il mio collaboratore Fabrizio Aggio. Comunque nessun tipo di polemica, va benissimo così, il mio affetto per la S.P.A.L. rimane immutato così come il mio augurio che le cose vadano sempre meglio nei giorni a venire”.

E adesso?
“Adesso continuerò a svolgere come sempre la mia professione: sono responsabile dei Servizi di Medicina dello Sport del Polesine. Sia chiaro che io per tutte le S.P.A.L. del mondo che verranno ci sarò sempre, mi preme sottolinearlo questo, perché rimango un amante del calcio e di questi colori: non è detto e in fondo un po’ ci spero che un giorno le nostre strade si intersechino di nuovo e possa, insieme ai miei collaboratori, di nuovo contribuire al bene della società biancazzurra per quelle che sono le mie competenze”. 

 

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