La premessa che voglio fare, che non sarà condivisa dai più, è molto semplice: il diciannove di agosto, per quanto mi riguarda, che la S.P.A.L. scenda in campo con le maglie bianche e il numero dietro scritto con il pennarello, oppure si metta il vestito del dì di festa come negli anni d’oro, che ho, tra l’altro, “quasi” dimenticato, frega meno di zero. E’ un problema mio, sicuramente, abituato come sono a preoccuparmi prima della “ciccia” e poi, semmai, del brodo. E di questo mi scuso con i tanti lettori amanti dell’estetica e della tradizione. Tradizione che, ripeto, sempre secondo me, nelle condizioni attuali in cui tutti sappiamo, mi sembra pazzesco anche solo tirare in ballo. Le priorità sono, in questo momento, assolutamente altre: la prima squadra da correggere prima del due settembre, il settore giovanile (basilare) da rifondare e, non ultimo in ordine di importanza, i cosiddetti baiocchi con tutte le sfaccettature del caso, a partire dal quanti sono, a chi li mette e per quanto tempo e, per finire, se e quando arriveranno, magari, i tanto “chiacchierati” nuovi soci finanziatori.
Pertanto, sono caduto un po’ dalle nuvole quando, in tribuna, qualche mugugno c’è stato all’ingresso in campo delle squadre. Probabilmente, ho pensato, non si erano “goduti”, come il sottoscritto, i “pigiamoni” di una volta targati Pelliccioni con cui i nostri erano scesi in campo la domenica prima nell’amichevole disputata contro il Ribelle. Oppure, ripeto, è un mio limite non preoccuparmi, al momento, dell’armatura da combattimento. Vincere va benissimo anche in bianco, in nero, in rosa, in verde e in cobalto dico io. Ma non voglio che nessuno mi segua in questa mia considerazione, per carità, capisco benissimo che ci sarebbe qualcuno pronto a scomodare santi e madonne dopo questa bestemmia colossale o perché no, ritenerla un’offesa al Presidentissimo Paolo Mazza o, non contenti ancora, ai tanti pellegrini biancazzurri sparsi per il mondo. Va bene. E allora è evidente, a questo punto, non ci si può tappar le orecchie e neanche mettersi una benda davanti agli occhi e negare l’evidenza: è bastato un attimo, ieri, testimone diretto è il nostro Vittorio Rubini appostato per l’occasione a bordo campo, per capire che le maglie biancoblu (!!!) indossate ieri dai ferraresi, assolutamente (non) rivedibili e decisamente bruttine, avevano un non so che di familiare. No, non stiamo parlando delle partite viste in tv del Goteborg o dell’HJK Helsinky, come ci suggeriva scherzosamente il nostro Pasquale Matarazzo, semmai, quella muta, precisa, precisa, ci ha ricordato l’ultima stagione del vice presidente Benasciutti a Ferrara, quando ancora era in orbita S.P.A.L. prima del (quello sì, ricordiamolo) fallimento. Era il 2005. Quell’anno la S.P.A.L. aveva quella maglia e, il marchio Legea, oggi cambiato, ieri era lo stesso di allòra (solo i portieri, infatti, indossavano maglie “nuove” con il logo attuale della nota marca sportiva).
A fine partita ci siamo avvicinati all’addetto stampa dei biancazzurri, Rita Massilon che, molto cortesemente, ha voluto spiegare la scelta delle divise e non vuol assolutamente sentir parlare di “rimanenze” di magazzino, come qualcuno aveva, in un primo tempo, pensato: “La scelta delle maglie è stata voluta appositamente da Benasciutti per l’occasione. Ha voluto dare un segnale alla gente e ai tifosi, il suo è stato un gesto simbolico per quella S.P.A.L. che ha perso sette anni fa. E’ stato un segnale di continuità, una maniera per dire ricominciamo da dove ci siamo lasciati”. Con un epilogo diverso, però, aggiungiamo noi, sia sul campo, sia fuori. Perché dopo l’onta della D, per favore, un po’ di tregua per la povera passione spallina che ieri ha, tra parentesi, risposto ancora una volta alla grande in termini di presenze in una giornata terrificante con un caldo asfissiante e una tribuna che, a tratti, sembrava un forno, davvero non può essere di continuo presa a schiaffi anno dopo anno.
Ma il principale responsabile alle relazioni esterne e dei rapporti con la stampa dei biancazzurri precisa: “E’ naturale che arriveranno altre mute, ci stiamo pensando a tornare all’antica come ci hanno chiesto tanti tifosi, anche se prima, ovviamente, dovremo chiudere con lo sponsor tecnico (e non è detto sia Legea, tra le altre cose n.d.r.) poi ci dedicheremo al nuovo disegno: è in cantiere, infatti, l’idea di tornare alla maglia biancazzurra con i laccetti”. Sospiro di sollievo, quindi, per tutti quelli che hanno l’occhio “fine”: entro le prime giornate di campionato dovremmo vedere la squadra schierata sul rettangolo verde con il vestito biancazzurro dei sogni. E, perché no, magari anche (anzi, soprattutto) vincente.