UN CAMPIONATO APERTISSIMO E UNA SVOLTA SOCIETARIA DIETRO L’ANGOLO: CONSIDERAZIONI SPARSE DOPO SPAL-BAGNOLESE

Oltre ad aver portato con sé il dato incontestabile del ritorno all’ora solare la giornata di domenica sembra aver segnato quello che in ogni stagione calcistica ferrarese è un momento chiave: la classica fine della luna di miele tra la Spal e i suoi tifosi.  Lo testimoniano i tanti mugugni e commenti improntati allo scetticismo nell’immediato dopo partita attorno al Paolo Mazza. In altre parole quella partita o quell’evento che segna la prima incrinatura nell’entusiasmo di inizio campionato e porta a un più sano sentimento di realismo. Nel contesto particolare di quest’anno è da vedersi come un fenomeno tutto sommato positivo.
Se la scorpacciata di gol contro il Forcoli aveva dato la sensazione di trovarsi di fronte una grande squadra, il deludente pari con la Bagnolese ha riportato tutti con i piedi per terra. Un’altra dimostrazione – già avuta di recente – di come le partite scontate in Serie D non esistano. Per usare uno delle frasi-cliché preferite degli addetti ai lavori: “Non erano fenomeni prima, non sono brocchi adesso”. Ed è vero: poco tempo fa, alla vigilia della sfortunata trasferta di Lucca lo stesso David Sassarini aveva fatto una considerazione che deve servire da caposaldo di ogni ragionamento in chiave futura.

“ […] la Spal non è l’ammazza-campionato. La Spal può stare lì a giocarsela se caratterialmente si esprime come ha fatto a Mezzolara e Rosignano. Se no è da metà classifica in su. Sono stato chiaro? Non c’è una squadra in questo campionato che può spaccare la classifica. Ce la possiamo giocare se si creano le condizioni giuste e se si applica la giusta mentalità”.

Appare evidente come a mancare ieri sia stata proprio la giusta mentalità chiesta dall’allenatore spallino: dopo un vantaggio ottenuto con fatica i biancazzurri sono sembrati propensi a voler gestire il risultato, consci dell’inferiorità tecnica dell’avversario. Di certo la cronica assenza di attaccanti di ruolo ha pesato e può diventare un fattore decisivo sul lungo termine: già si è iniziato a parlare di possibili mosse sul mercato per riempire la casella mancante in avanti, anche con nomi un po’ fantasiosi (come quello dell’ex Giacomo Cipriani). Ma è troppo presto per pensarci visto che alla riapertura dei trasferimenti manca ancora un mese abbondante. Se non altro la mancanza di un terminale d’attacco fisso ha contribuito ad aprire il ventaglio delle alternative: dall’inizio della stagione a oggi sono ben sette i giocatori andati segno, ultimo il giovanissimo Shqypi. Segno che le soluzioni non mancano anche nelle situazioni d’emergenza.
Ieri nella sala stampa del Paolo Mazza, tra le altre cose, Sassarini ha detto di non provare particolare interesse per la classifica e c’è da credergli: basta dare un rapido sguardo alla graduatoria del girone D per rendersi conto di quanto equilibrio vi sia, con dodici squadre nel giro di sei punti. Un’ammucchiata in cui può succedere tutto e il suo contrario nel giro di un paio di giornate. Ma se un po’ conosciamo il tecnico toscano viene da pensare che già domani inizierà a premere sull’acceleratore alla ripresa degli allenamenti: cogliere tre punti nella trasferta di domenica prossima a Massa potrebbe non solo tenere la Spal agganciata alla cordata in vetta, ma soprattutto tenere lontana un’altra pretendente ai quartieri alti.
L’acceleratore lo sta premendo anche il patron spallino Roberto Benasciutti sul fronte societario: ieri dopo la partita il vicepresidente è andato a cena con Matteo Mazzoni e Davide Fiori, fautori del consorzio “La Spal nel Cuore”. C’è anche una data di presentazione per questo nuovo soggetto, svelata dallo stesso Benasciutti durante le interviste del dopo partita: l’8 novembre. Dai diretti interessati sembrano giungere segnali di moderato ottimismo sull’operazione che punta a riportare una certa Ferrara a fianco della Spal: un altro passo verso un atteso percorso di normalizzazione dopo i rovesci del recente passato. Nel frattempo c’è da sudare sul campo, eccome se ce n’è.

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