UNA VITTORIA CHE SA DI CANDIDATURA UFFICIALE ALLA VETTA. E TRE ISTANTANEE PER RACCONTARLA A DOVERE

A poco più di ventiquattro ore dal fischio finale di Spal-Pistoiese sono diversi i luoghi comuni a cui si potrebbe attingere per spiegare la partita vissuta al Paolo Mazza. “La partita della svolta”, “l’esame di maturità”, “la prova maiuscola” e così via. Di certo c’è che uno scontro diretto vinto in maniera così convincente mancava nello storico recente della Spal e sul curriculum della squadra assemblata da Roberto Ranzani, Roberto Benasciutti e David Sassarini. Personalmente vorrei concentrarmi su almeno tre istantanee che hanno reso speciale la giornata di ieri, o che quantomeno offrono spunti di interesse all’interno della bella vittoria colta contro una corazzata che così corazzata non è poi sembrata.
La prima mostra Stefano Gallo sospeso in aria, intento a rispondere di no a un tentativo di Gucci: un’immagine che da sola esemplifica abbastanza bene uno dei pilastri – filosofici e materiali – della Spal di domenica e di questa stagione in generale, la solidità difensiva. Talento, grinta e poche chiacchiere. Anche ieri il pacchetto arretrato ha  disinnescato con puntualità le offensive della Pistoiese. Siamo davvero sicuri che servano interventi in sede di mercato?
La seconda istantanea ritrae Roberto Rocchi in una poderosa corsa liberatoria verso la panchina biancazzurra dopo aver messo a segno la rete del 2-0, la sua prima in stagione dopo tanti problemi. In quella corsa, in quell’abbraccio con i compagni così spontaneo c’è tutta la voglia di non mollare di fronte alle avversità, di dimostrarsi importante e pienamente degno della stima che tutti gli hanno accordato appena giunto a Ferrara. Nel dopo partita l’attaccante ternano ha minimizzato l’importanza del gol, ma in cuor suo credo fosse particolarmente felice di aver segnato in un match così importante e per di più di fronte alla sua famiglia schierata in tribuna. Sassarini crede in lui e Rocchi – da ragazzo religioso – non difetta di fede: può diventare un fattore decisivo per le future sorti biancazzurre.
A proposito di fede, come non parlare del pubblico del Paolo Mazza, riunito per la liturgia domenicale della Spal. La terza immagine chiama in causa anche loro, i tifosi, il carburante per i sogni degli undici in campo. A fine partita il coro “chi non salta è pistoiese”, condiviso con i giocatori riuniti sotto la Ovest in un abbraccio, ha creato un’onda sismica del tutto benefica nelle sue conseguenze. Quando gli spalti erano ormai vuoti in sala stampa ho avuto modo di incontrare Emiliano, il simpatico responsabile della biglietteria, intento a lamentarsi – col sorriso – dell’impressionante mole di lavoro toccatagli nelle ore precedenti. Un dettaglio che gli ha fatto perdere ottanta minuti di partita su novantacinque totali. Superata quota mille paganti. In serie D. Che diavolo c’entra la Spal con questa categoria? “Scrivi pure che sono contento quando c’è così tanto da lavorare”. Fatto. Nel giorno delle primarie la Spal lancia ufficialmente la sua candidatura per il campionato. Mezzolara, Piacenza e Tuttocuoio sono avvisate.

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