Smettere? Non se ne parla proprio. Luca Capecchi giocherà come minimo altri sette mesi: l’ex portiere spallino ha infatti firmato ieri un contratto con il Fondi, formazione laziale che partecipa al girone B di Seconda Divisione. Il trentottenne nativo di Imola a inizio stagione era stato accostato alla nuova Spal e aveva svolto una parte della preparazione precampionato, salvo poi non trovare un accordo con la società. Lo abbiamo contattato dopo il secondo allenamento con i nuovi compagni.
Luca, inizia una nuova avventura, l’ennesima della tua carriera.
“Già, da un paio di giorni ho raggiunto i miei nuovi compagni e già da domani sarò a completa disposizione del mister”.
Come è nata questa operazione? Sappiamo che tua moglie è originaria di Sabaudia, ad appena quaranta chilometri da Fondi. È stato un modo per avvicinarsi a casa?
“A dire il vero no, perché tutta la mia famiglia è rimasta a Ferrara: mia moglie lavora lì e le mie figlie frequentano scuole della città. Insomma, mi vedrete ancora in giro di tanto in tanto (ride). Questa opportunità è nata più che altro dalla mia voglia di rimettermi in discussione e di continuare a giocare, nel periodo in cui ho continuato ad allenarmi con Tonino Ferroni ho capito di avere ancora stimoli e condizione per farcela. Così quando la società mi ha chiamato, su suggerimento dell’allenatore in seconda, ho preso l’occasione al volo”.
Il Fondi non se la passa benissimo, condivide l’ultimo posto del girone con nove punti, in coabitazione con Hinterreggio e Campobasso.
“Eh, di norma quando una squadra cambia il portiere vuol dire che le cose non vanno proprio benissimo. La situazione non è di certo favorevole, ma sono sicuro che rimboccandoci le maniche potremo rialzarci e fare bene”.
E della Spal che ne dici? Ti aspettavi una prima parte di campionato così positiva?
“Onestamente no, ma non perché non ci fossero giocatori di qualità, quanto perché è sempre difficile fare risultato con un organico assemblato all’ultimo minuto. Però sapevo che il gruppo ha delle potenzialità ed ero sicuro che un bravo allenatore come Sassarini sarebbe riuscito a portare in alto la squadra. D’altronde ci sono giocatori importanti come Laurenti, Marongiu e Braiati, tutti ferraresi e spallini dentro”.
Con il tuo approdo al Fondi la lista degli accasati della vecchia Spal 1907 è completa: avete trovato tutti squadra, a prescindere dalla categoria. Un ulteriore segno del fatto che quella squadra non era poi così male, al netto del disastro a livello societario.
“Per fortuna tutti abbiamo trovato un nuova sistemazione. Per il resto sono d’accordo e torno su discorsi già fatti: sulla retrocessione gran parte delle colpe non sono state nostre. Ce l’abbiamo messa tutta per riuscire a salvare la Spal sul campo. A livello individuale però lasciami dire che meritavamo di più: non mi spiego come sia possibile che uno come Laurenti possa giocare in serie D. Ma è un discorso che vale anche per Bedin, Agnelli e altri compagni che sono finiti in categorie più basse rispetto a quelle in cui dovrebbero stare”.