BIANCAZZURRI VERSIONE GAMBERO SU TUTTI I FRONTI, IL FORMIGINE HA FATTO IL SUO DOVERE. NON BRILLA LA SPAL FERRARESE

Giornataccia quella di Vignola. Sotto ogni punto di vista. Ciliegia amara, sostiene Cubillos, il punto ottenuto contro i verdeblu. La Spal (con una gara in meno, recupero con il Mezzolara, mercoledì 30 gennaio al Mazza, ndr) ripiomba a meno dieci dall’Atletico Pro Bp Piacenza, con Tuttocuoio e Massese che non perdono un colpo.

DUELLO A DISTANZA– Per circa un’ora sarebbe bastato che Rocchi e Marchini al posto della ‘telefonata’ a Della Corte avessero calciato in porta la rabbia per doversi esibire in campacci da Prima Categoria, come Sassarini ha definito il “Caduti di Superga” di Vignola, e riavvicinarsi alla vetta rappresentata dall’Atletico Piacenza in quel momento sotto di un gol con la Pavullese. All’Atletico Piacenza però bastano dieci minuti per rimontare la “bella” Pavullese. Dieci minuti. Gli stessi, a cavallo tra la metà del secondo tempo e la mezzora, in cui la Spal ha espresso il suo miglior gioco con l’uomo in più, non riuscendo tuttavia ad emulare la capolista. 

PASSO INDIETRO– Appena sceso dal pullman Sassarini con un rapido sopralluogo si è fatto scuro in volto. Forse ha intuito che la sua Spal devastante quando può aggredire il campo aperto sarebbe andata in crisi su quel terreno di gioco contro una squadra, il Formigine, che in casa è un osso duro per tutti, con solo otto reti al passivo, due sole sconfitte (con Lucchese e Pistoiese) e in serie positiva da cinque turni (due vittorie e tre pareggi). Anche Edo Braiati, uno che si è calato prima di altri nel contesto LND e con un bel po’ di esperienza sulle spalle, ha intuito che l’atteggiamento con cui la Spal era giunto a Vignola non era quello adatto. Eppure i biancazzurri sono calati a Vignola con la testa già al Mezzolara, convinti che la gara con i verdeblù fosse già in cassaforte come con Camaiore e Fidenza.

NON BRILLA LA SPAL FERRARESE Due ’94 in campo, Rizzo e Del Mastio e Spal ‘ferrarese’ con Fiorini, Braiati, Laurenti, capitan Marchini e Marongiu nell’undici titolare. Stecca però la Spal di marca estense. Fiorini in fase difensiva è apparso un lontano parente di quello visto nelle ultime performance, Laurenti e Marchini si sono smarriti tra varie inversioni di fascia e Marongiu, che aveva iniziato con ottimi movimenti, è stato pressoché ignorato. Il solo Braiati, pur faticando in mezzo al campo con il calo di Del Mastio nella ripresa, ha raggiunto la sufficienza. La musica non è cambiata però con gli ingressi nella ripresa. Non c’è stato il cambio di ritmo invocato da tifosi e auspicato da Sassarini. Piras ha gamba, ma non sfonda, Cubillos spreca due punizioni dal limite e Marcolini, bé, ci si aspetta qualcosa in più che il passaggio in orizzontale con l’uomo in più.

LA FAMA E LA FAME La partita di Vignola mostra ancora una volta che la Spal si trova in difficoltà quando non riesce ad imporre il proprio gioco dal primo minuto o sblocca la gara in avvio come ha fatto a Camaiore o contro il Fidenza in casa. Rocchi si è sbattuto in mezzo ai difensori avversari, ma non ha punto nei momenti clou. E ieri serviva una zampata da rapinatore d’area. Squadra estense mai apparsa in grado di soverchiare l’avversario, se si escludono i dieci minuti di impeto della ripresa. Sassarini rivendica sei-sette palle da gol nitide: nessuna però è giunta su azione manovrata. Nel primo tempo ritmi blandi, squadra che non è stato in grado di leggere e interpretare la gara in maniera diversa e dunque scendere a far battaglia: in diverse occasioni i biancazzurri si sono letteralmente pestati i piedi l’un l’altro. Mai la ‘fame’ di chi deve risalire ha prevalso sul gioco di ‘fioretto’ messo in campo dalla blasonata Spal.

MA IL FORMIGINE NON E’ DA SECONDA CATEGORIASassarini ha bollato il Formigine come “una squadra che gioca da Seconda Categoria con lanci lunghi per la punta”. I verdeblu di Ferraboschi giocavano sul ‘campaccio’ di Vignola anche loro per la prima volta.  Hanno ambizioni e interpreti diversi da quelli spallini, quindi addossargli la colpa di ‘aver rinunciato a giocare’ o di esser ‘scesi in campo con l’unico scopo di distruggere il gioco avversario’ sono accuse gratuite e non del tutto vere. Perché la squadra di Ferraboschi è scesa in campo senza alcun timore reverenziale. Oltre al palo di Sarnelli, Canalicchio si sarà sporcato i guantoni in due circostanze, vero, ma ha creato almeno tre-quattro manovre interessanti il Formigine con Brini Ferri a cercare sull’esterno Pilia per poi andare allo scambio al limite dell’area con Greco e Sarnelli. Non sarà stata bella come la Pavullese, ma sicuramente più disciplinata e organizzata tatticamente con gente esperta come Teocoli e Sarnelli a guidare i verdeblu, nonostante assenze pesanti, fra tutte quelle di Germano in difesa. Anche i lanci lunghi per Sasà Greco, puntualmente sovrastato da Calistri e Nodari erano studiati. Sempre primi sul ‘rimbalzo’ infatti i vari Pilia, Brini Ferri, Teocoli e lo stesso Sarnelli, pronti a mordere Braiati e Del Mastio che faticavano a rilanciare la manovra. Nella ripresa, per oltre mezzora in superiorità numerica, la Spal non ha saputo aggirare la Maginot verdeblu, con Teocoli e Sarnelli che nella lotta hanno giganteggiato e con Ferraboschi che ha chiesto di proteggere il pari fino all’ultima stilla di sudore (un solo cambio in pieno recupero per i formiginesi, con Rabito rimasto in panca, ndr). Il punto alla fine se lo sono guadagnato come ammette Braiati nel post-gara.

TIFOSI- Non c’è stato l’esodo preannunciato verso Vignola, ma i tifosi spallini in buon numero sono giunti a Vignola. Giornataccia sia per il risultato e lo spettacolo in campo che per la disposizione sulla piccola e angusta tribunetta, costringendo molti ad assieparsi dietro la rete del terreno di gioco o sul rialzo del terreno sotto ad un albero, più con l’idea di essere in campagna che allo stadio.

AVANTI CON OTTIMISMO– “Addio ai sogni di primato?”. Nemmeno per idea a sentire il clan biancazzurro. Sassarini in testa, passando per Ranzani e Benasciutti. “Tanti i punti e le partite a disposizione anche se non si possono regalare agli avversari intere frazioni di gara” questo è il pensiero generale in casa Spal, ma nel ripeterlo più e più volte in coro, la sensazione è che si cerchi a turno di convincersi che l’impresa sia ancora possibile.  Il passo indietro nel gioco, il malumore di capitan Marchini, i problemi muscolari di Massaccesi e i punti persi con il Formigine peseranno di più sul piatto della bilancia che, dal lato degli aspetti positivi, propone l’imbattibilità di Canalicchio, l’impermeabilità difensiva, un Calistri monumentale e un Del Mastio in più (ieri presente allo stadio Massimo Taibi ds del Modena che si è detto possibilista su una compartecipazione della Spal sul cartellino del mediano, ndr)? La Spal a Formigine ha perso due punti importanti, un po’ come contro la Bagnolese o il Castelfranco. L’obiettivo sarà quello da qui in avanti di centrare dodici vittorie su quattordici, sperando nel calo di Atletico Piacenza, Tuttocuoio e Massese. Missione (quasi) impossibile, ma gli uomini per tentare l’impresa ci sono. A patto però che all’occorrenza si metta da parte l’estetica e si cerchino “tre punti anche brutti” come chiedeva tempo fa Sassarini. Così è se vi pare, Formigine-Spal.

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