VIETATO ARRENDERSI, INIZIA UN MESE DI SFIDE FONDAMENTALI E IL CALENDARIO POTREBBE DARE UNA MANO

Pochi istanti dopo il fischio finale di Spal-Mezzolara sono sicuro di averne sentito più di uno in tribuna dire “basta, è finita”. Gli autori di questa mesta considerazione ovviamente facevano riferimento alle possibilità dei biancazzurri di agguantare il primo posto da qui al termine della stagione. E non c’è voluto molto di più per saggiare la delusione di tanti tifosi che hanno riversato le loro opinioni in rete per quello che è una sorta di de profundis a mio avviso prematuro e fin troppo dettato dall’emotività. Davvero due pareggi in due partite a fine gennaio bastano per rispolverare l’ormai classico tormentone “ogni-anno-è-la-stessa-storia”?

L’opinione di chi scrive è: no. La Spal vista ieri al Mazza ha senz’altro palesato uno dei suoi limiti evidenti: l’assenza di un vero e proprio bomber o comunque di un uomo in grado di risolvere partite difficili come è stata anche quella di Vignola, anche attraverso i calci piazzati. Ma quello che più ha lasciato basiti è la tendenza a vanificare un grande lavoro di costruzione del gioco: in almeno tre occasioni i giocatori d’attacco potevano calciare verso la porta e invece hanno fatto quel tocco in più che alla fine – sommato a tanti altri piccoli dettagli – ha costituito la differenza tra un pari e una vittoria. Si crea ma non si conclude. Sta a Sassarini lavorare sulla psicologia della squadra e convincerla a essere più feroce in zona gol.

Tuttavia non c’è da stupirsi se il mister – così come il presidente Ranzani – si sia detto ancora sereno e di spirito battagliero in vista del futuro. Certo, i quattro punti persi per strada tra Formigine e Mezzolara pesano, ma il prossimo mese e mezzo può davvero stravolgere gli equilibri nella corsa al primato. Per le prime sei della classe (Pro Piacenza, Tuttocuoio, Massese, Lucchese, Spal e Pistoiese) inizia un ciclo di incroci pericolosissimi che – almeno sulla carta – può aiutare i biancazzurri ad avvicinarsi al primo posto. La capolista Pro Piacenza è attesa da cinque partite estremamente complicate di cui due esterne in Toscana (con Tuttocuoio e Massese) e tre interne ma tutte con avversarie fastidiose (Pistoiese, Virtus Castelfranco e Mezzolara). Non stupirebbe quindi vederla ancora sotto quota cinquanta punti tra tre settimane. Un discorso simile vale per il Tuttocuoio che dovrà vedersela in serie con Pro Piacenza, Virtus Castelfranco e Mezzolara prima di andare a far visita al Camaiore affamato di punti salvezza. Da parte sua la Spal domenica prossima ha la possibilità di risollevare classifica e morale contro un Rosignano che non segna dal 16 dicembre e ha incassato nove gol nelle ultime quattro partite. Seguirà la trasferta di Borgo San Lorenzo contro una Fortis in leggera flessione (due punti nelle ultime tre partite), prima del big match casalingo contro la Lucchese. Dopo i rossoneri altre due squadre in grande difficoltà come Forcoli e Bagnolese.

È evidente che ogni partita fa storia a sé, ma è altrettanto palese che una Spal al completo e con la giusta carica agonistica può aspirare al filotto di vittorie. Si dirà: “Il calendario è più semplice ora ma molto più complicato nel finale di stagione, non cambia nulla”. Parzialmente vero, ma sotto il profilo delle motivazioni potrebbe cambiare eccome giocarsi scontri diretti stando a fianco delle prime, quando ogni pallone peserà il triplo. È anche vero che le tabelle lasciano il tempo che trovano e che i margini di errore si sono ulteriormente assottigliati, ma c’è il dovere di crederci ancora e sostenere la Spal fino a che non arriva l’aritmetica a fornire le dovute sentenze. Senza dimenticare che un buon piazzamento in chiave playoff potrebbe fruttare un ripescaggio tra i professionisti. Detta così sembra può sembrare un compromesso al ribasso, ma a chi importerà nel momento in cui sulla pagella ci sarà scritto “promossi”?

 

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