Il Frignano comprende tutta la zona appenninica della provincia di Modena, dalle colline al crinale. A Pavullo, il centro più importante di questo territorio di sci, passeggiate, funghi e crescentine, è attivo dal 1949 il panificio F.lli Tazzioli, tuttora gestito dal fondatore, Giuseppe Tazzioli, che è anche il presidente della Virtus Pavullese. La straordinaria storia di questo appassionato presidente fornaio s’intreccia da sempre a doppio filo con quella della società calcistica, vero punto di riferimento per l’attività sportiva di tutta la montagna modenese.
Com’è nata la Sua avventura nel mondo del calcio?
“Nel 1948 sono stato il fondatore di una società sportiva a Pavullo. E’ una storia tipo Peppone e Don Camillo. Nel Bronx di Pavullo (perché in ogni città c’è un Bronx n.d.r.), eravamo una ventina di ragazzi di quattordici/quindici anni che volevano fondare una squadra per giocare a calcio. Io ero stato eletto loro presidente, ma eravamo tutti poveri, e non avevamo i soldi per fare niente. Così decidemmo di procurarceli andando a rubare le galline. Una sera, all’imbrunire, io e altri quattro o cinque ragazzi ci addentrammo in un pollaio nella pineta e facemmo razzia di galline. Era un venerdì, e l’indomani, sabato mattina, a Pavullo c’era il mercato: lì vendemmo tutte le galline e col ricavato comprammo le maglie per la squadra. A quel punto mancava ancora il pallone, così andai davanti all’ufficio del sindaco. Quando l’incontrai, gli dissi: “Signor sindaco, siamo un gruppo di ragazzi, tutti comunisti (dovevo ingraziarmelo, vista la sua appartenenza politica); abbiamo fondato una squadra di calcio e l’abbiamo chiamata Dinamo (un nome molto in voga a quei tempi, preso dalla Dinamo Mosca), ma non abbiamo neanche i soldi per comprare un pallone”. Il sindaco mi rispose che l’indomani mattina me l’avrebbe fatto trovare e così fece”.
E poi com’è andata avanti?
“Negli anni successivi ho ricoperto varie cariche dirigenziali nella Polisportiva, fino a quando, all’inizio degli anni ’90, io e alcuni soci abbiamo deciso di staccarci per far fare un salto di qualità alla squadra di calcio, unendoci all’altra società cittadina che già esisteva da tanti anni e dando vita alla Virtus Pavullese. Dalla Seconda Categoria siamo saliti fino alla D, e tra cinque anni festeggeremo il centenario. Ho settantanove anni, e da sessantacinque sono nell’attività sportiva di Pavullo, ma mi sento in forma smagliante, ho l’entusiasmo di un ragazzino e una passione immensa. Non posso fare programmi a lunga scadenza, ma tra cinque anni, ai festeggiamenti del centenario, spero proprio di esserci”.
La Virtus è il punto di riferimento calcistico di tutto il Frignano, un territorio montano vasto e difficile per gli spostamenti.
“Potrebbe avere un ruolo più importante. Abbiamo più di trecento ragazzi, e i genitori vengono da me perché i loro bimbi si stancano di non riuscire a giocare per tanto tempo, quando tutti i campi della zona sono impraticabili d’inverno. Il mio sogno è di realizzare un progetto montagna, con la creazione di un campo in sintetico e l’acquisto di un pullmino che raccolga tutti i ragazzi del comprensorio per portarli a giocare, ma non è facile, perché in questo momento non ci sono soldi”.
Lei fa il fornaio, e gli orari di chi fa il suo mestiere sono particolari. Qual è la Sua giornata tipo?
“Mi alzo alle due del mattino e vado al forno a rinnovare il lievito madre, che produciamo noi, perché qui usiamo solo ingredienti naturali: non facciamo mica come quei fornai che lavorano di giorno e mettono dei conservanti! Alle tre apro il forno e comincio a vendere il pane a quelli che tornano dalle discoteche, vanno a lavorare in ceramica o, per altri motivi, si trovano in questa zona di grande passaggio. Poi alle nove faccio il giro delle consegne agli alberghi, vado in banca, passo in sede alla Virtus e all’una pranzo a casa. Alle tre del pomeriggio torno al forno, dove lavorano anche figlio, nipote e commessa, poi vado al circolo a giocare a poker e al campo a trovare i ragazzi. Torno al panificio per dare una mano a chiudere, e prima di andare via rinnovo un’altra volta il lievito madre. Alle otto di sera ceno a casa con moglie e governante, e alle nove vado a letto”.
Ora ho capito perché rimane giovane: non ha il tempo d’invecchiare.
(ride) “E’ vero, non mi fermo mai, come il panificio”.
Mi ha fatto venire voglia di passare a trovarLa al forno. Quali sono i vostri prodotti più importanti?
“Tutti i tipi di pane e pizze. La nostra focaccia ha vinto il Bollino d’Oro come miglior focaccia della Provincia di Modena. Venga, venga, che Le facciamo assaggiare tutto!”.
Prima o poi lo faccio, ne stia pur certo. Domenica poteva essere l’occasione, ma si giocherà a Savignano, dopo il tour virtuale dei giorni scorsi per tutti i campi della Regione.
“Già, sembrava che a Savignano non potessimo giocare per la mancanza della tribuna per gli ospiti, così avevamo chiesto la disponibilità dei campi di Vignola, Castellarano, Crevalcore, Bagnolo in Piano e Imola, ma non ci è stata data. Stavamo anche provando a sistemare il Minelli (l’impianto di Pavullo: ndr). Quest’inverno siamo stati sfortunati come non ricordo a memoria in tanti anni: a febbraio ci sono state tre nevicate tra i cinquanta e i settanta centimetri, e la neve, sciogliendosi, ha formato un pantano. Di neve non ce n’è più molta, negli ultimi giorni ne è caduta solo una decina di centimetri, ma ora è tutta poltiglia”.
Com’è il campo di Savignano?
“Bello, è un sintetico di ultima generazione. L’hanno fatto con un po’ di pendenza, così, quando piove, l’acqua va giù subito, però anche l’altro giorno sono andato a pagare l’affitto di millecinquecento euro per quattro partite”.
Dopo essere partiti bene, oltre le aspettative, ora siete in fase calante. Come spiega il vostro momento difficile?
“All’inizio del campionato avremmo messo la firma per i play out, perché eravamo consapevoli di essere partiti con un budget molto ridotto (io sono rimasto quasi da solo a sostenere le spese della società), e una squadra piena di giovani. Poi c’è stato un calo fisico. Sicuramente non poter giocare nel nostro campo da novembre non ci ha giovato: i ragazzi fanno cinquanta / sessanta chilometri al giorno per allenarsi. Bisogna anche dire che ora non abbiamo più Varone. Era arrivato da noi a campionato iniziato, perché vive a Savignano con la fidanzata, e in sei partite ha segnato sette gol. Mi aveva detto da subito: “Presidente, io vengo, ma poi mi lascia libero se trovo una squadra nei professionisti”. Quando è arrivata la chiamata del Castiglione in Seconda Divisione, l’ho lasciato andare: se lo meritava. Ora sono diverse partite che non facciamo gol, perché non abbiamo più una punta come lui in organico. Se Varone fosse ancora con noi, avremmo quindici punti in più”.
A inizio campionato esprimevate forse il gioco migliore di tutto il girone, e anche a Ferrara avete fatto un figurone, pur uscendo anche da quel campo senza punti. E’ ancora così?
“Le prime quindici/venti partite abbiamo giocato molto sul ritmo. Dicevano di noi che eravamo un piccolo Barcellona, poi si è rotto il giocattolo, e ho già spiegato le cause. I ragazzi, comunque, ci credono ancora, ci danno l’anima. Ancora adesso giochiamo bene, anche domenica scorsa il primo tempo è stato nostro, ma da qualche giornata buttiamo via il risultato”.
Domenica scorsa avete perso a casa del Rosignano subendo un gol al sesto minuto di recupero, e ora siete stati scavalcati proprio da loro, dandovi il cambio nella zona della retrocessione diretta. Com’è andata quella partita?
“L’arbitro ha dato cinque minuti di recupero, durante i quali non ci sono state sostituzioni né infortuni, e poi ha inspiegabilmente fatto proseguire l’incontro fino all’ottavo minuto di recupero, quando abbiamo subito gol. Ho dato mandato all’avvocato di vedere se c’è un appiglio per fare ricorso e annullare il risultato”.
Chi vede peggio tra le squadre di coda?
“Non è mai bello dire certe cose, ma credo che la Bagnolese rischi più di tutte, poi vengono Rosignano, Camaiore e noi. Il Forcoli credo arriverà alla salvezza diretta”.
E chi vede meglio per la promozione?
“La più forte è la Massese. Sta giocando molto bene e ha un attacco fortissimo, e poi è allenata dal mio omonimo Tazzioli”.
Anche il vostro allenatore, Bagatti, sta ricevendo molto complimenti, e si vocifera di interessamenti di squadre di categoria superiore.
“E’ molto bravo, sa trattare coi giovani senza urlare mai. Ora è leggermente scoraggiato, ma ha dovuto fare i conti con la mancanza di punte vere, e non è colpa sua se creiamo molte occasioni senza fare gol. Non solo lui, ma anche diversi nostri giocatori sono seguiti da squadre professionistiche, come ad esempio Nizzi, Vernia e Boilini, e poi abbiamo dato molti giovani del nostro vivaio al Sassuolo e al Modena, da cui abbiamo ricevuto come contropartita altri ragazzi promettenti in prestito”.
A centrocampo avete anche quel Serrotti che tanto bene ha impressionato in occasione del match d’andata a Ferrara.
“Ce l’hanno chiesto in tanti, anche la Spal aveva parlato col nostro direttore sportivo, ma lui è molto amico del nostro allenatore, che lo ospita nel suo hotel di Fiumalbo, e ha deciso di restare con noi fino al termine della stagione. Comunque tutti i giocatori stanno bene qui, perché trovano un ambiente familiare. Di tutti quelli che hanno giocato qua, nessuno può dire di non aver ricevuto quanto pattuito. Poi io m’interesso di come stanno, delle loro fidanzate, porto al campo dei cestoni di pizze e focacce”.
Come premio salvezza ha promesso loro un cestone formato gigante?
“Quello sicuramente, ma abbiamo stabilito un premio salvezza di mille euro a testa”.