La primavera sta arrivando e porta vibrazioni positive che fanno bene e rilassano un po’ tutti. L’allenamento di oggi in casa Spal si è svolto sotto un bel cielo limpido e sgombro da nubi, dominato da un bellissimo sole e in un clima disteso e vivace. Alle ore quindici tutta la squadra si è già cambiata e aspetta in campo pronta ad iniziare, cosa non certo usuale negl’ultimi tempi. Tutti presenti tranne Nodari, Piraccini e Piras che si alleneranno a parte per motivi precauzionali. Una seduta, quella odierna, non particolarmente pesante o impegnativa, per lo più gare e giochi a squadre tra compagni, ma molto sentita, partecipata. Come sempre nessuno ci sta a perdere. Dall’altra parte nessun membro della società era presente in via Copparo, nonostante le voci di un possibile colloquio all’antivigilia della partita contro il Riccione. Solo, si fa per dire, il presidente Ranzani segue l’allenamento e raggiunge la stampa, anch’essa tenuta a distanza dal campo per motivi precauzionali: orgoglioso e tenace come sempre, testardo e determinato come ai bei tempi, si presenta ai nostri taccuini carico come una molla voglioso di trasmettere quel po’ di energia positiva che ancora la caratterizza: “Considerando la situazione che stiamo vivendo, e che tutti conoscete, direi che va tutto relativamente bene. I ragazzi lavorano, e anche domenica scenderemo in campo per fare la nostra partita. I playoff sono un risultato possibile, i ragazzi lo sanno e vogliono agguantarli. Non è facile perché, a questo punto della stagione, il raggiungimento di un traguardo è una questione più mentale che fisica. Era evidente che la situazione, prima o poi, sarebbe implosa: quando nello spogliatoio si inizia a parlare di tutto tranne che di calcio prendi una strada senza uscita. Ma non immagino un giocatore che davanti alla possibilità di un bel risultato almeno non ci provi, quindi credo che qualcosa da vedere ancora ci sia. L’ultima parola la dice sempre la matematica. Prima di allora, a mio avviso, c’è l’obbligo di crederci. Lo dico sempre e lo ripeterò fino all’ultimo secondo dell’ultima giornata: a Robecco sul Naviglio, da dove vengo io, c’è l’abitudine di portare via i morti solo quando sono già freddi, mai prima. Domenica mi aspetto che la gente venga a sostenerci, che accorrano i tifosi, in tanti, senza di loro saremmo persi: al novantesimo, poi, a seconda del risultato, saranno liberi di dire quello che vogliono. E’ un loro diritto. Come un dovere quello della squadra di non mollare fino alla fine”.