TUTTE LE STRADE PORTANO A MASI SAN GIACOMO, SALE IL PRESSING DELL’AMMINISTRAZIONE SUI COLOMBARINI

Le parole condensate nel breve comunicato pomeridiano firmato dall’assessore allo sport Masieri hanno avuto l’effetto del classico sasso buttato nello stagno, sollevando interrogativi sull’identità dei “noti imprenditori locali” con cui l’amministrazione avrebbe avviato un “dialogo costruttivo” per risolvere la drammatica crisi che attanaglia la Spal. Sono bastate poche ore per realizzare che le piste battute da Masieri potevano essere al massimo un paio e i soliti spifferi hanno fatto il resto. Tutti gli indizi portano a Masi San Giacomo, la cittadina che ospita la Vetroresina della famiglia Colombarini e la Giacomense, attualmente l’unica realtà calcistica della provincia di Ferrara. D’altra parte gli imprenditori accostabili alla Spal si contano sulle dita di una mano, peraltro tutti già corteggiati anche in altre occasioni ed è poco plausibile pensare che nelle ultime 48 ore possa essersi fatto vivo qualcuno di nuovo visti gli evidenti svantaggi per un qualsiasi imprenditore nell’investire nella Spal boccheggiante di oggi.

L’ennesimo approccio dell’amministrazione comunale ai Colombarini quindi va visto come un vero e proprio gesto di real-politik in palese assenza di soluzioni affidabili e a lungo termine. Ovviamente la riservatezza regna sovrana, ma pare che il sindaco Tagliani e l’assessore Masieri abbiano già avviato il discorso con il presidente della società grigiorossa Walter Mattioli, ricevendo segnali positivi, quantomeno la disponibilità a sedersi attorno a un tavolo e studiare la situazione con la dovuta attenzione. Di sicuro Mattioli e i Colombarini (Francesco e il figlio Simone) sanno di poter trattare con l’amministrazione partendo da una posizione di forza, prima di tutto perché hanno creato una realtà come la Giacomense che da ormai cinque anni milita con profitto in Seconda Divisione, attraverso un esborso limitato di denaro, senza i rischi e gli scivoloni che hanno contraddistinto le gestioni recenti della Spal. Non smaniano certo dalla voglia di spendere grandi capitali e di lasciare il paese in cui hanno trasferito, nel 1990, un’azienda di successo e dal respiro internazionale. Ma soprattutto sono consapevoli di essere gli unici interlocutori credibili per impostare un progetto sul lungo termine. A maggior ragione se la squadra di Leonardo Rossi  (anche lui cuore spallino, tra le altre cose) dovesse riuscire a conquistare la salvezza anche in questa stagione. Per questo sembrano inevitabili alcuni presupposti: il primo rappresenta le ipotetiche modalità di intervento. Non si tratterebbe di una fusione, ma di una sostituzione. Ovvero la Giacomense si trasferirebbe a Ferrara e giocherebbe al Paolo Mazza, cambiando ovviamente nome e colori sociali, rimpiazzando l’attuale società. Una prospettiva che necessariamente chiuderebbe la porta a mescolanze a livello dirigenziale e di staff, avendo i grigiorossi un organigramma già ben definito, sia a livello societario, sia a livello tecnico. Insomma non ci sarebbe spazio per la presenza di Roberto Ranzani e per altri protagonisti di questa stagione. Va poi sottolineato come in termini di risorse i Colombarini potrebbero assicurare una gestione oculata e senza eccessi, aperta ovviamente a ingressi in grado di potenziare il capitale societario. Insomma, niente passi più lunghi della gamba dopo le recenti scottature spalline.

Ovviamente siamo ancora a livello di congetture e per arrivare anche solo a un accordo preliminare serviranno tempo e molta cautela. Ogni ragionamento non può che prescindere dalla conclusione dei rispettivi campionati: una Giacomense di nuovo in serie D potrebbe costituire un freno. Non mancano poi le controindicazioni, o comunque gli ostacoli. Il primo riguarda sicuramente la possibile reazione della tifoseria biancazzurra, che difficilmente vedrebbe di buon occhio l’eventualità di veder rimpiazzata la propria squadra da una realtà minore come la Giacomense. E poi c’è sempre la sorte della Real Spal: non è affatto scontato che Roberto Benasciutti decida di gettare la spugna, chiudendo la sua avventura dopo solo un anno. Paradossalmente – se dovesse riuscire in qualche modo a risolvere la crisi societaria – potrebbe scegliere di continuare a fare calcio, mantenendo la squadra in serie D con nome e matricola attuali. Nel caso invece la Real Spal venisse consegnata alla storia rimarrebbe la questione del marchio, detenuto dallo stesso Benasciutti. E a meno di una donazione al Comune (difficile, se non impossibile una trattativa con Mattioli e i Colombarini) la nuova identità della Giacomense passerebbe da un nome e da un logo tutti da decifrare. Ci sarebbe poi il nodo legato alle strutture sportive: l’amministrazione comunale infatti ha stipulato una convenzione che dura fino a dicembre 2013 per l’utilizzo del Paolo Mazza e del Centro di via Copparo con la Real Spal. Nel frattempo un solo dato è sicuro: le diplomazie sono al lavoro per dare un futuro, possibilmente stabile, alla Spal. Ed è già qualcosa di questi tempi.

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