INTRIGO GIACOMENSE, BULGARELLI SPAZZA L’AREA: PRONTI A TRATTARE ESCLUSIVAMENTE PER IL MARCHIO

Con la Spal certa di rimanere in D un altro anno e con la Giacomense a un passo dalla salvezza aritmetica in Seconda Divisione, si è intensificato il dibattito attorno alla possibilità di unire le forze e ridare alla città una squadra in grado di competere nel professionismo. In queste settimane il termine “fusione” è stato usato spesso a sproposito: Spal e Giacomense non verranno mai fuse, almeno per un paio di ragioni. La prima è puramente tecnica: non si possono effettuare fusioni tra squadre nate da meno di due anni. E la Real Spal lo è. La seconda sta nel disinteresse della famiglia Colombarini di accollarsi la gestione problematica della società di Roberto Benasciutti. L’operazione orchestrata neanche troppo segretamente dall’amministrazione comunale di Ferrara prevede piuttosto un trasloco della Giacomense a Ferrara e il suo cambio di denominazione e colori sociali. Il nome Giacomense continuerebbe a vivere attraverso il titolo di un’altra società dilettantistica della provincia. A tessere la tela della diplomazia da settimane c’è Fabio Bulgarelli, presidente della Pallacanestro Ferrara: a lui è stato affidato il compito di fare da catalizzatore dei vari interessi e di portare in porto questa complicata operazione. Gli eventi recenti hanno portato il giovane imprenditore a dover fare delle precisazioni molto importanti che riportiamo di seguito.

“Negli ultimi giorni sì è parlato di trattative e di accordi che riguarderebbero Giacomense e Spal. Il quadro che è stato fornito non mi sembra molto esaustivo, e vorrei fare chiarezza: il nostro gruppo non ha in corso nessuna trattativa per l’acquisizione della Real Spal. Noi non siamo interessati a rilevare la società, né tantomeno a parteciparvi. Qualche mese fa siamo stati contattati dall’amministrazione per discutere della nostra disponibilità a portare a Ferrara l’esperienza e la competenza maturata negli anni con la Giacomense, per cercare far ripartire la Spal. Da qui la proposta: trasferire la società Giacomense a Ferrara, cambiarne il nome, i colori, e il resto, e farne la SPAL, ossia la realtà calcistica professionistica di Ferrara. Il nostro gruppo, al quale settimana dopo settimana si sono aggregati stabilmente tanti imprenditori molto interessati al progetto, è disposto solo ad acquistare il marchio, attualmente in possesso del signor Benasciutti, per farne il marchio della nuova Spal. Quello sì, per una questione di prestigio e anche per fornire una sorta di buonuscita all’attuale proprietà. Per questo quindi siamo pronti a fare la nostra offerta, ed eventualmente a trattare, anche se il suo acquisto non è condizione essenziale. Se vi saranno le condizioni per dare alla luce la nostra Spal, ma non si trovasse un accordo sul marchio, la nuova Spal potrebbe nascere ugualmente senza di esso. In ogni caso l’andamento dei fatti al momento non dipende noi, ma dalle decisioni della proprietà di Real Spal. La Lega, infatti, non accetterà l’esistenza di due realtà calcistiche importanti a Ferrara. La Spal sarà una soltanto. Quindi la condizione per il nostro subentro è la rinuncia da parte di Real Spal al titolo sportivo e all’iscrizione al prossimo campionato. Solo in quel caso noi potremmo attuare questo nostro progetto e inviare la richiesta in Lega. Ci tengo però a precisare che da parte nostra la disponibilità ad agire c’è, ma Real Spal è di proprietà del signor Benasciutti, quindi spetta a lui la decisione sul da farsi. Potrebbe trovare un acquirente e vendere, potrebbe cedere una parte, oppure tenerla e procedere per conto suo anche l’anno prossimo. E’ suo diritto disporre della società come crede. Il nostro eventuale intervento, nelle modalità che ho appena descritto, è previsto solo in seconda battuta, cioè dopo che sarà stato deciso il destino dell’attuale società. In tal caso prima di tutto dovremo aspettare l’uscita dei nuovi regolamenti della Lega, per avere un’idea certa dei costi della prossima stagione, e in generale per calibrare le nostre offerte. Poi, è evidente che necessitiamo di avere una risposta in tempi non troppo lunghi. A spanne direi circa un paio di settimane”.

 

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