LA SPAL PIU’ BRUTTA DELL’ANNO REGALA I PLAYOFF ALL’ATLETICO PRO PIACENZA: IN GOL ANCHE CAZZAMALLI

SPAL-ATLETICO BETTOLA PONTE PRO PIACENZA 0-2 (0-1)

SPAL (3511): Canalicchio; Rizzo, Rosati, Piraccini (dal 1’ s.t. Rocchi); Piras, Cubillos, Marcolini, Braiati, Fiorini (dal 24’ s.t. Cucurnia); Laurenti; Marchini (dal 1’ s.t. Sartori). A disp. Gallo, Del Mastio, Shqypi, Massaccesi. All.: D. Sassarini.
ATL. BP PRO PIACENZA (433): Boari; Melegari, Rieti, Colicchio, Feher; Silva, Fulcini, Cazzamalli (dal 15’ s.t. Cambielli); Matteassi, Centofanti, Bignotti (dal 13’ s.t. Colla). A disp.: Pini, Talignani, Santi, Lombardi, Pozzi. All.: A. Franzini.

ARBITRO:  Amabile di Vicenza (Assistenti: Grieco e Zazzaretta).
MARCATORI: 29’ p.t. Fulcini (AP) su rig. e 11’ s.t. Cazzamalli (AP).
AMMONITI: Melegari (AP), Silva (AP) e Braiati (S).
NOTE: giornata tipicamente primaverile, si è giocato sotto un forte acquazzone per buona parte della ripresa, terreno in buone condizioni. Spettatori 1.200 circa (982 abbonati, rateo di € 2.482 e 212 paganti per un incasso di € 4.507).
Angoli: 6 a 3 per la Spal. Recupero: pt 0’, st 4’.

Ferrara – Con un classico risultato all’inglese l’Atletico Bp Pro Piacenza supera a domicilio una delle più brutte Spal viste negli ultimi anni calcare il “Paolo Mazza”: da questa sera la truppa di David Sassarini è matematicamente estromessa dalla lotta per conquistare anche l’ultimo posto disponibile per agguantare i playoff. Si congeda così nel peggiore dei modi l’undici ferrarese, forse troppo generosamente applaudito al novantesimo dalla cornice di pubblico più scarsa di tutto il torneo che ha contato poco più di duecento tagliandi staccati al botteghino. Un fallimento su tutta la linea di una stagione iniziata male e finita anche peggio sotto gli occhi di un Benasciutti tornato finalmente allo stadio dopo più di un mese e a più riprese beccato da una “Campione” mutilata ma che pulsa ancora, a fronte dei resti di una società allo sbando più totale. Inevitabile che adesso lo sguardo sia al futuro: Colombarini e la Giacomense, Bresciani o la cordata che farebbe capo a Candela? C’è da dire che a proposito di quest’ultima pista, oggi, al fianco dell’amministratore unico del sodalizio estense sedeva un emissario della stessa che però non ha voluto rilasciare dichiarazioni ufficiali. Nei prossimi giorni se ne saprà senz’altro di più con all’orizzonte la gara di Castelfranco Emilia di domenica prossima che servirà solo per l’almanacco, visto che i modenesi si sono già qualificati ai playoff come migliore tra le semifinaliste della Coppa Italia di categoria.
Sassarini non ha Nodari e Calistri per infortunio, deve rinunciare a Marongiu per squalifica e, all’ultimo, anche a Cintoi per un attacco influenzale: inedita difesa a tre con Rizzo, Piraccini (all’esordio stagionale con la maglia da titolare) e Rosati, Piras e Fiorini sono alti sulla linea dei centrocampisti composta da Cubillos, Marcolini e Braiati e Laurenti a svariare dietro l’unica punta Marchini; l’Atletico Bp Pro Piacenza non può contare su Nicolini, Piccolo e Jakimovski, tutti squalificati, ma ritrova Cazzamalli, Matteassi e Bignotti nell’undici di partenza.

Pronti via, passano otto secondi, scarico di Marchini a sorprendere Boari dalla lunga distanza, l’incerto portiere ospite si rifugia in angolo. Non inizia neanche così male la bagarre, si dirà. Terzo minuto, il Piacenza affonda sulla sinistra come una lama incandescente nel burro e Cazzamalli lascia partire un mancino su deviazione sbilenca del giovanissimo Rizzo, palla alta. I primi venti minuti sono uno spettacolo indecoroso, una terribile castrazione del gioco del football, un insulto ai pochi temerari che hanno scelto di trascorrere un pomeriggio a farsi del male al Mazza: Cubillos accarezza i guantoni di Boari, poi è capitan Marchini a guadagnare un paio di tiri dalla bandierina. Si’, siamo questi e nulla di più.
Al ventunesimo parte sempre dal capitano l’idea giusta: pallone con il contagiri a smarcare Laurenti che mette la freccia e supera l’arcigno Melegari ma per un motivo a noi sconosciuto la sfera corre più dell’eclettica ala di casa nostra, che pur sembrava in netto vantaggio. I piacentini respirano. Più che a una partita di calcio sembra di assistere a una sfilata di pensionati che peregrinano in zona Listone a parlare delle nubi stanche e minacciose che ben presto decidono di addormentarsi sopra il “Mazza”, al ventiquattresimo è sempre Marchini, di testa stavolta, a mettere in movimento Braiati messo giù con le cattive da Melegari: è giallo sacrosanto. Sugli sviluppi del calcio di punizione seguente Marchini prende un piccione che beatamente se ne stava appollaiato in Curva. Spal che più brutta di così non te la saresti mai immaginata, Atletico sornione che aspetta solo il momento migliore per castigare i ferraresi ma senza offrire spunti tattici di grande rilievo. Ventottesimo minuto, si rivede Cazzamalli e per noi son dolori: il gigante di Crema questa volta ha il tempo di guardare Rizzo dritto negli occhi e raccontargli probabilmente quanto male gli ha fatto lasciare la Spal tre stagioni fa, il tenero difensore biancazzurro, evidentemente stordito, non riesce che a metterci metà del suo scarpino, la palla giunge a Bignotti che a dispetto dei suoi ventuno anni ha due gioielli così lì sotto e non ci pensa su due volte e girarsi: Canalicchio suda freddo e può solo rifugiarsi tra le braccia dell’Altissimo, ma per sua fortuna la palla esce di un paio di centimetri alla sua destra. Ma il gol è nell’aria e il battesimo piacentino arriva sessanta secondi dopo: Piras si perde ingenuamente l’estroso Bignotti e quando lo afferra per la maglia è troppo tardi per rendersi conto che farlo in area è roba da galera sportiva: rigore sacrosanto e Fulcini giustizia dagli undici metri Canalicchio portando in vantaggio i suoi. Se c’è qualcuno che pensa a una reazione si sbaglia di grosso: fino al quarantesimo il tabellino è un foglio bianco in cui noia e generale scoglionamento si integrano alla perfezione. Nel finale di tempo per due volte sale alla ribalta, nella pochezza generale, Piraccini: prima è bravo a servire Fiorini sulla sinistra con un lancio millimetrico su cui però è bravissimo Rieti, poi salva buttandosi a pelle di leone su Centofanti dopo un’imbeccata del solito Cazzamalli.

La ripresa inizia con un Rocchi e un Sartori in più nel motore della Spal al posto di Piraccini e Marchini, Sassarini passa al 442 e avanza Cubillos al fianco dell’attaccante ternano: cambierà poco. Ottavo minuto, l’Atletico vorrebbe togliersi il pensiero: angolo dalla destra di Fulcini, velo di Matteassi e Colicchio va a botta sicura all’appuntamento con la sfera ma la mira è da dimenticare. Gli ospiti stazionano regolarmente nella metà campo ferrarese, Silva, Fulcini e Cazzamalli fanno girare la palla meglio dei nostri che assistono inermi alla disfatta di giornata. Undicesimo, l’Atletico stacca il biglietto per i playoff: Bignotti dalla sinistra lascia partire un traversone che taglia tutta l’area di rigore, i difensori spallini guardano colpevolmente la palla arrivare sulla testa di Centofanti che batte a rete, la traversa aiuta un Canalicchio inspiegabilmente paralizzato sulla linea di porta e sulla ribattuta ecco, come un falco, arrivare l’ex di turno Alessandro Cazzamalli e confezionare di testa il confettino del 2 a 0: nell’occasione del gol il giocatore lombardo prende anche una scarpata involontaria da Rizzo a livello dell’arcata sopraccigliare di destra ed è costretto al cambio. Franzini capisce che non c’è più partita e passa al 4411 con l’appena entrato Cambielli dietro all’unica punta Centofanti e Matteassi spostato sulla linea dei centrocampisti. Non è sola la società biancazzurra a pianger miseria, anche dal cielo le nubi scaricano acqua dalla disperazione per una Spal che suscita compassione ma anche tanta tristezza. Piove forte. Ventunesimo: percussione centrale di Braiati a favorire l’inserimento di Laurenti, traversone dell’esterno biancazzurro, Melegari si rifugia in corner. Passano neanche sessanta secondi che Piras è bravo a giocare su Sartori, tiro deviato del funambolo romagnolo a Boari battuto, ma c’è il solito e gigante Rieti a salvare tutto. C’è il tempo per vedere ancora una combinazione tra Laurenti e Sartori vanificata dall’intervento di Colicchio e Cubillos confondersi tra le strette maglie ospiti prima del fischio finale.

Finisce qui la stagione della Spal al Mazza e finisce qui, con ogni probabilità, anche la gestione targata Benasciutti. Male i biancazzurri: squadra apatica, senza mordente, a tratti senza capo né coda e con poca voglia di reagire. Neppure l’orgoglio dell’ultima partita davanti al proprio pubblico è stato messo in campo a fronte di un Atletico Piacenza parso, nella sua pochezza, addirittura meglio dei biancazzurri, abile a capitalizzare il massimo del risultato nelle uniche due vere azioni di tutta la partita. 

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