Può anche darsi che sia vero, che l’amore non è bello se non è litigarello. Altrimenti non si spiegano, a neppure una settimana di distanza dal comunicato firmato Vincent Candela (ma l’avrà davvero scritto lui?), le voci incontrollate su rapporti sempre più tesi tra l’attuale dirigenza biancazzurra e gli emissari della cordata romana incaricata di prendere possesso della Spal.
Da un mese esatto, il giorno di Atletico Pro Piacenza-Spal (28 aprile), Marco Pontrelli è divenuto l’ombra di Roberto Benasciutti. Nel frattempo sono successe un paio di cose: Candela è giunto di persona a Ferrara, ha parlato col sindaco Tagliani e ne ha ricevuto la benedizione ufficiale davanti alla stampa. Contemporaneamente Pontrelli, Giampiero Guarracino (futuro ds) e Paolo Pucci hanno proseguito sotto traccia con la pianificazione sul fronte tecnico. Nel frattempo sono passate due settimane e quelli che parevano “dettagli” per la chiusura del passaggio di consegne sono diventati veri e propri problemi. A partire dal bilancio societario della stagione 2012/2013. Perché a fronte del deludente risultato del campo, ci sono anche i conti da far quadrare. E per il momento non sembrano quadrare affatto.
Oggi le mura sembrano aver scricchiolato più del dovuto nelle stanze dei bottoni, tanto che dalle parti del municipio sarebbero già al lavoro per trovare una soluzione. Da una parte ci sarebbe Benasciutti che avrebbe accusato i romani di essere venuti a Ferrara senza le adeguate capacità finanziarie per rilevare la Spal; dall’altra Pontrelli e soci avrebbero invece ricordato a Benasciutti, una volta preso visione del bilancio, che i debiti ammonterebbero a molti più del previsto. Quindi o si copre il buco (non meno di 400mila euro, pare), oppure la trattativa non si sblocca. A tutto questo si aggiunge la posizione non secondaria dell’attuale presidente Ranzani, che avrebbe opposto un netto rifiuto alla ratifica dell’attuale bilancio. Uno stallo che pare aver irritato l’amministrazione comunale, tanto che Benasciutti sarebbe stato sollecitato a trovare una soluzione in tempi brevi.
Gli scenari? Il più suggestivo, per la città e per i tifosi porta sempre a quella strada che finisce a Masi San Giacomo, già percorsa poco più di un mese fa. Una pista abbandonata frettolosamente dall’amministrazione comunale che anziché sincerarsi dell’effettiva disponibilità economica di chi arrivava ha ben pensato di sbagliare due volte: prima non mettendo nelle condizioni Benasciutti di accettare i 320 mila euro di Colombarini e soci (un’offerta irrinunciabile); poi investendo ufficialmente Vincent Candela come presidente dei biancazzurri nonostante in termini legali vi fosse (e vi sia tuttora) un presidente della Spal di nome Roberto Ranzani. Il piano di salvataggio in extremis sarebbe già stato proposto da rappresentati delle istituzioni al presidente grigiorosso Mattioli, che a sua volta si sarebbe preso il tempo necessario per pensarci. D’altronde l’iscrizione alla Lega Pro andrebbe perfezionata entro il 30 giugno e un mese di tempo potrebbe non bastare all’eventuale trasloco.
Per il momento il pallino del gioco rimane nelle mani di Roberto Benasciutti, che in mancanza di una risoluzione positiva dell’attuale trattativa potrebbe andare alla ricerca di nuovi (o vecchi) interlocutori o addirittura scegliere di proseguire in solitaria allestendo una Spal low-cost. Con quale credibilità agli occhi dei tifosi, non si sa. Nel frattempo, restiamo in attesa di un nuovo comunicato da Roma che ci rassicuri sull’ottima salute di una Spal sempre più malferma.
Servizio a cura di Alessandro Orlandin e Diego Stocchi Carnevali.