Inizia oggi il nostro viaggio alla scoperta delle ragazze di Roberto Baroni. Grazie alla collaborazione della società ferrarese, una volta a settimana una giocatrice si racconterà ai nostri taccuini: sogni, speranze, aspettative e racconti di vita di tutti i giorni. Perché oltre al calcio c’è di più, molto di più. Oggi è la volta di Giulia Montorio.
Nome: GIULIA
Cognome: MONTORIO
Età: 24
Ruolo: ATTACCANTE
Record di reti: 27, stagione 2012/2013
Calciatore/calciatrice a cui ti ispiri: KAKA’
Carriera: dal 2002 al 2007 nella Fortitudo Mozzecane prima in Primavera e poi in Prima squadra in serie B. A seguire il trasferimento a Ferrara alla New Team con due anni di inattività a causa della rottura, prima del crociato anteriore del ginocchio sinistro, poi il crociato anteriore del destro.
Come ti sei avvicinata al calcio?
“Mio padre mi ha trasmesso questa passione, in particolare per il Milan. Mi ha portato allo stadio fin da piccola e da lì ho iniziato ad amare questo sport. Ho iniziato a dieic anni, mi ricordo ancora che quando ero piccolina, avevo forse più o meno l’età giusta per cominciare ad andare a scuola, ho chiesto un paio di scarpe da calcio invece di una bambola”.
Come dev’essere il tuo allenatore ideale?
“Piacerebbe a tutti avere un allenatore severo ma giusto, credo, che non faccia favoritismi e basi le sue valutazioni solo su quello che dimostro in campo”.
Il ricordo calcistico più bello che hai.
“La vittoria del Campionato di Serie C, la Coppa Emilia e la Supercoppa Emilia, tutti trofei portati a casa in una sola stagione. E’ stata una gioia indescrivibile, voluta, sudata. Guadagnata fino in fondo!”.
Ci sono dei riti particolari, diciamo così, che segui prima delle partite?
“Ho due portafortuna che infilo sotto ai parastinchi, esco per ultima dallo spogliatoio ed entro sempre per ultima in campo”.
Qual è la tua miglior qualità in campo?
“La grinta e la determinazione: in campo non mollo mai e corro senza risparmiarmi su ogni pallone”.
Quali sono le differenze principali tra il calcio femminile e il calcio maschile in Italia?
“Il calcio femminile praticamente non viene neppure considerato dai media, nemmeno se si parla di Serie A o di Nazionale, figuriamoci quindi le serie cosiddette ‘minori’: i fondi per praticare questa passione sono pochi, mentre il calcio maschile gode di soldi ‘illimitati’. Il calcio femminile è semplicemente passione e cuore, quello maschile è nulla più che business”.
Cosa diresti a un/a tua coetaneo/a per convincerla a venire a vedere una tua partita?
“Gli direi che si divertirebbe e rilancerei dicendogli di invitare anche qualche suo amico a fare il tifo per noi. Il lato femminile di questo sport ha tanto bisogno di visibilità”.
Secondo te di che cosa avrebbe bisogno il movimento del calcio femminile per essere più considerato dalle tv e/o dai giornali?
“Probabilmente di qualche persona di ‘successo’ e buon cuore che sponsorizzasse il nostro movimento, portando così più gente a seguirlo: a quel punto anche i media inizierebbero a parlare di noi. Forse servirebbe anche qualche iniziativa collaterale da parte della Federazione per dare lustro a un mondo che ha voglia di emergere”.
Qualche domanda di carattere personale: cosa fai nella vita?
“Studio e lavoro ogni tanto per sentirmi più libera e indipendente e non pesare troppo sulla mia famiglia”.
Quali sono le tue aspirazioni per il futuro?
“Trovare un lavoro che mi piaccia, come tutti del resto, e che magari mi permetta di continuare questa passione per il calcio”.
Quali sport segui al di fuori del calcio?
“Amo tutti gli sport, davvero, dal basket alla pallavolo e quando posso seguo con grande passione le partite”.