Floriano e Varricchio, due personaggi che fanno bene al calcio. Il retroscena è presto svelato: domenica sera, appreso della promozione della SPAL e del gol di Max, l’attaccante del Mantova ha immediatamente chiamato il nostro capitano per fargli i complimenti: non un gesto casuale e neppure scontato in un mondo, quello del calcio, dove da padrone la fanno ben altre vicende, purtroppo: scontri, violenza, scommesse, risultati ‘atipici’. Ti passa la voglia e la fantasia.
Tra i due è andata più o meno così: “Ciao Max, sono Roberto Floriano, sai quel ‘nano’ del Mantova che ti ha purgato un paio di settimane fa, eheh! Volevo farti i complimenti per aver vinto la classifica marcatori: sei un grande, mi hai fregato per un gol, mannaggia a te! Ah e tanti complimenti anche alla tua SPAL naturalmente, sono molto contento per voi! In bocca al lupo per tutto, non sognare di smettere e continua così! Alla prossima partita! Ciao!”.
Il “Cap”, per tutta risposta, a 37 anni suonati, quando pensava di averle viste e sentite tutte è rimasto sorpreso da tanta e inaspettata carineria, come poi lui l’ha definita. Per di più di un agguerrito avversario come ‘Fl@sh’. Lo ha preso in contropiede. E non è poca cosa per un giocatore che in contropiede è abituato, in partita, a prendere una volta sì e l’altra pure i difensori avversari: “Ciao Roberto, che sorpresa! Grazie, ma i complimenti te li faccio io: hai fatto 19 gol quest’anno e per uno come te che gioca da punta esterna è tanta, tantissima roba. Spero di vederti in B l’anno prossimo, è un’occasione che ti sei ampiamente guadagnato sul campo, e magari lì la vinci la classifica marcatori! Grazie ancora! A presto”.
Situazione: Floriano è legato al Mantova da altri due anni di contratto; Varricchio, ormai è certo, resterà alla SPAL anche la prossima stagione dove chiuderà la sua longeva e straordinaria carriera – forse – di giocatore.
Ma riavvolgiamo il nastro. Roberto ‘Fl@sh’ Floriano e capitan Varricchio si sono conosciuti per la prima volta, per davvero, al ‘Mazza’ in occasione di SPAL-Mantova il 16 dicembre scorso. Galeotta fu quella doppia intervista sulle nostre pagine la settimana che precedeva il match, anche se già tanta era l’ammirazione della punta del Mantova per ‘Conte Max’, e sin dai tempi di Alessandria, quando lo incrociò per la prima volta in una partita contro il Cuneo.
Roberto Floriano è nato il 14 agosto del 1986, ed è cresciuto in Germania prima di trasferirsi nelle giovanili dell’Inter.
Massimiliano Varricchio è nato anche lui il 14, ma del mese di novembre e del 1976. Questo vuol dire che quando l’airone biancazzurro iniziava a bucare la rete tra Crevalcore e Cento a metà degli anni ‘90, Floriano neanche aveva finito le Scuole Elementari e sarebbero passati altri dieci anni prima vederlo iniziare a segnare i primi gol, muovendo i primi passi su campi accidentati e polverosi di D tra Seregno e Cologno al Serio.
Proprio come Max che intanto però, in quella stessa stagione, conquistava la B, raccogliendo da protagonista la sua prima promozione della carriera a La Spezia e segnando il suo record personale di gol.
Floriano di Ferrara e della SPAL ne ha solo sentito parlare: bene, anzi, benissimo. Prima alla Tritium dal suo più grande estimatore che si chiama Stefano Vecchi che nella nostra città ha lasciato un ricordo speciale, al di là della retrocessione; poi all’Alessandria dal ‘Prof’ Sonzogni che di Ferrara ha sempre amato la sua storia, ma poco capì di quella squadra. Dettagli.
Ma Floriano, il miglior attaccante esterno della Lega Pro, con noi ha un conto aperto: ci ha massacrato a Pistoia un anno fa in D buttandoci fuori dai play-off (che mai comunque avremmo conquistato); quest’anno ci ha rispedito a casa dal ‘Martelli’ con il suo Mantova e con le pive nel sacco a due colpi di battocchio dal novantesimo, secondo più, secondo meno. E’ colpa – anche – sua se la SPAL ha dovuto soffrire per questa benedetta promozione. Nel mezzo ci fu quella gara di andata a Ferrara in cui il ragazzo rimase a secco, sì, ma anche “straordinariamente colpito e sorpreso da quella tifoseria che osannava Max” e capace di rivelarsi non solo amuleto prezioso ma autentico elemento trascinante nei momenti più delicati.
Domenica scorsa, in Sardegna, ‘Fl@sh’ ha firmato, con la diciannovesima rete stagionale, la marcatura che ha regalato al Mantova la matematica promozione; a Ferrara intanto, negli stessi minuti, Max chiudeva la pratica promozione buttando dentro la ventesima pesca del campionato e battendo sul filo di lana proprio Floriano e Alessandro (rimasto a bocca asciutta con il suo Real Vicenza): 464 partite tra i ‘prof’, 20 gol in 27 partite – l’anno scorso 22 centri in 32 gare – Max è il migliore degli attaccanti di Prima e Seconda divisione. A 38 anni da compiere tra qualche mese è un bell’andare per un professionista esemplare che ogni giorno fa arrabbiare la moglie con le sue manie di calciatore, i suoi orari, le sue abitudini. I pensieri e le tensioni. Sacrifici del passato e di un presente che ne hanno fatto quello che oggi è diventato: un grandissimo.
Sono storie lontane che si incrociano nel nome del calcio quelle di Roberto Floriano e Max Varricchio. Giocatori tanto diversi, sì, ma così dannatamente complementari: uno corre come una scheggia su e giù per il campo, segna tanto e sforna assist spesso decisivi; l’altro, mentre aspetta il rifornimento giusto, apre le ali come un airone, con quella grazia che incanta e lascia di stucco i poveri difensori, destinati al martirio.
Una coppia che insieme farebbe faville e che avrebbe molto da dirsi e raccontarsi, nonostante quei lunghi silenzi che spesso accompagnano giocatori come loro, che non usano molte parole perché abituati sul campo a lasciar partire cannonate micidiali. E dove basta uno sguardo per capire da che parte andare, quale movimento fare.
In questo scambio di normalissimi messaggi l’assist più bello, da incorniciare, è proprio di Floriano: di testa Varricchio, come spesso succede anche in campo, non poteva che raccogliere e mettere dentro il gol decisivo. A vincere, almeno per questa volta, è solo il calcio che vorremmo sempre raccontare e quello stile inconfondibile di due professionisti che, nonostante i colori, si rispettano e stimano profondamente.