Il secondo match point è quello buono. Pescara davanti al suo pubblico, accorso in massa al Pala Giovanni Paolo II, chiude la serie scudetto sul 3 a 1 e, per la prima volta nella sua storia, si laurea campione d’Italia. La compagine abruzzese guidata da Fulvio Colini, dopo due finali perse in questa stagione – entrambe contro l’Asti di Thiago Polido in Winter Cup e Coppa Italia -, la terza non se la fa sfuggire dalle mani, battendo 4 a 3, ai rigori, il Kaos Futsal di Leopoldo Capurso, che per buona parte del tempo aveva condotto le danze in Gara-4. Se per i delfini biancoazzurri è il primo trofeo alzato in 19 anni di storia, Colini, invece, è sempre più nella leggenda: nessun tecnico, nei 32 anni di vita del campionato italiano, aveva mai vinto lo scudetto su quattro panchine diverse. L’allenatore nativo di Roma, che prima del Pescara aveva portato a casa il tricolore tricolore con Roma Rcb (2001), Montesilvano (2010) e Luparense (2014), stacca Jesus Velasco, che detiene, invece, il record di scudetti vinti (sei). Il Pescara, grazie a questo successo, acquisisce anche il diritto a partecipare alla prossima edizione della Uefa Futsal Cup, trofeo che proprio Colini ha portato in Italia per la prima volta nel 2011 alla guida del Montesilvano. Per la società estense del patron Marco Calzolari non possono che rimanere solo rimpianti di una finale persa pur avendo espresso un ottimo futsal in tutte le quattro gare della serie. Questa volta i penalty, che avevano sorriso ai neri in Gara-3, si sono rivelati fatali: dal dischetto, l’errore decisivo è quello di Coco, mentre Rogerio, caduto in fallo venerdì scorso a Ferrara, non ha fallito l’appuntamento con la storia.
1° tempo
Colini deve rinunciare a Morgado, ma recupera Caputo, jolly difensivo importantissimo necessario ad arginare la potenziale straripante vena realizzativa di Kakà, rientrante dopo il turno di stop impostogli dal giudice sportivo. Capurso sceglie ancora Timm tra i pali lasciando fuori dai 12 Laion, e anche se recupera il suo bomber principe, deve fare a meno di Vinicius, fondamentale per gli equilibri tecnico-tattici. E’ la partita che il Pescara non può permettersi proprio di perdere, soprattutto psicologicamente. Rescia, servito da PC, avrebbe la prima occasione sui piedi, ma l’argentino sceglie di servire Nicolodi invece di calciare, e l’azione sfuma. Allora, davanti ad un PalaGiovanniPaoloII tutto esaurito e quasi interamente biancazzurro, a segnare per primo è il Kaos Futsal. Gio Pedotti, dopo appena 3′ di gioco, con un bel break a centrocampo indovina la diagonale difensiva giusta, per poi involarsi, praticamente indisturbato, verso Capuozzo, freddandolo come meglio non avrebbe potuto: rasoiata di destro direttamente all’angolino che vale il vantaggio estense, 0 a 1. Gli incubi di una potenziale rimonta nera fanno sì che la reazione dei padroni di casa sia rabbiosa, ma è la confusione a farla da padrona nelle manovre offensive biancoazzurre, così Timm deve limitarsi solamente ad un paio di interventi che per lui non sono altro che ordinaria amministrazione. Il portierone italo-brasiliano prima neutralizza un tentativo in girata di Rogerio, poi è bravissimo, all’8’37’’, nel deviare d’istinto il tentativo ravvicinato di Canal, e poco dopo si ripete, sempre sul laterale di Colini. Tutt’altro copione, invece, per Capuozzo, che per chiudere Bertoni – non una, non due, ma ben 3 volte – deve immolarsi a difesa della propria porta, e lo fa bene, impedendo all’ex Luparense e Marca di entrare di diritto sul tabellino dei marcatori. Il doppio vantaggio del Kaos non arriva e Pescara, per forze di cose, rimane attaccata alla partita. Ma gli uomini di Colini non sono tranquilli e sereni, anzi, e non trovando sbocchi tra le maglie nere ben posizionate a difesa della loro porta iniziano ad innervosirsi, e non poco. A cavallo del 10’, ci prova anche Leggiero, ma il suo sinistro finisce fuori. I falli iniziano a salire di numero, minuto dopo minuto, così come la tensione degli abruzzesi, mai realmente vicino al pareggio se non in qualche occasione sporca: il sinistro di Nicolodi deviato da un giocatore del Kaos per poco non si trasforma nel gol del pari. Tutto ciò va a favore solo degli ospiti, che all’intervallo si trovano meritatamente in vantaggio grazie ad una prestazione generosa, tatticamente pulita ed accorta, priva di sbavature grossolane.
2° tempo
Il ritmo e l’atmosfera che si respira nella ripresa non si discostano più di tanto da ciò che ha caratterizzato la prima frazione. La partita rimane bloccata, ma dei timidi accenni di trame offensive ben imbastite si vedono da entrambe le parti. Prima Nicolodi scalda le manone a Timm, però il sinistro gli esce centrale ed è facilmente parato dal portierone italo-brasiliano. Il Kaos si difende basso e con grande attenzione, d’altronde nulla gli impone di dover spingere sull’acceleratore. Il primo a creare pericoli nella ripresa ai padroni di casa è Kakà, ma Capuozzo, ancora una volta, chiude bene lo specchio. Poco dopo Coco esagera con le proteste dalla panchina e viene ammonito: sanzione pesante, che però, purtroppo, si rivelerà ininfluente. Il Pescara prova ad attaccare ma non incide, fino a quando, al 9’41”, ingenuamente Kakà, cercando di recuperare il possesso della sfera, frana su Nicolodì. Infrazione nemmeno troppo eclatante, ma probabilmente interpretata dai direttori di gara come un fallo tattico, e questo costa la seconda ammonizione al cannoniere brasiliano, che finisce anzitempo sotto la doccia. In superiorità numerica, il pareggio del Pescara è quasi immediato, e l’artefice è Salas, che chiude un’azione orchestrata da Ercolessi e Rogerio facendo così esplodere di gioia il PalaGiovanniPaoloII. Il paraguaiano, su sponda di Rogerio, sfiora anche la doppietta, ma il pallone termina a lato. Gli abruzzesi, rinfrancati dal pareggio, alzano il proprio baricentro cercando il gol scudetto: ci prova Nicolodi in percussione, ma Timm fa ancora buona guardia. Capurso, negli ultimi 4′, rischia Coco portiere di movimento, ma è ancora Timm a prendersi le luci della ribalta con almeno 3 interventi da vero fenomeno, e dove non arrivano i suoi tentacoli ci pensa l’incrocio dei pali a salvare gli estensi sul tentativo di Rogerio. Così, come è successo lo scorso venerdì in Gara-3, anche questo match si decide ai rigori. Ancora una volta Colini spedisce Lorenzo Pietrangelo tra i pali, ma le parate del giovane portiere non serviranno: infatti, è la traversa a fermare il sinistro di Coco al secondo penalty estense. In compenso tutti gli altri segnano, compreso Rogerio, ed è festa grande al Pala Giovanni Paolo II. Il Pescara è campione d’Italia, il sogno degli abruzzesi diventa realtà, mentre quello dei ferraresi si stampa sulla traversa proprio quando la fortuna sembrava aver iniziato a sorridere al Kaos.
PESCARA – KAOS FUTSAL 4 a 3 (dcr)
Pescara: Capuozzo, PC, Rescia, Nicolodi, Canal. Pereira, Pietrangelo, Ercolessi, Salas, Caputo, Leggiero, Rogerio. All.: Colini
Kaos Futsal: Timm, Pedotti, Andrè, Bertoni, Tuli. Evandro, F. Petriglieri, Failla, Espindola, Coco, Kakà, Titòn. All.: Capurso
Marcatori: Pedotti 3’02” (K), Salas (P) 10’10”
Arbitri: Manzione di Salerno, Albertini di Ascoli Piceno, Gallo di Torre Annunziata
Ammoniti: André (K), Nicolodi (P), Coco (K), Bertoni (K), Salas (P)
Espulsi: Kakà (K) 9’41” per doppia ammonizione
Sequenza rigori: Pedotti (K) segnato, Nicolodi (P) segnato, Coco (K) sbagliato, Canal (P) segnato, Bertoni (K) segnato, Rogerio (P) segnato