Savona-SPAL 3-1 del 7 settembre 2014 avrebbe potuto essere una partita taroccata, ma non lo è stata. A confermarlo è il Tribunale Federale Nazionale della Figc, che ha condannato l’allenatore Ninni Corda e il suo vice Giovanni Mattu a tre anni di squalifica e 50mila euro di ammenda per la tentata alterazione del risultato di quella specifica partita.
La vicenda era già nota da settembre, ma i dettagli vengono svelati ora dal comunicato della Sezione Disciplinare del Tribunale Federale: Corda, ex allenatore del Savona (si dimise a luglio 2014), a due giorni dall’incontro tra la squadra ligure e la SPAL, incontrò quattro calciatori (Carta, Demartis, Cabeccia e Marconi) e propose loro di non impegnarsi al massimo per causare la sconfitta del Savona e mettere nei guai Arturo Di Napoli, tecnico in quel momento in carica. Secondo il presidente del TFN Sergio Artico, Corda tentò quindi di indurre il Savona alla sconfitta, allo scopo di “affossare l’allenatore Arturo Di Napoli, aggiungendo che la disponibilità eventualmente dimostrata sarebbe stata in qualche modo ricompensata in seguito“.
I quattro giocatori, che si presentarono assieme all’incontro, ma parlarono uno alla volta con Corda, nel viaggio di ritorno scambiarono impressioni su quanto avvenuto: “[…] convenendo tutti e quattro di aver ricevuto una proposta inaccettabile – si legge nel dispositivo – per quanto non perfettamente identiche con riferimento ad una sola gara o a più gare, decidevano di parlarne la sera stessa, con il compagno Marchetti in quanto l’ex allenatore aveva riferito al Demartis che anche lui sarebbe stato a conoscenza della sua proposta“. Lo stesso Di Napoli e i dirigenti del Savona, incluso il presidente Dellepiane, vennero poi messi al corrente del contenuto dell’incontro e questo fece scattare l’esposto alla Procura Federale che ha poi dato il via all’inchiesta e portato al deferimento di Corda e Mattu lo scorso 13 aprile.
La SPAL, ovviamente, non c’entra assolutamente niente con la vicenda. Più che altro fa sorridere lo strano paradosso: se Cabeccia e compagni avessero accettato di comportarsi come richiesto da Corda, la SPAL avrebbe chiuso il campionato con tre punti in più. Magari quelli che avrebbero potuto valere i playoff. Ma non ci sono dubbi sul fatto che non ci debbano essere rimpianti in una situazione del genere, in cui hanno vinto onestà e sportività.