C’è poco da fare, l’estate 2015 sarà ricordata, oltre che per il caldo da Guinness World Record, anche perché diverse squadre hanno deciso di ammainare le loro bandiere, che, senza alcun dubbio, hanno scritto pagine di storia importanti. Anche se stiamo parlando di sport, e impatti mediatici, differenti, così come Gerrard e Xavi hanno salutato, rispettivamente, i reds di Liverpool – e la focosa Kop -, e il Barcellona, pure André Ferreira, capitano di lungo corso del Kaos Futsal, ha deciso di proseguire la sua carriera lontano dalle sponde del Po e dalla squadra che l’ha consacrato. Infatti, il jolly brasiliano, nativo di Londrina nello Stato del Paraná, ha scelto di non rinnovare il contratto che lo avrebbe nuovamente legato alla società estense del presidente Angelo Barbi e del patron Marco Calzolari, e, dopo 8 lunghe e intense stagioni, lascia Ferrara.
Un addio che non passa inosservato, e nemmeno scivola via indolore. Come del resto testimoniano le parole di Capurso: “Ho avuto il piacere di allenare un ragazzo d’oro sotto tutti i punti di vista. Un esempio per tutti sia come uomo che come giocatore”. Il tecnico pugliese ha voluto dare il commiato ad André tramite Facebook, dimostrando così a tutto il pubblico del futsal nostrano quanta stima nutrisse nei suoi confronti.
Poi è toccato allo stesso ex capitano del Kaos prendere la parola in una delle rare interviste concesse in questi anni da leader silenzioso dello spogliatoio quale è.
Lasci Ferrara dopo 8 anni, partiamo subito coi ringraziamenti?
“Dovrei ringraziare davvero tante persone perché dopo 8 anni trascorsi in questa città ho conosciuto molta gente e ho stretto diversi legami d’amicizia. Non me la sento di iniziare a fare nomi perché rischierei di dimenticarmi qualcuno visto che sono veramente tanti, e non sarebbe carino.”
Cosa ti mancherà della città?
“I cappellacci di zucca del Archibugio (ride, ndr). No dai, scherzo, ma neanche troppo. Comunque, mi mancheranno la città, in cui si vive benissimo perché è molto tranquilla, gli amici con cui ho instaurato uno splendido rapporto anche fuori dell’ ambito sportivo, e i tifosi che durante tutti questi anni sono stati veramente fantastici.”
Qui sei cresciuto tanto ed è pure nata tua figlia, sono questi i momenti indimenticabili di Ferrara?
“Certo, giocando per il Kaos, oltre a lavorare in un ambiente corretto e positivo, ho avuto la fortuna di aver conosciuto mia moglie, con la quale poi mi sono sposato e da cui ho avuto una splendida bimba; per me questo vale più di qualsiasi altra cosa. Io sono arrivato che ero poco più che un bambino, ora sono diventato uomo”.
Passiamo a un argomento un po’ più delicato. Cosa ti ha convinto a non firmare il rinnovo? Le regole che limitano l’impiego dei giocatori brasiliani è molto vincolante, volevi più spazio?
“Ecco, visto che avete tirato in ballo la questione vorrei spiegare dal mio punto di vista come si è evoluta questa storia, senza nessun tipo di polemica, sia chiaro. Io ero anche disposto a rinnovare ma è stato il Kaos in primis a non essere convinto di volermi rifirmare. D’altro canto non posso negare che avrei voluto più spazio perché è normale che se un calciatore gioca 10 minuti ha l’ambizione di poterne giocare 15. Io ho la coscienza a posto visto che in cuor mio so di essermi sempre impegnato al massimo sia durante gli allenamenti che in partita, ma, poi, sono il mister e la società che fanno le scelte. Comunque, nel mio addio non c’è nessuna polemica.
Cosa ti ha dato il Kaos e cos’hai dato tu a questa società?
“Penso che entrambi siamo stati importanti l’uno per l’altro. La società mi ha aiutato in tutti sensi, sia sportivo che di vita, mentre io ho sempre dato il mio massimo, tutto quello che avevo ho sempre cercato di metterlo in campo per portare in alto i colori della società Kaos Futsal.”
Di giocatori e allenatori ne sono passati ma tu sei sempre rimasto. Che effetto ti fa andare via e cominciare il campionato con un’altra maglia?
“Tutto quello che ho dato al Kaos lo darò pure alla mia nuova società. Adesso inizierò un’altra avventura con nuovi stimoli.”
Saluti da capitano e da vice-campione d’Italia; il non essere riuscito a vincere lo scudetto è l’unico rimpianto di questa tua lunga permanenza al Kaos?
“Si sicuramente si, però, almeno sono riuscito a vincere la Coppa Italia con l’under 21. Purtroppo non ho chiuso in bellezza con la prima squadra e mi dispiace un sacco lasciare il Kaos senza aver vinto lo scudetto, ma sono comunque fiero di quello che abbiamo fatto perché, numeri alla mano, è stata una ottima stagione.”
Dove andrai a giocare? Rimarrai in Italia?
“Ancora non lo so perché ho diverse richieste, sia di alcune società in Italia che all’estero. Devo decidere assieme alla mia famiglia per capire cosa sia meglio per noi.”
Speri che questo sia solo un arrivederci e pensi, magari, un giorno di tornare?
“Adesso è arrivato il momento di nuove esperienze. Non posso lamentarmi assolutamente di niente per quella che è stata la mia carriera sportiva fino a questo momento. Voglio ringraziare ancora una volta la società. Nel futuro chi lo sa, chi vivrà vedrà…”