Contro l’idea di un Napoli che si scansa: i partenopei hanno tante buone ragioni per vincere

Verrebbe la voglia di maledire Giulio Andreotti per quel suo adagio sul prenderci nel pensar male, perché di fatto sembra essere diventata la mentalità standard del tifoso di calcio in questo paese. In neanche 24 ore se ne sono lette di tutti i colori a proposito di un presunto “scansamento” del Napoli contro il Crotone nel prossimo turno, quando in realtà non sembrano esserci ragioni logiche per prefigurare uno simile scenario. 
Ci pensa il collega e amico Massimiliano Gallo, direttore de Il Napolista, a mettere in fila per noi un po’ di buoni motivi per non dubitare della squadra di Sarri. 

La permanenza di Sarri. Le voci incontrollate su un ipotetico arrivo di Ancelotti. Il futuro della squadra tra calciatori in partenza e un bel gruzzoletto da investire. Senza dimenticare le polemiche ancora vive – e lo saranno per un bel po’ – per il finale di campionato. È questo l’ordine del giorno del tifoso del Napoli quando manca ancora una giornata prima di archiviare il campionato di Serie A 2017-2018. Come vedete, amici spallini, non c’è l’eventualità di scansarsi nella partita di domenica prossima contro il Crotone vostro rivale nella lotta per non retrocedere. Nel calcio tutto può succedere, ma francamente non ci sono le basi per un simile salto nella fantascienza. Sarà l’ultima partita stagionale al San Paolo, potrebbe essere anche l’ultima di Sarri sulla panchina azzurra. Lo stadio sarà pieno, per l’occasione il Napoli ha stabilito prezzi stracciati per donne e bambini. Calciatori e allenatore vorranno chiudere in bellezza e superare i 90 punti. Il Napoli diventerebbe la prima squadra a perdere un campionato dopo aver raggiunto una simile quota. Sarebbe come il Torino dei 50 punti: è superfluo ricordare che anche allora a sconfiggere i granata furono quelli della Juventus.

Se poi qualcuno volesse addentrarsi nei meandri degli intrecci tra squadre, non ci sarebbe alcun motivo per fare uno sgarbo agli amici ferraresi. E amici non è un termine buttato lì. Di certo non abbiamo dimenticato che al di sopra del Garigliano siete stati tra i pochissimi a non insultarci con quei disgustosi cori che da sempre ci accompagnano nelle nostre trasferte. E pure se dopo Spal-Napoli qualcuno montò una polemica contro i napoletani, non ci siamo affatto offesi. Siamo abituati a ben altro. Abbiamo anche seguito con interesse e disgusto quel che è successo nei vari stadi italiani alla vostra bandiera di Aldrovandi. Senza dimenticare che ci avete regalato una serata d’illusione, quando avete fermato la Juventus sullo 0-0 al termine di una gara giocata con grande ardore. Ricordiamo il conterraneo Schiattarella coprire ogni porzione del campo. Certo, dobbiamo ammettere che non ci farà piacere nemmeno punire il Crotone: anche i calabresi ci hanno regalato una memorabile serata, con quell’1-1 che ci diede la possibilità di riaprire il campionato e di andare allo Juventus Stadium a meno quattro. E nemmeno loro ci cantarono quei cori disgustosi. Se potessimo scegliere, non manderemmo in B nessuna delle due. Ma non potendo scegliere, il Napoli giocherà la sua partita e onorerà il campionato come ha sempre fatto. Credetemi, non c’è alcun motivo per pensare a qualcosa di losco.

Il Napoli domenica giocherà esclusivamente per sé, per concludere in bellezza un campionato straordinario. Non è nemmeno contemplata l’ipotesi di sporcare una stagione che non ha portato alcun titolo, ma che è entrata nell’immaginario di tanti tifosi e non soltanto del Napoli. Poi, nel calcio c’è sempre l’avversario. Ma noi ce la giocheremo. Nessuno potrebbe mai pensare il contrario. Di noi, poi, che abbiamo inventato Scansuolo e Scansdoria. Quindi, amici spallini, relax, e pensate alla Sampdoria. Concentratevi sul vostro incontro. Potete tranquillamente batterli, anzi batteteli. Meritate di chiudere il campionato con una vittoria. Al triplice fischio finale, scoprirete che il Napoli la sua partita l’avrà giocata. Francamente non abbiamo alcuna voglia di rinunciare a una trasferta in cui non ci augurano di morire sotto la lava del Vesuvio.

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