CALCIOMERCATO. Le nuove e improvvise norme rischiano di azzerare le strategie se il club di Butelli non rinuncerà ai contributi. Otto under 87 in rosa non sono un problema ma due titolari nati dopo l’89 costringono Pozzi a rivedere molte trattative per non perdere i circa 300 mila euro garantiti. Laurenti, Marongiu e Pallara hanno i requisiti richiesti. Così come il probabile acquisto Lorusso, terzino del Carpi. Under: piacciono Maino dell’Albinoleffe, Zamuner del Venezia e l’ottimo Lewandowski del Padova. Zigoni il sogno impossibile.
Rivoluzione Lega Pro. Magari la figuraccia Mondiale ha avuto il suo peso. Considerazioni a parte il nuovo regolamento ufficiale pubblicato come un fulmine a ciel sereno sul sito della stessa Lega Pro impone a tutti i club una pesante, gigantesca inversione di rotta. Per poter usufruire dei contributi federali previsti per chi utilizza i giovani (rimborsi a seconda del minutaggio) da quest’anno vanno rispettati vecchi e nuovi obblighi. Questi. In Prima Divisione vanno tesserati almeno otto calciatori nati dal 1987 in poi e non bisogna scendere mai sotto questo obbligo durante la stagione. Non solo. La vera rivoluzione passa per quest’altro obbligo. In ogni partita, e per tutti i novanta minuti, devono esserci in campo, quindi devono giocare, due giocatori nati dal 1989 in poi. Alla luce di tutto questo vanno fatte alcune riflessioni. La prima è che si tratta di una normativa senz’altro efficace per far fronte alla produzione di calciatori made in Italy forse mai così deficitaria. Alla voce perplessità, invece, si potrebbe far notare che certi cambiamenti, meglio: certe rivoluzioni, andrebbero “scalettate” per tempo. La tempistica quindi è senza dubbio allucinante. Così come il fatto di non farla diventare un obbligo in modo da far partire tutti alla pari. E qui andrebbe aperta una parentesi gigantesca perché proprio non si capisce perché si creino queste disparità. Senza contare che il vantaggio, per chi non ha un forte settore giovanile, sarebbe dei club di A e B che potrebbero prestare i loro giovani, farli crescere e portarsi a casa dei giocatori fatti praticamente gratis. L’ultimo rischio, dicevamo, è che le società di Lega Pro più ricche (ormai pochissime per la verità) potrebbero infischiarsene altamente delle nuove regole rinunciando ai contributi e avendo quindi, almeno sulla carta, una squadra più competitiva. Ultima cosa: le società, prese così alla sprovvista e nel bel mezzo del mercato, qualche disagio (eufemismo) l’avranno senz’altro. Da tifosi o da cronisti, però, questa enorme possibilità per i giovani non dispiace affatto.