PRESENTATO LOCATELLI: “VENGO PER DARE UNA MANO A UNA SQUADRA GIA’ OTTIMA”

 

A furia di aggiungere ciliegine il rischio sarebbe quello di fare un’indigestione. Non la pensa così  il Direttore generale spallino, Gianbortolo Pozzi, che dopo aver presentato proprio come ciliegine Fofana, Melara e Belleri decide di calare il poker con l’ingaggio di Tomas Locatelli. Effetti del calcio nell’era della crisi che permette di aggiustare in corso d’opera il proprio mosaico. Spal e Locatelli sposi bagnati e sposi fortunati, almeno si spera, visto che la presentazione è giunta mentre fuori la pioggia scorreva copiosa su Ferrara. L’entusiasmo non manca di certo al trentaquattrenne fantasista bergamasco, che arriva per primo nella sala stampa di via Copparo e dopo le dovute presentazioni si mette subito a chiacchierare con i cronisti sugli argomenti più disparati.
È di ottimo umore, lo testimonia il fatto che appena Pozzi entra nella stanza il nuovo arrivato lo accoglie con un “direttore, sei troppo elegante, mi metti in imbarazzo”. Ridono e si stringono dietro la scrivania i due, che visti lì così sembrano quasi un duetto di cabarettisti: il bresciano e il bergamasco, in onore ai tanti stereotipi di campanile. “Mi sembra un segnale importante quello che stiamo dando – introduce il direttore biancazzurro – siamo determinati a non lasciare nulla di intentato per arrivare davanti in campionato. Il giocatore non ha certo bisogno di presentazioni, in quindici anni di carriera ha giocato solo in serie A e B mettendo assieme quasi  quattrocento presenze tra i professionisti e rappresenta per noi la ciliegina di una torta già molto buona”.

Due settimane di allenamento sono bastate a convincere i vertici di via Copparo della bontà dell’operazione…
“Lo inseguivamo già da diverso tempo – ha spiegato Pozzi –  ma prima volevamo capire se il giocatore poteva inserirsi nel nostro gruppo e soprattutto se gli stimoli erano quelli giusti. Mi ha colpito il suo entusiasmo e la sua voglia di rimettersi in gioco e ho notato che si è già trovato a perfezione nello spogliatoio”.
Guai a dire che Locatelli ha scelto la Spal per svernare nella fase calante della sua carriera…
“Siamo di fronte a un giocatore ancora integro fisicamente, reduce da un campionato di B da titolare che ha già guadagnato molto nella sua carriera: non sarà certo lo stipendio della Spal a cambiargli la vita. Piuttosto è determinato a dimostrare di essere un giocatore di un certo livello”.
Lo conferma anche lui, col viso da schiaffi e la sicurezza di sé del giocatore tutto estro
“Vengo a Ferrara per dare una mano a un gruppo già di spessore che vuole raggiungere risultati importanti. Ma sono qui anche per mettermi a disposizione dei giovani: il mio stesso entusiasmo è quello di un ragazzino perché questa è una sfida. I soldi sono l’ultima cosa di cui abbiamo parlato col direttore, tanto che l’accordo è stato fatto in cinque minuti”.
Come lo stesso Pozzi lo ha voluto definire, si tratta di un ulteriore sacrificio accordato da Cesare Butelli …
“Anche sulla spinta dell’entusiasmo sul progetto fotovoltaico… malgrado da quel giorno piova sempre”.
Le perplessità sul possibile inserimento tattico di Locatelli vengono subito fugate dal diretto interessato.
“Notaristefano mi vede come seconda punta, ma è logico che se fosse per me giocherei anche terzino destro. Di certo il ruolo in cui posso dare il 100% è quello di trequartista, ma posso benissimo dare il 99 stando più avanti. Sicuramente ho la volontà di mettermi a disposizione del mister, non mi metto certo a far casino a trentaquattro anni nel caso dovessi star fuori. Quello lo facevo una volta (ride)”.
Il resto della conferenza stampa si consuma sotto forma di una cordiale chiacchierata a più voci in cui vengono ripercorsi l’esordio a diciassette anni nell’Atalanta in serie B, gli anni al Milan (“non giocavo, ma allenarsi con gente come Baggio, Savicevic e Baresi è servito a capire cosa vuol dire davvero essere calciatore”), il gol a diciannove anni in Champions League con la maglia rossonera, le esperienze a Udine, Bologna, Siena e Mantova e i rapporti con la colonia di ex-compagni ora a Ferrara: “Smit e Cipriani mi hanno fatto una testa così per convincermi a venire qui e con Zamboni c’è un’amicizia che dura dai tempi di Udine”. A questo punto ci si chiede se il battesimo con la casacca biancazzurra arriverà già domenica contro l’Alessandria: “Decide il mister – è la diplomatica risposta di Locatelli – sicuramente la mia condizione è discreta, ma credo che potrò essere al top della condizione a partire da gennaio. Di sicuro a questi livelli un po’ di esperienza può compensare una forma non ancora brillante”.

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