Il tempo passa e mentre il Sindaco, i cosiddetti ferraresi e la proprietà attuale cercano di compiere il miracolo provando a mettere insieme le varie parti, la stampa tutta cerca di rispondere alla preoccupazione generale e sacrosanta del popolo spallino che vorrebbe parole di conforto in un’ottica che scongiuri il fallimento. Chi scrive, da sempre, almeno spallinamente parlando, è un inguaribile ottimista ma la realtà dice cose diverse perché il 22 è domani, o quasi, e perché quello che non si è riusciti a fare in alcuni mesi è difficile immaginare che si possa fare in una settimana. In tutta questa incertezza, oltretutto, nemmeno si parla e scrive più della terza, e più pesante penalizzazione ormai ufficiale, e di una squadra oggettivamente stremata e delusa quanto la tifoseria e tutti i dipendenti. Una squadra che ogni giorno che passa deve anche fare i conti con la difficoltà economica del club e quindi con problemi insormontabili. Ecco perché, per correttezza e responsabilità, non possiamo star qui a provare a risollevare il morale del popolo biancazzurro sottoterra esattamente come il nostro. Oggi, ma speriamo di essere smentiti nelle prossime ore o nei prossimi giorni perché la speranza è l’ultima a morire, scrivere con consapevolezza che alla fine qualcosa succederà e la “nostra” Spal sarà sana e salva è francamente difficile se non impossibile. Novità dell’ultim’ora non ce ne sono se non che l’imprenditore ferrarese Zanardi è l’uomo di riferimento della cordata di locali che sta cercando di compiere, con l’aiuto del Sindaco, la disponibilità di Butelli & C. e forse (anche qui confermiamo l’ormai vecchia storia trita e ritrita circa la reale concretezza, quindi soldi sul tavolo, di questo gruppo di imprenditori) i cosiddetti varesini.
La considerazione, anch’essa triste, è che a questo punto potrebbe persino non convenire, a parte la questione affettiva purtroppo importante soprattutto per i tifosi, rilevare la Spal oggi visti i tre milioni circa di debiti. Ecco perché, con grande dispiacere, crediamo che lo scenario futuro, anzi imminente, sia uno solo. Arrivare al 22 in Tribunale e sperare che il giudice nomini un curatore fallimentare che cerchi di fare il possibile per salvaguardare i diritti di tutti (qui i più penalizzati potrebbero essere i creditori) di fatto concedendo a un soggetto terzo di diventare il nuovo proprietario di una gestione provvisoria. Non sono questi i termini giusti ma la materia è complicata e proviamo a privilegiare la comprensione. In quel caso la Spal non fallirà nel vero senso della parola ma fallirà di fatto, con tutte le conseguenze del caso, l’attuale proprietà. Potrebbe quindi (ri)nascere una Spal nuova, anche come nome (tipo l’escamotage di allora che aggiunse quel 1907 alla parola magica Spal) con il curatore fallimentare ad affidare crediamo a Zanardi l’esercizio temporaneo per arrivare alla fine di questa travagliata (eufemismo) stagione. Servono garanzie finanziarie, è ovvio, ma non sarebbero clamorose anche se i subentranti avrebbero su di loro il carico di spendere soldi da qui alla fine del campionato ma anche i debiti di chi ha un contratto con la Spal depositato in Lega fino al 30 aprile 2012. Soltanto con queste garanzie di fatto la Società Polisportiva Ars et Labor non precipiterebbe nel baratro. E oggi, purtroppo, altre possibilità davvero non se ne vedono. Sperando, ripetiamo, veramente di sbagliarci.