di Maurizio Musacchi
Vorrei ricordare Lucio Dalla con un aneddoto breve e un po’ spallino. Era una sera estiva di alcuni anni fa. Il buon Lucio, con qualche amico, venne a Ferrara ad assistere a una partita, non ricordo se amichevole o di Coppa, sicuramente era una serata calda, probabilmente d’inizio stagione. Indossava un panama e una camicia coloratissima, ciò non l’aiutava a mantenere l’anonimato, ma forse se ne fregava!
Io, casualmente, ero in tribuna poco lontano dal Mitico. Naturalmente mi scappavano gli occhi verso di lui in qualche pausa della partita. Era ed è ancora il mio cantante preferito e, a parte un paio di concerti tra i quali uno in piazza Ariostea tanti anni fa, non m’era mai capitato di vederlo dal vivo: poi così vicino. A un certo punto, nell’ennesima occhiata, mi accorsi d’un fatto insolito che non m’era mai successo di vedere in decenni di Paolo Mazza e di Spal: s’era addormentato. Se ne stava beatamente spaparazzato con gli occhi chiusi. Evidentemente la partita non l’aveva tanto “preso”! Forse aveva lavorato la notte precedente per regalare al mondo uno dei suoi capolavori… Chissà. Ora gli occhi li ha chiusi per sempre. Non per un noioso Spal-Bologna o per un’altra partita. Addio Lucio anche da un tifoso spallino.