Che sia tutto un altro clima, rispetto all’inizio di campionato, è ormai assodato. I numeri di Rimini, però, dicono qualcosa di più. Anzi, molto di più. Quella marea biancazzurra sugli spalti romagnoli allarga il cuore, ingrandisce il sogno, aumenta il morale. Cinquecento e passa tifosi a sostener la nostra Spal. Pazzesco. Come ai bei tempi. O quasi. Sarà un caso ma proprio a Rimini sono tornati in trasferta tifosi che mancavano da anni. Ecco, secondo me è questo l’aspetto da estrapolare e conservare di quest’ennesima, bella domenica spallina.
Dal punto di vista del campo il pareggio serve eccome. Quelli che hanno storto il naso perché in fondo, e nemmeno troppo, continuavano a sperare nel miracolo playoff fanno malissimo. Domenica, infatti, era proprio questo il rischio. Una volta in svantaggio, cioè, mollare perché tanto i playoff erano appunto persi con il risultato di mettere seriamente a repentaglio l’obbligatoria salvezza. Invece no. Anche stavolta, dopo Potenza, la squadra di Notaristefano ha mollato nulla e ha ripreso una partita inizialmente giocata maluccio. Una partita molto in salita, a quel punto, sul campo meno battuto del girone. Ammetto onestamente che anche io sono tra quelli che guardano avanti piuttosto che indietro. Era così persino quando eravamo ultimi, è così ora che gli spareggi promozione sono obiettivamente molto lontani e in mezzo ci sono troppe squadre. Sognare, però, costa zero e questa Spal, sempre secondo me, potrebbe anche realizzarla l’impresa. Il punto è che l’argomento è prematuro. Ecco perché non condivido la delusione di pochi, per fortuna, post Rimini. Ma quale delusione? Qui, almeno per ora, c’è da salvarsi e basta. Ci sono da evitare quegli altri spareggi, quelli che rischiano di cancellarti o quasi dal calcio nazionale. E la classifica, almeno per ora atto secondo, non garantisce affatto tranquillità. Tranquillità che invece suggerisce la Spal, anche quella di Rimini che dopo un brutto e per certi versi un po’ presuntuoso primo tempo non si è arresa a nonostante la pessima giornata della difesa, Capecchi e Zamboni esclusi, ha raddrizzato la gara rischiando addirittura di vincere nel finale. Soltanto queste, le prestazioni intendo, servono a stare sereni e a continuare a vivere il campionato domenica dopo domenica avendo, ora sì, la certezza che quella che scenderà in campo sarà sempre e comunque una squadra forte, solida, attenta. E pazienza se alla fine i playoff resteranno un sogno perché dopo il girone di andata il miracolo è già stato fatto anche se va completato. Andrà meglio l’anno prossimo quando basterà davvero poco per migliorare una formazione che, parere personale, con tre, quattro rinforzi può tranquillamente puntare alla serie B. Ma anche questo è un discorso prematuro.
Adesso godiamoci questa Spal imbattibile nell’anno nuovo e concentriamoci sul prossimo impegno contro una rivale diretta che si chiama Giulianova ed è una squadra giovane e forte con un signor allenatore in panchina. Al Mazza, poi, domenica prossima non mancherà questo rinato affetto che, ribadisco, è la cosa più importante soprattutto in prospettiva. Un affetto guadagnato grazie ai risultati, certo, ma anche grazie al lavoro fatto in questi due campionati. Un affetto misurabile pure nella riuscita e bellissima iniziativa organizzata venerdì scorso al Paolo Mazza dall’associzione “Uno sguardo vero sud”. Soltanto una cosa ancora. Vedere Valtulina giocare finalmente da Valtulina: eccola un’altra garanzia fondamentale sperando che la sfiga cominci a vederci pochissimo quando gioca la Spal e quando i suoi tifosi sono sugli spalti perché le cadute come quelle dei due ragazzi, l’ultima delle quali proprio a Rimini, stridono davvero rispetto alle ultime soddisfazioni colorate di bianco e di azzurro.