DELUSIONI, SPERANZE, CRITICHE, GIUSTIFICAZIONI E CONSIGLI DEI TIFOSI NELLA NUOVA PUNTATA DELLA NOSTRA MINI INCHIESTA

FEDERICO PAZZI, 37 ANNI, LAVORA NEL SOCIALE, FERRARA
“Seguo con grande passione la squadra ferrarese e con la mia casa editrice, LINEA BN EDIZIONI, sto per pubblicare un libro sulla vita di Paolo Mazza, scritto assieme a Mauro Cavallini. Ciò che penso di questa crisi societaria, ormai più che evidente soprattutto dopo gli avvenimenti di quest’ultima settimana, è che le squadre di calcio sono giudicate sempre in base ai risultati sportivi. A oggi la nostra storia dice che siamo senza soldi e in piena zona retrocessione. Il progetto del fotovoltaico, certamente illuminante, è tuttavia, almeno per ora, un fallimento. Sicuramente arriveranno i soldi, ma la questione principale è che non sono state mantenute, ad oggi, le promesse fatte: ovvero mai più penalizzazioni e nuovi soci in entrata.
Questa credo sia la nota più dolente, la gente ha perso fiducia. Io sono di natura ottimista. Devo dire però che la Spal e le ultime vicende che l’hanno vista protagonista non hanno contribuito a incentivare questo mio aspetto caratteriale, a prescindere dai dirigenti che si sono alternati da quando la seguo. Credevo molto infatti nel presidente Butelli e ora l’unica cosa che spero è di riacquistare l’ottimismo iniziale. Tutti parlano della Spal e criticano questa società ma nessun imprenditore ferrarese la finanzia. Ferrara è una città immobile: pochi fronzoli e molti risparmiatori. Certo la crisi economica non aiuta, ma com’è capitato anche alla pallacanestro Ferrara, nonostante un bacino di spettatori importante, non si è riusciti a salvare la Serie A. In pochi rischiano perché manca sia il coraggio sia un progetto a lungo periodo.  Il comune, inoltre, non ha soldi per aumentare nemmeno i servizi sociali, non credo riesca perciò a farsi carico di una società sportiva. Tuttavia una maggiore collaborazione sarebbe indispensabile senza arroccarsi in un muro contro muro controproducente per tutti i soggetti in questione e per i tanti tifosi spallini soprattutto. Forza Spal!”.

MARCO BENAZZI, 53 ANNI, IMBIANCHINO, FERRARA
“Credo che quella attuale sia una crisi globale e, secondo me, è normale che anche le piccole società di calcio ne risentano. Spero però si riescano a trovare le giuste soluzioni per risollevare la situazione e il progetto del fotovoltaico potrebbe essere una di queste. Io rimango abbastanza fiducioso anche se, a parer mio, Ferrara e i ferraresi dovrebbero darsi una mossa per tentare di uscire da questa situazione. Tutti parlano della Spal e criticano questa società ma nessun imprenditore ferrarese la aiuta. è sempre stato così a Ferrara. Tutti bravi ma molto criticoni e, molto spesso, prevenuti. Alle volte penso che forse questa situazione ce la siamo cercata e ce la meritiamo. Sicuramente il Comune e le istituzioni locali avrebbero la possibilità di gestire la situazione imprenditoriale ferrarese, però probabilmente non sono così bravi a coinvolgerli”.

TOMMASO TROMBETTA, 24 ANNI, STUDENTE, FERRARA
“Abito non molto lontano dallo stadio Paolo Mazza e le domeniche primaverili sento sempre il tifo da casa. Non sono mai stato un grande appassionato di calcio, ma ultimamente mi sto interessando sempre di più alla squadra cittadina, sia per le nuove idee imprenditoriali come il fotovoltaico che per la squadra molto giovane. Queste sfide mi hanno incuriosito. Cosa ne penso di questa crisi societaria? Ovviamente mi dispiace molto perchè le scelte del nuovo Presidente mi sono sembrate adeguate e pare ci sia un piano a lunga scadenza, che è molto importante per dare stabilità alla società. Spero che l’impianto fotovoltaico porti i suoi frutti e non venga ancora osteggiato da una legge forse un po’ vecchia e da rivedere. In caso contrario è difficile trovare un modo per autofinanziarsi e portare liquidità in modo costante nelle casse, onorare i debiti e ridare serietà al gruppo. L’età giovane della squadra paga in termini di esperienza, e le partite finora lo dimostrano anche se il campionato non è ancora finito. Credo che fosse previsto un anno difficile da affrontare. Ciò che mi auguro è che questo periodo nero non si protragga più a lungo. Questo è un anno molto particolare e imprevedibile e, anche se per ora non è andata benissimo, punti se ne possono ancora fare e alcune squadre possono ancora essere raggiunte. E’ una vera e propria sfida su tanti fronti. Il mio timore è che questa società possa fallire nuovamente e sarebbe anche un duro colpo per i tifosi e simpatizzanti. La speranza è l’ultima a morire. A inizio campionato ero particolarmente contento di questo Presidente per i progetti seri e ambiziosi che aveva descritto e, anche se non tutto è andato per il verso giusto, vorrei rimanesse. Credo sia essenziale la presenza di un imprenditore che gestisca la società in modo serio e non come fosse un giocattolo con cui passare il tempo e togliersi qualche sfizio. Se poi non dovesse essere molto preparato sul mondo del calcio, avrà il suo staff di specialisti a consigliarlo. Ognuno d’altronde deve avere il suo compito. A mio parere alcune fondazioni potrebbero aiutare la Spal ad uscire da questa brutta situazione, ma con la crisi che c’è non è facile trovarne una che sia disposta a tanto. Forse è in un momento così difficile, che la cittadinanza dovrebbe stringersi attorno alla squadra e mostrarle la propria solidarietà e passione andando allo stadio. D’altronde la squadra fa parte e dovrà fare parte della storia della città. Per questo, forse, bisognerebbe realizzare qualche iniziativa in grado di avvicinare tutti i ferraresi alla Spal”.

LORENZO GUANDALINI, 31 ANNI, IMPIEGATO TECNICO, CENTO (FE)
“Per quanto riguarda questa crisi, ormai più che evidente, soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti, penso che la società abbia fatto bene a informare i tifosi e i cittadini di Ferrara dei problemi economici che sta attraversando la Spal, piuttosto che arrivare a giugno e poi non avere la possibilità né tanto meno il tempo per risolvere i problemi presenti o che si sarebbero presentati in futuro. Hanno chiesto aiuto e credo fermamente vada loro dato. Onestamente non sono molto fiducioso sul futuro della Spal, ci sono società che per molto meno hanno abbandonando tutto;  mi auguro che non succeda lo stesso alla nostra squadra biancazzurra. Speriamo che, nel mercato di gennaio, sacrificando qualche giocatore, si possa sanare almeno in parte la situazione. Gli imprenditori ferraresi, a mio parere, dovrebbero risolvere i propri problemi visto che la situazione non è proprio rosea per l’economia estense. Non possiamo più vantare la presenza di grandi nomi come Giulio Barbieri, Roberto Mascellani, ecc. che hanno dato molto allo sport di Ferrara. E anche il Comune ha già le sue difficoltà da dover superare. Tuttavia denoto che non stia facendo niente per aiutare la società e difenderla. Un esempio lampante è dato dal fatto che la manutenzione dello stadio è a carico della sola Spal. Rimango però speranzoso di continuare a vedere i colori biancazzurri sempre presenti al Paolo Mazza per tantissimo tempo”.

LUCIANO MAURO, 39 ANNI, DOTTORE COMMERCIALISTA, FERRARA
“La crisi societaria della nostra Spal è, a mio parere, palesemente grave. Giocatori, allenatori e dirigenti senza stipendi, imposte e contributi non versati, punti di penalizzazione per inadempimenti, giocatori sfrattati per affitti non pagati. Forse questo è figlio anche della crisi che tutti i giorni tocchiamo con mano leggendo i giornali o ascoltando i telegiornali e di come il calcio sia stato gonfiato di soldi per troppo tempo, anche a livello di serie C in cui siamo ormai da 30 anni consecutivi. I giocatori, gli allenatori e i dirigenti passano, quello che resta e che vorrei rimanesse sempre tale, sono le undici maglie a strisce biancazzurre che salgono il sottopasso del Mazza. Da inguaribile appassionato, non posso che essere ottimista, ma credo che senza un aiuto da parte di imprenditori locali o di altre zone questa dirigenza possa fare ben poco. Forse hanno un po’ speculato, nel senso che hanno preso una società blasonata in C2 in forte odore di ripescaggio, per via dei tanti fallimenti. Pensavano con qualche acquisto azzeccato di fare subito il salto e, visto che per loro è un lavoro, guadagnare da una cessione di società. Evidentemente non è così facile nel calcio moderno. Purtroppo la realtà economica della nostra città, a mio parere danneggiata da 60 anni di governi di sinistra, non è in grado di trovare imprenditori capaci di sostenere la Spal. Una società di calcio, anche in terza serie, costa qualche milione di euro (circa tre) e, tra sponsor e biglietti, non si arriva a coprirne la metà. Facile intuire che il presidente deve risolvere di tasca propria per un milione e mezzo tutti gli anni. Discorso diverso quando si sale in serie B, dove un maggiore interesse di televisione e sponsor fanno notevolmente cambiare i numeri in entrata. Tutti parlano della Spal e criticano questa società ma nessun imprenditore ferrarese aiuta. Come mai?  Gli imprenditori ferraresi, sono pochi e piccoli, nessuno a capo di una grande azienda. E quelli che ci sono se ne guardano bene dal finanziare un progetto in perdita. Occorrerebbe forse un cambio di mentalità, perchè le sorti della Spal vanno di pari passo con quelle della città da un punto di vista della brillantezza e vivacità economica. Proprio ora pare che il Comune possa farsi carico del progetto fotovoltaico girando alla Spal i proventi, o meglio, anticipandoli. In ogni modo dovrebbe aiutare la squadra ferrarese, facendola acquisire a qualche imprenditore, anche da fuori, cui assegnare qualche grosso lavoro”.

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