Si è tenuta mercoledì, presso la sala stampa del Pala Hilton Pharma di Ferrara, una conferenza stampa nella quale Alberto Martelossi ha stilato un bilancio a mente fredda della stagione appena conclusa. “Un confronto abituale per me – ha spiegato il coach biancoazzurro – per tirare le somme, ringraziare tutti coloro che ci hanno seguito e in particolare i giornalisti che in questi mesi sono stati sempre molto partecipi”.
Ecco, per punti, il Martelossi-pensiero.
L’avevo detto, punto uno.
“Come un vecchio professore, faccio un ragionamento autoreferenziale. Nel corso della stagione in tre occasioni ho fatto previsioni che poi si sono rivelate corrette. Ad inizio dicembre, quando sono tornato a Ferrara per riprendere un discorso interrotto quattro anni fa, trovando un ambiente fortemente motivante, ritenevo che la squadra fosse stata disegnata bene la scorsa estate. Abbiamo cambiato alcuni assetti, ma molto della struttura di Adriano Furlani è rimasta. E quella squadra ha prodotto una grande rincorsa, a dimostrazione che avevo ragione, e che Furlani e Pulidori avevano fatto un ottimo lavoro”.
L’avevo detto, punto due.
“La fase finale di stagione ci ha lasciato un pizzico di rammarico, due sconfitte di seguito non erano mai accadute nella mia gestione. Anche in questo caso, avevo avvertito che giocare contro una squadra di livello più alto avrebbe necessitato da parte nostra una diversa convinzione; dispiace non essere riuscito a trasmetterla. Non siamo riusciti a farci scivolare addosso le cose e a lottare anche ai limite del regolamento. Sinceramente sono sempre stato ammirato dai colleghi che riescono ad avere squadre selvagge. E forse, lo dico adesso a bocce ferme, servirebbe maggiore chiarezza nella conduzione arbitrale”.
L’avevo detto. Punto tre.
“Durante la stagione avevo proposto alcuni cambiamenti che avrebbero potuto migliorare la squadra; poi per legittimi motivi di budget si è scelto di lasciare il roster com’era. Oggi, pur non avendo controprove, credo che questo gruppo, con qualche piccolo aggiustamento, poteva giocarsela fino alla fine. Un gruppo che ha avuto fame di emergere”.
Il gruppo, appunto.
“Uomini veri, che hanno sempre avuto voglia di stare insieme, che hanno saputo trovarsi, e tutto questo atteggiamento si è visto in campo. Il trasporto emotivo della squadra al momento dell’infortunio di Benfatto è stato significativo. L’unico a non integrarsi nel meccanismo è stato Huff, che ha mostrato grande difficoltà di inserimento nelle abitudini di gioco e di mentalità europea. Una situazione difficile per i compagni, che hanno provato in tutti i modi a tirare fuori il meglio da lui”.
E i singoli.
“Confesso di essere arrivato qui con un pizzico di diffidenza nei confronti di giocatori molto radicati nel tessuto. Invece l’asse Ferri-Benfatto è stato impeccabile, ognuno con il proprio carattere l’anima della squadra. Kenny Hasbrouck globalmente, per l’aspetto tecnico e per la capacità di dare leadership e di stare nel cuore della squadra, è forse il più forte giocatore straniero che abbia allenato. Poi vorrei sottolineare i numeri interessanti di Pipitone, che ha anche sfruttato la chance ‘dolorosa’ dell’infortunio di Benfatto disputato dei play off di grande concretezza. Vorrei sottolineare la capacità di Amici di dare impatto sulle partite da sesto uomo. E vorrei sottolineare l’apporto di tutti i giovani, che hanno contribuito ad elevare il livello degli allenamenti mettendosi a disposizione con grande entusiasmo; questo non succede in tante piazze, ed è un merito soprattutto di Alberto Seravalli. Ma forse il vero simbolo di questa squadra è stato Riccardo Castelli: partenza impaurita, poi ha giocato una seconda parte di stagione di grande energia, ed è stato determinante”.
I ringraziamenti.
“Ringrazio i miei giocatori e tutto il mio staff. E per staff non intendo solo chi ha lavorato al mio fianco sul campo, ma tutta la struttura, dalla dirigenza, alla segreteria, fino al Baffo, il cui ruolo è indefinibile ma fondamentale. Qui c’è uno staff di grande competenza, carattere e personalità; tutte le cose positive che avvengono dipendono molto da questo senso di compattezza. E infine un ringraziamento al pubblico. Durante la stagione siamo cresciuti insieme, di pari passo. Adesso dobbiamo fare in modo che questa emozione sia duratura”.