GUIDONE GHETTI… FERRARESE DENTRO: ORA CHE CI SIAMO SBLOCCATI PENSIAMO SOLO A VERONA

Più “ferrarese” di così, ormai, Guido Ghetti non potrebbe essere. Infatti tra le sue prestazioni migliori degli ultimi anni spiccano proprio quelle contro la Reggiana. Il secondo gol di domenica porta la sua firma, come anche quello di due anni fa, anche se allora fu il primo del 2-0 finale, nel posticipo serale contro i granata.

Guido, se non è simbolo di “ferraresità” questo…
“In effetti la partita contro la Reggiana ha sempre un po’ una storia a sé… Sono ormai qui da cinque anni e i match contro i granata hanno un sapore particolare, inutile nasconderlo”.

Smaltita la soddisfazione di domenica scorsa?
“Sì, ormai si pensa già a sabato per la gara del Verona. Noi calciatori siamo abituati a far passare le soddisfazioni, e anche le delusioni, in fretta, perché dobbiamo subito concentrarci sulla partita della domenica successiva. Mai fermarsi troppo a pensare”.

Però domenica ammetterai sia stata una gara un po’ particolare. La mancanza dalla vittoria non era diventata un po’ un’ossessione dalla quale vi siete liberati?
“Dài, una vera e propria ossessione no. Però è vero che dopo quasi quattro mesi che non si vinceva nella testa può scattare qualcosa che ti porta a farti un po’ di domande… Comunque l’importante è stato ritrovare quei benedetti tre punti, anche perché sapevamo che quel match rappresentava un po’ anche l’ultima spiaggia per il treno verso i playoff”.

Per te soddisfazione doppia domenica, quel secondo gol aveva messo un po’ di tranquillità sulle sorti del match, anche se restava tutto un tempo da giocare.
“E’ vero, sono stato molto contento per aver segnato, anche perché erano ben due anni che non siglavo”.

Anche se fare gol non è proprio responsabilità di un difensore…
“Sì, certo, ma se si guardano i miei tabellini delle stagioni che ho giocato in carriera si vede che un gol o due ogni anno riesco sempre a farli. La stagione scorsa, dove non ho segnato neppure un gol, è stata un po’ un’eccezione per me”.

Proprio sull’azione precedente al tuo colpo di testa su corner, il portiere granata aveva fermato un tuo splendido tiro mettendo appunto in angolo.
“Meno male che ero riuscito a calciare bene! Se mandavo alle stelle che figura ci facevo? E’ stato bravo il portiere, e comunque poi mi sono rifatto sul corner, anche se lì è stato un gol un po’ più “normale”, dato che su un calcio piazzato ci sta che un difensore salga da dietro”.

All’inizio della stagione eri stato messo in discussione per le tue prestazioni sul campo un po’ sotto tono rispetto ai tuoi standard. Quali erano i motivi? La sensazione di mancanza di fiducia amplificata anche dall’arrivo di Belleri?
“Le componenti sono tante. Può essere che mancasse pure un po’ la forma fisica, quello senz’altro. E anche la mancanza di fiducia. Ma è tutto un insieme di cose, non soltanto una. Però mi sono sempre allenato bene cercando di raggiungere la forma migliore per farmi trovare pronto. Belleri? E’ naturale che il posto fisso non ce l’ha nessuno e io di certo non faccio eccezione. Inoltre un giocatore con i trascorsi che ha lui era ovvio che venisse per giocare. Ma questo nel calcio è normale, ripeto, nessuno ha il posto fisso, si tratta di sana competizione sportiva. Niente di più”.

Sei in scadenza di contratto, ti aspetti il rinnovo?
“Io non ci penso adesso, sul serio. Voglio solo pensare a fare meglio possibile da qui alla fine del campionato sperando che arrivi il traguardo dei playoff. Poi si vedrà. Sono tanti anni che sono qui, ormai tutti mi conoscono bene”.

Rimarresti volentieri vero?
“Direi che è scontato…”.

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