Dopo la delusione di Gara 4 e di uno Scudetto sfumato per il rotto della cuffia, il patron Marco Calzolari si concentra sì sulla sconfitta del suo Kaos Futsal che ha regalato il tricolore al Pescara, ma non risparmia anche qualche frecciatina all’Amministrazione Comunale al grido: “Ci siamo anche noi”. E dopo i numeri esaltanti di fine stagione di dati alla mano ne ha a volontà.
Marco Calzolari
“Sì, siamo arrivati in finale Scudetto, sì, ce la siamo giocata alla pari contro il Pescara, ma alla fine in questi momenti resta prevalentemente l’amarezza di non essere riusciti a vincere. Ci servirà qualche giorno di stacco per metabolizzare la sconfitta per poi ripartire già con la prossima stagione. Peccato per com’è andata questa Gara 4, ci ritroviamo ancora una volta a recriminare per alcune scelte arbitrali a mio parere incondivisibili e inspiegabili. Ho come avuto l’impressione che il primo arbitro, il signor Manzione, abbia voluto diventare protagonista della partita, espellendo Kakà e ammonendo Coco quando non ce n’era assolutamente bisogno. La partita era tranquilla e serena, perchè non farla decidere dai giocatori? Non è bello doversi lamentare ogni volta, ma ribadisco il concetto: non sono gli arbitri a dover decidere una finale Scudetto”. Sullo 0 a 1 il Kaos ha cominciato veramente a credere di poter allungare la Serie a Gara 5: “Timm era in serata di grazia, Pescara non riusciva a trovare spazio nella nostra difesa, direi che i presupposti per vincere li avevamo creati tutti. Stavamo soffrendo, è vero, ma ci sta. Purtroppo è andata male”. Ora un po’ di stacco dal calcio a 5 prima di pianificare il futuro: “Diciamo che le basi per il nostro avvenire le abbiamo già gettate da tempo. Quello che ci preme di più, però, è ricevere un po’ più di considerazione da parte dell’Amministrazione Comunale; Tutto quello che abbiamo ce lo siamo guadagnato, pagando e sudando e crediamo che un minimo di collaborazione in più da parte del Comune sia auspicabile. Siamo la società cittadina che più di ogni altro ha fatto girare il nome di Ferrara in giro per l’Italia tra dirette Rai, siti web e carta stampata, il nostro blasone cresce mese dopo mese, qualcosa vorrà pur dire, no? Non chiediamo la Luna, ma basti pensare che a livello giovanile non abbiamo una struttura idonea nella quale far crescere i nostri ragazzi. Speriamo cambino le cose”.