LE PAGELLE. SPAL-ALESSANDRIA

RAVAGLIA 7 – Una parata vera, una, in tutto l’incontro che diventa determinante sul finale del primo tempo quando un rimbalzo mortifero lo stava per ingannare: la gamba di Scappini e la tibia di Giovanni Rossi si trasformano per interminabili secondi in un flipper infernale e lui, vuoi per fortuna, vuoi per istinto, vuoi per riflessi o solo e semplicemente vuoi perché è un grande portiere risponde da numero uno.

GHETTI 5.5 – Non si può certo dire che l’arrivo di Belleri lo abbia rinfrancato. Tirato fuori dall’armadio, ormai finito naftalina come un pastrano passato di moda si ritrova a dover fronteggiare un Croce che diventa… la sua di croce ogni volta che lo punta. Il gol nasce dalla sua corsia di competenza e, non bastasse, se ne mangia anche uno di testa,  di gol.

ZAMBONI 6.5 – Insieme a Ravaglia guida il reparto con la solita e naturale autorità. In chiusura e in anticipo è difficile vederlo arrivare secondo sul pallone e prova ne è, ad esempio, il chirurgico intervento al decimo della ripresa quando sradica di fatto la sfera dai piedi di un indemoniato Martini già pronto a involarsi tutto solo verso la porta biancazzurra. E anche Scappini, suo “fidanzato” di giornata, la vede poco. Anzi, mai.

BATTAGLIA 5.5 – Tatticamente la responsabilità sul gol preso è suo. Sul cross di Croce non si è ben capito dove si fosse cacciato il numero sei spallino. Molti interventi approssimativi e sufficienti, molti calci al pallone senza guardare a chi e dove e, in alcuni frangenti, appare troppo sicuro di sé. Una giornata che, nel complesso, stranamente, lo ha visto poco tranquillo.

 

G. ROSSI 5.5 – Tecnicamente, questa volta, a differenza del compagno Battaglia, il gol è figlio di una sua ingenuità. Si trova, suo malgrado, a fare la fine della fetta di mortadella tra i giustizieri di turno Martini e Negrini e non sapendo bene cosa fare, con dieci o forse meno frazioni di secondo a disposizione per pensarci, decide prima di spingere a terra Martini (rigore?) e poi di perdersi lo stesso Negrini che, alle sue spalle, trova l’impatto fatale con la sfera e trafigge Ravaglia senza alcuna difficoltà. Tra la mezzora del primo tempo e i primi dieci minuti della ripresa va, inspiegabilmente, in totale confusione. Ma ha dalla sua tutta l’intelligenza per rifarsi quanto prima.

MELARA 6.5 – Non è un caso se è dai suoi piedi che partono sempre e comunque le azioni più pericolose della squadra di Egidio Notaristefano. Quando parte sull’out di destra diventa un costante problema per gli avversari che solo con il raddoppio cercano di mettere un freno alle briglie disciolte del cavallo spallino. Con l’entrata di Locatelli e il passaggio “al rombo” di centrocampo è costretto a stare di più sulle sue, lasciando ben intendere che questa soluzione tattica potrebbe e non poco limitare le sue scorribande offensive. E sarebbe un peccato.

MIGLIORINI 5 – Non ne prende una, in una giornata nata davvero male male che se non va vicina alla peggiore prestazione da quando è a Ferrara poco ci manca (tralasciando la Caporetto vista, al “Mazza”, contro il Lanciano che costò l’esonero a Dolcetti). Approssimativo, lento, passaggi sbagliati a ripetizione e, tanto per dimostrare che si è trattato solo di una brutta giornata da dimenticare il più in fretta possibile, due deviazioni galeotte del tutto casuali, una di ginocchio e una di piede, che per poco non coronano la partita perfetta, in negativo però, una ammonizione per proteste (!) e una simulazione che potevano costare l’inferiorità numerica. Per fortuna alla prossima domenica mancano solo sette giorni e avrà tutto il tempo per rifarsi.

(LOCATELLI n.g.) Diciassette minuti appena prima che la fascite plantare lo porti a chiedere il cambio nel suo sfortunatissimo esordio al “Paolo Mazza”. In questo breve lasso di tempo, però, lascia intravvedere cose che nel prossimo e breve (speriamo) futuro potrebbero dare più di una gioia al sopraffino palato estense. Quattro palloni toccati e per quattro volte la retroguardia piemontese si trova a dover fare i conti con la paura di sbagliare. Come inizio non c’è male. Aspettando il rientro.

(SMIT 6.5) – Che sia un caso che la Spal con l’entrata del serbo si svegli d’un tratto da quel torpore e grigiume che solo dopo un lauto pasto post natalizio ci si sarebbe potuti immaginare? Quello visto oggi è il miglior Smit della stagione. Cambia la partita, gol e doppietta sfiorata a parte, si palesa in campo con la dichiarazione di guerra stampata sulla casacca e l’occhio del guerriero, si attacca letteralmente ai malleoli degli avversari e da quella parte non ne passa più uno. Anzi, è lui a venire giù come un treno e a mettere costantemente in difficoltà il giovane Pucino. Se gli serve la panchina per tirare fuori il meglio di sé, beh si prenda pure in considerazione anche questa ipotesi. Siamo sicuri che anche lui converrebbe.

COPPOLA 5.5 L’intensità è quella giusta ma in mezzo al campo non è certo lui l’uomo dal quale ci si può e ci si deve aspettare l’ordine e la direzione dell’orchestra biancazzurra. Ci prova, con generosità, dai suoi piedi parte l’azione che mette Cipriani solo nelle condizioni di spingere la palla in rete nel primo tempo ma è tutto lì, in una domenica che lo vede spesso, troppo spesso, lamentarsi con il direttore di gara e gli avversari.

P. ROSSI 6 – Generoso, oltremodo bistrattato dalla direzione di gara che, al pari di Cipriani, certo non ha nelle corde il numero dieci biancazzurro. Si dimena tra le maglie grige come un furetto alla ricerca del disperato pareggio, macinando chilometri lungo la fascia di competenza e trovando, nell’assist del gol fornito a Smit, il migliore dei modi per confezionare una prestazione comunque positiva.

(COLOMBA n.g.)Pochi minuti per dare maggiore consistenza al centrocampo, comunque impossibili da giudicare.

CIPRIANI 5.5 – La sua esperienza non lo dovrebbe mai portare a scendere a inutili battaglie con avversari e, soprattutto, con gli arbitri come è successo oggi. La direzione di gara lo innervosisce sin dall’inizio, è vero, un richiamo troppo plateale dell’arbitro dopo, a dire il vero, essere successo il nulla, lo manda letteralmente in tilt e dopo poco sbaglia clamorosamente il gol del possibile vantaggio con un colpo di testa da due passi di rara bruttezza. Poi, mentre l’arbitro continua a fischiargli contro tutto il possibile e l’impossibile, ingaggia involontariamente il suo personale duello con Romeo dandogli una gomitata che lo manda definitivamente negli spogliatoi, dopo che già nella prima frazione il giovane centrale piemontese si era dovuto arrendere per qualche minuto alle cure dei sanitari per una ferita al cuoio capelluto. Una domenica no condita da zero conclusioni nello specchio della porta.

MELONI 5Il peggiore Meloni dell’ultimo mese. Gioca a scartamento ridotto, perde banalmente un paio di palloni dove dimostra un’ingenuità tattica che non è certo da lui. In totale confusione dopo la mezzora, si estranea dal gioco per quasi tutto il secondo tempo, facendosi notare solo per l’ammonizione che provoca a Cammaroto, reo di averlo steso con un intervento da kickboxing tutto solo lanciato a rete. Tiri in porta? Zero. E questo dice tutto.

NOTARISTEFANO 6 – All’ultimo deve fare a meno di Belleri per il riacutizzarsi di un problema muscolare cronico che si porta dietro dai tempi della Lazio e riconsegna a Ghetti la maglia da titolare. Giusto. Con Locatelli in campo prova una disposizione a rombo tutta da valutare. Per il resto, in quanto a grinta, intensità, generosità, la squadra fa il suo davanti a un’Alessandria che non è certo venuta a creare le barricate ma si è giocata la partita finché la condizione fisica ha retto. In vista di gennaio poi, bisognerà domandarsi cosa fare di Meloni quando rientrerà anche Fofana, visto che oggi, guarda caso dopo l’acquisto di Locatelli, l’attaccante sardo è apparso decisamente demoralizzato e avulso dal gioco.

ALESSANDRIA
Servili 7; Pucino 6, Romeo 6 (Ghinassi 6), Cammaroto 6.5, Bonomi 6.5; Camillucci 6, Damonte 5 (Artico n.g.); Negrini 6.5, Martini 6 (Segarelli n.g.), Croce 6.5; Scappini 5.5.

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