10 giugno 1951
SALERNITANA-SPAL 1-0 (De Andreis)
Antonio Janni aveva giocato nel Torino del Conte Enrico Cinzano, distinguendosi per lo stile e per l’intelligenza tattica che, indubbiamente, anticipava i tempi di un calcio che sarebbe arrivato solo molti anni dopo. Era nato a Santena nel 1904 ed era entrato, giovanissimo, nei ragazzi del “Toro”. Con la maglia granata aveva speso l’intera carriera agonistica, giocando con il “trio delle meraviglie” (Baloncieri, Libonatti, Rossetti) ed era entrato, di diritto, nella leggenda del Torino. Pur avendo subìto alcuni gravi incidenti aveva giocato fino a trentatré anni per trasferirsi poi, nel 1937, a Varese in serie B. Però, dopo appena diciotto gare, ritornò a Torino chiamato a sostituire, in panchina, Julius Feldmann riuscendo a raddrizzare la “baracca granata”. Dopo aver conquistato una onorevole metà classifica, ritornò a Varese, in serie C, fermandosi tre anni, lavorando con ragazzi interessanti come Ossola, Longhi, Cerutti. Nel torneo 1942-43 ritornò al Torino, sostituendo Andrea Kutuk, vincendo campionato e Coppa Italia. Nel 1944, con il paese diviso in due, vinse il campionato “Alta Italia” con il Torino Fiat. Quindi si trasferì a Vercelli, in serie B, lavorando molto bene con uno stuolo di sconosciuti ragazzi ma, soprattutto, divertendo il competente pubblico vercellese. Nell’estate del 1950, con la Spal in B, fu chiamato da Paolo Mazza che, in più riprese, aveva elogiato la preparazione di Janni. A Ferrara riuscì ad amalgamare campioni come Bennike e Nesti, giovani come Alberto Fontanesi e Bertocchi e “pedalatori” come Emiliani, Guaita e Colombi vincendo, alla grande, il campionato di serie B. Per capire, fino in fondo, il lavoro di Janni bisogna ricordare che la Spal vantava la difesa meno perforata e il secondo attacco dopo il Legnano. Anche a Salerno, in quel lontano 1951, la Spal di Janni, pur sconfitta, disputò una grande partita onorando il gioco del calcio.