25 novembre 1973
COMO-SPAL 0-0
Il fisico, purtroppo, non gli permise traguardi importanti. Arrivare con il collo ben diritto ad appena un 1.70 centimetri non era il massimo per un portiere. Parliamo di Franco Fattori, nato nell’aprile del 1945 a Meolo, nel veneziano. Gli inizi furono in Prima Categoria con il Pro Magliano, dove ebbe la fortuna di avere, come allenatore, Luigi Gallina, un ex portiere del Parma anteguerra che gli passò i “rudimentali” dell’impegnativo mestiere. Non a caso a vent’anni approdò nel Simmenthal Monza e trovò, ad allenarlo, quel Pippo Rigamonti che, in gioventù, aveva difeso la porta di Como, Torino e Monza. Nella città brianzola Fattori si fermò per quattro anni, lavorando agli ordini di Beppe Marchioro, Gigi Radice e Nils Liedholm, per poi trasferirsi a Busto Arsizio e indossare la maglia bustocca. A Ferrara, infatti, arrivò dalla Pro Patria nell’estate del 71, voluto dall’allenatore Cesare Meucci come dodicesimo dietro Marconcini.
Si fermò per tre anni, giocando sia in C sia in B e ogni qualvolta fu chiamato rispose sempre con buone prestazioni. Agilissimo fra i pali, grazie ad un naturale scatto di reni, non a caso era uno spettacolo vederlo volare tra i pali ed era, nel contempo, spericolato nelle uscite a terra. Infatti la sua temerarietà gli comportò, nel corso della carriera, non poche fratture. Il suo unico ma grande neo erano le uscite sulle palle alte che procuravano apprensione sia fra i compagni di squadra che fra i tifosi. Di Fattori si ricorda la bravura nel parare i rigori, frutto di furbizia e non di casualità. Tutto partì dalla sua conoscenza personale con Michele Franzoni, storico portiere dell’Inter prima e del Genoa dopo, che gli bisbigliò nell’orecchio un trucco del mestiere che mise il buon Franco nelle condizioni di neutralizzare non pochi tiri dagli undici metri. A Como non ci furono penalty, ma il nostro numero 1 fu all’altezza del compito, meritandosi i complimenti dell’allenatore Caciagli.