Il Rosignano Sei Rose nacque nel 1922. All’inizio della sua storia prese il nome di Gruppo Sportivo Solvay. La squadra ha sede a Rosignano Solvay, in provincia di Livorno, e i suoi colori sociali sono il bianco e il blu. Va in scena a domeniche alterne allo stadio da 4.000 posti intitolato (manco a dirsi) a Ernest Solvay, chimico, imprenditore, politico e filantropo belga, vissuto a cavallo del 18° e del 19° secolo, che iniziò la costruzione del primo stabilimento industriale in Italia, nel comune di Rosignano Marittimo (poi Rosignano Solvay), per la produzione di soda.
Il GS Solvay svolse attività fino alla stagione 1934-35, quando il club sospese l’attività calcistica a causa del volere dei gerarchi locali del regime, che decisero che il suo campo sportivo dovesse venire utilizzato come centro di addestramento della Milizia Volontaria Sicurezza. Alla ripresa dell’attività dopo la guerra, dal 1947-48 al 1951-52 militò in Serie C, ritornandovi nel 1962/63. Nel 1968, in seguito a una fusione con un’altra società locale, cambiò il nome in GS Rosignano Solvay. Nel 1985 ottiene il suo successo più prestigioso vincendo la Coppa Italia dilettanti. Nel 1997, reduce da una crisi societaria, la squadra si fonde con l’ AS Labrone (società livornese) e prende la denominazione di AS Rosignano Labrone. Il nuovo secolo è l’inizio di un periodo felice, che rinnova gli antichi fasti dei tempi del GS Solvay. Nel 2002 Rosignano e Labrone si dividono e la società biancoblù si fonde con il “Sei Rose”, realtà dedita da qualche anno all’attività giovanile, e assume quindi la denominazione di “GS Rosignano Sei Rose”. Al culmine di due trionfali stagioni con due promozioni consecutive, la squadra sale in Serie D nel 2008-09. Nel corso della stagione successiva, da matricola terribile, si prende un sacco di soddisfazioni, tra cui spicca lo storico successo per 1-0 col Pisa all’Arena Garibaldi. Nella scorsa stagione ha chiuso al 12° posto nel girone D.
La società è sempre stata conosciuta in tutta Italia per l’alta qualità del settore giovanile, dal quale sono usciti calciatori approdati in Serie A, tra cui gli spallini Bertocchi e Bulli. Mario Bulli vestì il biancazzurro quattordici volte nel 1963-64, mentre il più noto Renato Bertocchi fu guardiano della porta spallina nella stagione 1950-51 e poi dal 1953 al 1958. Portiere estroso e irascibile, divenne famoso per i suoi tanti inseguimenti agli avversari. Celebre quella ai danni di Pascutti, che nel corso di un sentitissimo derby col Bologna si abbandonò incautamente a uno sfottò verso Bertocchi dopo avergli segnato un goal. Bertocchi perse il lume della ragione e rincorse lungamente Pascutti, che se la diede a gambe, e servirono molti minuti prima che il gioco potesse riprendere. In un’altra occasione, Bertocchi si presentò a Ferrara da avversario, a difesa della porta del Palermo. Indossava una sfavillante maglia gialla e il centravanti spallino Quaresima gli disse prima della gara: “Ti faccio diventare del colore della maglia”. Bertocchi non batté ciglio, ma quando Quaresima segnò e gli disse: “Hai visto?” lo rincorse lungo tutto il campo, sino a quando non venne fermato dai suoi compagni.