La vittoria contro la Pavullese scaccia diversi fantasmi che negli ultimi giorni iniziavano ad infestare casa Spal. Uno dopo l’altro i quattro gol messi a segno a Savignano sul Panaro alleviano le inquietudini portate da quelli presi a domicilio dalla Massese appena sette giorni prima, in quel fallimentare scontro diretto che sembrava aver sancito la morte di ogni speranza e la fine di una stagione. Quella vista in campo ieri è una Spal decisamente migliore rispetto alle ultime gare, contro un avversario inferiore ma non inerme.
Tuttavia l’undici biancazzurro ha saputo ancora una volta mostrare alcuni dei suoi difetti più importanti, primo fra tutti un’inclinazione pazzesca allo spreco. Per segnare quattro deve produrre venti, e prima di mettere in rete alcuni palloni deve passare per una lunga serie di ultimi passaggi sbagliati o negati, di tiri velleitari e frettolosi, di conclusioni di poco fuori, di cross a vuoto, di appuntamenti sotto porta bucati. Insomma, una Spal sprecona ieri come a Bagnolo e come in altre occasioni. Certo, i grattacapi erano e sono anche altri, ma questo non è un difetto da poco se si considera che alcune delle sei partite che ci separano dalla fine effettiva di questa stagione sono scontri diretti pesanti, contro squadre che concedono poco o nulla, e dove solo sfruttando qualunque occasione, anche la più labile, sia in attacco sia in difesa, si può fare la differenza tra vincere o perde la partita. Quindi, vista la situazione, l’intero campionato. Ora più che mai la dote più importante che David Sassarini può e deve schierare in campo è il cinismo, visto che le occasioni si possono sbagliare quando le altre squadre ne concedono molte, un lusso che sembra destinato a finire presto. Detto questo, la Spal di ieri ha mostrato finalmente anche alcuni dei suoi lati positivi più belli, come l’elevato tasso tecnico del gruppo, specialmente dalla metà campo in avanti, esaltato dal campo sintetico in perfette condizioni che ha favorito la serie di passaggi, dribbling e manovre nello stretto che hanno ubriacato la retroguardia della Pavullese per novanta minuti. Tutti gli uomini dell’attacco sono andati a segno. Tutti, anche chi è partito dalla panchina come Alessandro Marongiu, che dopo aver sprecato le ultime due bramatissime occasioni da titolare ha ritrovato la via del gol con un bellissimo stacco di testa durante il primo minuto della ripresa, dando il via ad una partenza bruciante che ha seppellito gli avversari molto prima del triplice fischio.
Una bella prova quindi nel complesso, e una buona mossa di mister Sassarini, che cerca di allontanare anche i suoi personali fantasmi, legati a sconfitte e brutte situazioni che giorno dopo giorno avevano dato un peso sempre maggiore all’idea di un suo esonero. Pensiero che si materializzava davanti ai suoi occhi attraverso la presenza sempre più frequente di sostituti papabili la domenica sugli spalti del “Mazza” e fuori. Anche ieri Eugenio Benuzzi (ex tecnico di Giacomense e Mezzolara) sedeva comodamente nella tribuna coperta dello stadio “Doccia” per vedere la Spal all’opera. Il potere di uno sprone incalzante? Insomma, dopo lo sciopero, le polemiche, le riunioni, le sconfitte, le garanzie e tutto quello che abbiamo visto in queste settimane di nuovo una vittoria bella, voluta e merito di tutti.
E’ finalmente scoppiata la pace in casa Spal? Vedremo. Di sicuro c’è che come sempre tutto è a posto ma niente è in ordine, e a confermarlo è lo stesso patron Benasciutti immediatamente a fine gara. Pochi minuti davanti a taccuini e registratori per riassumere in un discorso secco tutto quello che gira nell’aria già da mesi. Due sono i concetti base: io non ce la faccio più, e Ferrara non risponde. Questo è quanto, e da aggiungere c’è poco. Evidentemente tutti i discorsi dell’ultimo periodo e tutte le trattative intavolate sia per la cessione sia per un’eventuale affiancamento si sono rivelate inadeguate se non addirittura semplici chiacchiere, anche se ad oggi non è dato sapere con quali criteri siano state condotte, e sopratutto perché sono tutte inesorabilmente naufragate visto che alcune di queste erano già state date ufficialmente per cosa fatta, mancanti solo degli ultimi dettagli. Sta di fatto che ora ogni dubbio è stato tolto. Roberto Benasciutti dopo la telenovela estiva condotta da Oreste Pelliccioni e fatta di progetti, promesse e garanzie finite in niente si era ritrovato solo con il proverbiale cerino in mano. Ma ha deciso di intraprendere lo stesso questa avventura, non senza coraggio, sperando di trovare una soluzione lavorando nei mesi successivi. “Ho sempre detto che potevo garantire solo fino a Natale”, ha dichiarato ieri. A dire il vero nel dicembre dell’anno scorso sembrava essere più possibilista e ottimista circa l’eventualità di arrivare comunque a fine stagione (https://archivio.lospallino.com/interviste/item/3751), ma sicuramente non ha mai fatto mistero di essere alla ricerca di un aiuto per arrivare con serenità a fine stagione e pensare poi al futuro e al bene della Spal. Il neonato Consorzio, nemmeno menzionato ieri, probabilmente non può essere, o non ancora, una proposta convincente per adempiere interamente al grande onere degli stipendi e della gestione, e così, davanti al silenzio cittadino ecco la verità integrale sul problema societario. Che è una richiesta, ma anche uno sfogo che non nasconde una punta di delusione. Insomma, una vittoria irrequieta, una tranquillità solo apparente. Quel che succederà ora è tutto da vedere.