GABBANINI E LA SUA PISTOIESE FORMATO TRASFERTA: DOMENICA SARA’ DECISIVA, PER QUESTO VOGLIO I TRE PUNTI

Giovane, giovanissimo, e ambizioso. Un po’ come la sua Pistoiese. Un po’ come i rottamatori della politica di cui si parla tanto in tempo di primarie. Un po’ come il suo conterraneo Matteo Renzi, con cui condivide la tipica cantilena dell’ex Granducato. Leonardo Gabbanini è l’uomo a cui è stato affidato il compito più difficile: riportare l’Olandesina tra i professionisti il prima possibile dopo le troppe delusioni del recente passato. Una responsabilità notevole per un allenatore di appena trentadue anni: il più giovane nella storia della società arancione. Dopo l’ultima travagliata stagione, con tre tecnici cambiati in dodici mesi, a Pistoia hanno affidato il timone a questo ragazzo schietto e carismatico, che ben ha figurato sulle panchine delle giovanili di Prato e Fiorentina, prima della parentesi nell’Oradea, serie B romena. Un’ascesa che ricorda vagamente quella di un altro mister giovane alle prese con un incarico di un certo peso: Andrea Stramaccioni. Ma se si azzarda il paragone Gabbanini sente il dovere di puntualizzare…

Allora mister, dici che ti possiamo presentare come lo Stramaccioni in arancione?
“(Ride) No, per favore, Strama non lo sopporto! Ti spiego, non vorrei essere equivocato: Stramaccioni è un grande e l’ha dimostrato con i fatti. Però ci siamo incrociati diverse volte quando io allenavo gli Allievi della Fiorentina e lui quelli della Roma e abbiamo avuto diverse discussioni. Siamo molto diversi e lui tende a essere un po’… pieno di sé, diciamo così. Quindi meglio se mi chiamate col mio nome e siamo a posto (ride di nuovo)”.

Aggiudicato. Andiamo subito al sodo: i numeri dicono che la tua squadra si presenta al meglio alla partita di domenica contro la Spal. Nelle ultime due partite avete segnato nove gol senza subirne, seppure con avversari modesti come Forcoli e Rosignano.
“Beh, mettiamola così: la Pistoiese è una squadra che in tanti hanno detto essere molto forte dal punto di vista del blasone, quando in realtà – e lo dico con onestà – è una squadra che deve lavorare molto e sicuramente proveremo a rinforzarci da qui a breve. Quella che abbiamo a disposizione adesso è una rosa che ci piace e i ragazzi stanno dando tantissimo, però siamo lontani dall’essere uno squadrone. Di certo però se stiamo bene possiamo vincere con tutti, Spal compresa. Se stiamo male invece possiamo perdere anche tre o quattro a zero”.

Si arriva a questa sfida con gli stessi punti e un andamento recente piuttosto simile.
“Sono abbastanza d’accordo. Da parte nostra è un anno molto difficile come d’altronde lo è per la Spal, fino adesso il percorso è stato tutt’altro che semplice. Però sono convinto che queste due squadre se la giocheranno fino in fondo. Tra dicembre e gennaio entrambi ritoccheremo qualcosa. Spero che domenica sia una bella partita, una partita da vecchi tempi tra due squadre gloriose: è giusto presentarla così perché tra gli scontri del girone credo che questo sia tra i più importanti in assoluto”.

In questo momento della stagione si può dire che Spal-Pistoiese sarà decisiva per indirizzare in maniera netta le sorti di entrambe le squadre?
“Sì, purtroppo penso che abbia un peso rilevante. Dico purtroppo perché se osserviamo il calendario ci rendiamo conto che finora abbiamo fatto il gioco del Mezzolara. Per certi versi li stiamo favorendo: dopo questo scontro diretto noi ne avremo un altro contro la Lucchese e non portare punti in queste due partite diventerebbe un grosso problema perché trovarsi a meno nove significa quasi finire il campionato. Sembra una bischerata, ma quel distacco al Mezzolara fai fatica a riprenderlo. Per la Spal discorso simile, perché il Riccione magari non sarà fortissimo ma darà fastidio e poi ci sono quelle due (Tuttocuoio e Pro Piacenza) che rischiano di farti rallentare. Chiaro che una vittoria domenica potrebbe valere doppio, se invece si pareggiasse ci si annullerebbe a vicenda facendosi meno male, vediamola così. Io verrò per cercare di fare del mio meglio, sapendo che chiaramente sarà dura, avremo un atteggiamento di grande rispetto, in casa i biancazzurri dovranno fare la partita e noi di conseguenza faremo la parte della provinciale”.

Però i numeri parlano chiaro: la tua squadra rende meglio fuori casa. Non sarà mica un caso?
“Sì, ma noi abbiamo un problema a Pistoia. Giocare qui paradossalmente consegna un vantaggio ai nostri avversari. Una parte del pubblico è ancora abituata a pensare ai tempi della serie B, dimenticando che l’anno scorso si era sul fondo della classifica. Intanto stiamo cercando di rimanere vivi con una squadra giovane”.

Da questo punto di vista le realtà di Ferrara e Pistoia sono paragonabili, anche qui, seppure con le dovute eccezioni, si vive inevitabilmente con la convinzione di non c’entrare nulla con la serie D e di conseguenza si chiede alla squadra di fare risultato ogni domenica. A maggior ragione con squadre mai sentite nominare, come la Fortis Juventus che è venuta al Mazza e ha vinto con merito.
“Eh, infatti la Fortis poi ha massacrato anche noi, quindi siamo pari! (Ride) La verità è che ci facciamo tanti problemi e questo atteggiamento a volte mette in difficoltà l’ambiente. La Fortis, per rimanere nell’esempio, verrebbe battuta quasi sempre dalla Spal e dalla Pistoiese pure. Ma solo col giusto atteggiamento, con la mente libera. Qua sullo 0-0 veniamo fischiati, è successo col Piacenza e col Tuttocuoio. Da certi ti senti dire “ma cos’è il Tuttocuoio?”. Poi, qualche partita dopo, vinci 4-0 e arrivano applausi a scena aperta, senza considerare che hai vinto con una squadra di ragazzini com’era il Rosignano. Questo è veramente un mondo strano e Ferrara credo non faccia eccezione. In piazze come le nostre vincere è quasi un fatto dovuto e per sostenere questo tipo di impegno devi avere una grandissima squadra. Devi avere veramente dieci giocatori fuori categoria. Ecco perché il Tuttocuoio sta così in alto: perché ha sì giocatori forti, ma non un pubblico esigente”.

Visto che hai citato il Tuttocuoio, sorpresa del girone, ti chiedo se ti aspettavi un campionato così equilibrato come è stato finora.
“Onestamente sì, non mi aspettavo solamente il Tuttocuoio così in alto perché vedo che non sta calando e questo mi preoccupa un po’. Davanti hanno Granito, Colombo e Falchini, tre che giocherebbero titolari anche nella Pistoiese. Questo ti fa capire la loro forza. Colombo è un grandissimo giocatore, non ha bisogno di grandi presentazioni: è stato fuori per molte partite e hanno vinto comunque, perciò ora può essere un ulteriore arma a loro disposizione. Nel complesso giocano semplice e vanno dentro facile”.

È la formula vincente della serie D?
“In linea di massima sì, se giochi semplice vai dentro quando hai la qualità. Qui per la verità abbiamo cercato di proporre un calcio diverso, ma l’idea è un po’ fallita perché non c’è stato il tempo per metterlo a punto vista la categoria. Inizialmente abbiamo proposto un 3421, mostrando a tratti un ottimo gioco, ma poi un concomitanza di fattori ci ha fatto cambiare i piani. Con i giovani non è facile sopportare certe pressioni ed è capitato che ci venisse il braccino al momento di giocare in casa. Così siamo tornati a essere una squadra da serie D che cerca di portare a casa il risultato cercando di fare del buon calcio quando gli è possibile, quando non è possibile la mette sulla lotta”.

Sembra una formula funzionante: la tua squadra finora è andata a segno con dodici giocatori diversi.
“Sì, quella è uno dei dati che mi rendono più contento perché rientra nel discorso delle palle inattive. Purtroppo non abbiamo un vero punto di riferimento davanti, Lazzaro ha fatto quattro gol di cui due col Riccione e Gucci è un ragazzo che ha fatto sette gol, ma anche lui contro avversari modesti se andiamo a guardare nello specifico. Ora abbiamo cambiato un po’, puntando di più sui movimenti senza palla e come è noto è difficile prendere i giocatori quando fanno il movimento giusto. Una volta fa gol la mezzala, una volta l’esterno, una volta il terzino e così via”.

Quello dei calci da fermo è senz’altro uno dei temi chiave della gara di domenica, quali saranno gli altri?
“Sarà una sfida interessante tra squadre che si possono affrontare a viso aperto. Credo vedremo equilibrio e a gara si vincerà a centrocampo. Chi sbaglia paga di sicuro e sono due schieramenti in grado di non sbagliare mai durante la partita. Però sono sincero: mi auguro sia una partita in cui gli equilibri vengano rotti, che non finisca zero a zero. Spero sia una gara in cui i miei entrino in campo per vincere, se arriviamo in parità a poco dalla fine vorrei si facesse di tutto per portare a casa i tre punti. E spero che la Spal faccia lo stesso. In fondo parliamo di due squadre con idee precise: conosco Sassarini e so che è molto bravo, ha idee marcate che si vedono. Quello che ho capito della Spal è che da domenica il loro carattere è cambiato: prima vedevo una squadra un po’ più remissiva in determinati frangenti, più qualità che compattezza, per farla breve. Invece col Castenaso la gara è stata condotta alla grande per tutto il tempo. C’è lo spirito della grande squadra. Qualcosa che i miei hanno dimostrato contro il Forcoli. Rischiamo alla fine di annullarci, basta solo che tatticamente si sposti qualcosa, basta che salti qualche uno contro uno”.

In poche parole vincerà la squadra con i nervi più saldi.
“Entrambi sotto sotto abbiamo paura di perdere questa partita. Quindi spero che vinca la forza e non la paura. Se si fosse giocata a Pistoia sarebbe stato più un vantaggio per la Spal, almeno nelle condizioni in cui ci troviamo ora. Per questo sono contento di venire a Ferrara. Sarei contento di giocare questa partita al ritorno con le squadre prime alla pari, speriamo di ritrovarci e parlare alla prossima occasione sapendo di poter vincere il campionato”.

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