Marco Borriello fa discutere. Anzi, ha fatto discutere, fin dal primo giorno a Ferrara. Con un bilancio di 14 presenze, un gol e sei ammonizioni l’attaccante napoletano finora ha deluso le aspettative e ha visto il suo rapporto col pubblico deteriorarsi di partita in partita. Fino ai fischi e alla replica durante SPAL-Hellas Verona, con tanto di cori offensivi al termine della partita.
Per cercare di inquadrare meglio questo rompicapo abbiamo voluto… discutere con quattro attaccanti del passato biancazzurro, tutti di epoche diverse e con profili decisamente vari. A unirli il fatto di aver assistito al match del “Paolo Mazza” dopo essere stati ospiti della cerimonia per i 110 anni della SPAL. Di seguito cinque domande e relative risposte da parte di Franco Pezzato, Amerigo Paradiso, Andy Selva e Davide Marchini.
1) E’ Borriello a deludere o è il gioco della SPAL a non mettere il giocatore nelle condizioni di rendere al meglio?
PEZZATO: “E’ sempre difficile se sia l’uno o l’altro. Domenica mi è sembrato un po’ giù di condizione, so che ha avuto un infortunio poco tempo fa e magari deve ancora riprendersi. Purtroppo quando si sta fuori non è facile riprendere ritmi e tempi di gioco, soprattutto in serie A: lì se non si è sempre al top si fa fatica. Poi è inevitabile che un attaccante che non fa gol venga criticato. Però lui ha le spalle larghe a sufficienza, sa che questi momenti capitano in una carriera. Ci si sente dire che si è vecchi, che si è finiti… è capitato anche a me, so come ci si sente”.
PARADISO: “Eh, è un bel dilemma. Personalmente mi piace di più da unica punta, con quel tipo di impostazione ha la possibilità di venire incontro e partecipare più spesso al gioco. Giocando a due probabilmente perde un po’ d’efficacia. Però d’altra parte la SPAL ha sempre fatto il 352 con Semplici e non credo possa cambiare modulo per un singolo giocatore”.
SELVA: “E’ un’ottima osservazione, ma capirlo non è semplice. Da parte dell’attaccante ci dev’essere più spirito di sacrificio vista l’esperienza e le qualità, quindi credo sia normale aspettarsi tanto da lui. Immagino venga da questo deficit il malumore della curva, una curva che io conosco molto bene. E’ splendida, calda che chiede solamente impegno e sacrificio. Se poi arrivano anche i risultati tanto meglio, ma la voglia di combattere non deve mai mancare. Purtroppo l’episodio che si è verificato non è bello, soprattutto nel giorno della festa dei 110 anni della SPAL e dopo un 2-2 che, per come si era messa la partita, va accolto con gioia. Ma una cosa la voglio dire: un giocatore non deve mai chiedere scusa ai tifosi. E’ attraverso le prestazioni che deve tornare il sereno, le curve riconoscono solo quelle e le scuse di Borriello, in un momento simile, non sarebbero state nemmeno giuste. Già domenica prossima, se i tifosi dovessero vedere in lui in atteggiamento diverso, le cose potrebbero tornare alla normalità”.
MARCHINI: “Quando un giocatore non rispetta le attese vuol dire che i problemi sono tanti, non uno solo. Può essere che non sia compatibile con Paloschi, oppure che non sia adatto al tipo di gioco della squadra, ma poi bisognerebbe capire realmente cosa succede all’interno dello spogliatoio per avere un quadro più completo della situazione”.
2) Si discute molto anche dell’impegno effettivo che Borriello profonde in campo: è sufficiente oppure può fare meglio?
PEZZATO: “L’impegno mi pare ce lo metta, più che altro mi pare gli manchi un po’ di ritmo. Evidentemente non è nelle migliori condizioni fisiche. Oltre a questo dà la sensazione di aver perso un pochino di fiducia, non ho visto tentativi di cambiare passo, anche se non è certo quella la sua caratteristica principale. Se sta bene comunque può ancora fare la differenza e sono certo che supererà questo momento. Succede anche ai più grandi, basta vedere Dybala in questo periodo”.
PARADISO: “No, non credo sia una questione di impegno. Mi pare che lui ce lo metta, però anche ieri non l’ho visto bello sicuro e tranquillo. All’inizio ha avuto un pallone che in altre circostanze avrebbe calciato in porta, anche solo per dare un segnale. Invece ha preferito fermarsi e giocarlo. L’impressione è che il suo sia un problema psicologico, probabilmente si aspettava di arrivare a Ferrara, essere subito determinante ed avere tutti dalla sua parte. Probabilmente sente il peso delle aspettative che fin da subito il pubblico ha manifestato nei suoi confronti. Ma sono ancora sicuro che si sbloccherà e come per magia i problemi spariranno”.
SELVA: “Io ho visto la voglia di Antenucci e Floccari, non l’indolenza di Borriello. Il paragone con chi è entrato contro il Verona è stato impari, ma a Borriello sono arrivati pochi palloni giocabili. Certo, in questi casi bisogna mettersi al servizio della squadra, ma da campione quale è saprà come rendersi utile alla SPAL. Stiamo parlando di un giocatore importante, non l’ultimo arrivato”.
MARCHINI: “Purtroppo per lui chi è entrato al suo posto ha fatto molto meglio e il paragone, almeno contro l’Hellas, è a suo sfavore, ma dipende sempre dalle caratteristiche di ogni singolo giocatore. Sicuramente può sembrare poco incline al sacrificio, ma a Cagliari era un uomo d’area e ha segnato tanto con una squadra di qualità superiore alle spalle, mentre qui ha dovuto cambiare il suo modo di giocare. Per questo non biasimo i tifosi, ma scaricare tutte le colpe su di lui è l’errore più grosso che si possa fare. Fermo restando che i fischi vanno accettati”.
3) Fischi e contestazioni: ci stanno o sono sempre sbagliati a prescindere?
PEZZATO: “Eh, penso che sia la prima volta da diversi anni a questa parte che si sentono fischi del genere. Non è certo una bella cosa, ma se l’attaccante più quotato della squadra non rende diventa inevitabile. Chiaro che non fanno bene, né a lui né alla squadra, però fanno parte del gioco soprattutto per le punte. I fischi derivano dalle aspettative: dopo una stagione come quella dello scorso anno si pensava potesse fare tanti gol, invece sta faticando”
PARADISO: “E’ inevitabile sentire il malumore dei tifosi se un attaccante non fa gol. I fischi in situazioni del genere sono scontati. Sono convinto che al prossimo gol i fischi si trasformeranno in applausi. Da giocatore ne ho beccati tanti anch’io, sono compresi nel gioco delle parti, soprattutto in Italia. Però voglio anche dire che un conto sono i fischi a prescindere, a ogni singola giocata, un altro sono quelli all’uscita. Poi sappiamo che storicamente il pubblico di Ferrara tende ad essere esigente, soprattutto nei confronti degli attaccanti”.
SELVA: “Diciamo che nel contesto potevano anche essere evitati, era pur sempre la festa dei 110 anni della SPAL. Capisco lo svantaggio per 0-2, ma per l’atmosfera di gioia che si respirava comunque sugli spalti forse sarebbe stato meglio soprassedere. La curva ha deciso di esternare il suo stato d’animo in quel momento ed è nato un siparietto poco simpatico, ma c’è sicuramente tempo per far tornare tutto alla normalità e soprattutto per veder Borriello esprimersi ai livelli che lo hanno portato a vestire le maglie più importanti d’Italia”.
MARCHINI: “Da che mondo è mondo funziona così nel calcio. Se fai bene prendi gli applausi, se fai male arrivano i fischi, che vanno accettati, soprattutto se provengono da tifosi come i nostri di cui bisogna solamente essere orgogliosi. Da altre parti le contestazioni arrivano molto prima. Sicuramente Borriello, con tutta l’esperienza che ha, sa che avrebbe fatto più bella figura ad accettare i fischi e a rosicare in silenzio, cercando poi di rispondere attraverso le prestazioni. E’ normale che i tifosi possano storcere il naso quando vedono che un giocatore del suo calibro non fa la differenza, ma se mi metto nei suoi panni capisco che il nervosismo può giocare brutti scherzi quando nulla gira per il verso giusto. Poteva essere più freddo e gestire meglio la situazione, magari chiedendo scusa a fine partita, ma per me è peggio l’indifferenza, mentre le critiche le riceve solo chi può fare di più, quindi deve farsi un esame di coscienza e ritrovare serenità perché può diventare un valore aggiunto”.
4) Il fatto che Borriello sia un personaggio pubblico di spicco può pesare ulteriormente nella sua valutazione da parte dei tifosi? In altre parole: il fatto che sia una sorta di celebrità lo rende più attaccabile a prescindere dalle sue prestazioni?
PEZZATO: “Sicuramente non lo aiuta perché la gente ci ricama inevitabilmente sopra. Però Borriello è esperto a sufficienza per gestire le critiche. I fischi vanno presi come uno stimolo a fare meglio, a far vedere le sue qualità di goleador. Se inizierà a segnare la SPAL ne ricaverà dei gran benefici”.
PARADISO: “Il fatto di essere noto anche fuori dal calcio fa parte del personaggio, ma non credo incida sul giudizio che i tifosi hanno di lui. Verrebbe fischiato anche lo stesso, ne sono sicuro. Semplicemente non sta segnando né facendo giocate decisive ed è questo a pesare sul giudizio negativo”.
SELVA: “E’ chiaro che quando le cose non vanno bene possa diventare lui il capro espiatorio della situazione, ma ha tutte le qualità per smentire tutti. Il campione è tale quando riesce a mettersi a disposizione della squadra, non viceversa, e sta a lui capire in che maniera farlo. Certo, la SPAL non è né la Juventus e né il Milan e il numero di occasioni per un attaccante cala, ma quando Borriello capirà che la curva vuole soprattutto sudore e impegno il più sarà fatto. Prendo ad esempio Paloschi: contro il Verona non ha fatto una gran partita, ma ha segnato l’1-2 con caparbietà e i tifosi hanno apprezzato. Se riuscirà a trovare la giusta dimensione ne gioverà tutto l’ambiente perché ha ancora una gran carriera davanti. Ero contento quando ho saputo che sarebbe arrivato a Ferrara e resto dello stesso parere”.
MARCHINI: “E’ facile attaccare proprio Borriello perché e l’uomo più in vista, ma, ripeto il concetto, usarlo come alibi è sbagliato. Le contestazioni vanno usate come sprono per fare meglio, quindi ci stanno, anche a me è capitato. Poi bisogna far parlare solamente il campo e basta una mezza partita fatta come si deve per ritrovare entusiasmo e supporto da parte dei propri tifosi”.
5) Malgrado le prestazioni siano spesso insufficienti, Semplici continua a impiegarlo: nella gestione del giocatore può incidere anche il fattore del peso dell’ingaggio? D’altra parte Borriello è il più pagato tra i giocatori della SPAL.
PEZZATO: “Quello che si chiede ad un attaccante è fare gol: se non arrivano iniziano i dubbi e anche la permanenza in una squadra diventa a rischio. E’ la legge del mercato e da sempre gli attaccanti sono quelli che vengono pagati di più. E’ capitato anche a me, appena ebbi una stagione un po’ scarsa mi mandarono via. Non dico comunque sia questo il caso, io spero che Borriello si riprenda e trovi il suo posto alla SPAL. Mi auguro anche che non si ricami troppo su questa situazione, ma che si risolva e la squadra possa stare unita per lottare fino alla fine per la salvezza”.
PARADISO: “Sicuramente sta all’allenatore trovare il modo di gestire il giocatore, fermo restando che il bene principale è quello della squadra nel suo complesso. Se gli altri stanno meglio è giusto che giochino gli altri. A volte stare in panchina può far bene, capita anche di entrare a partita in corso e deciderla, e da lì ottenere una spinta emotiva. Borriello comunque non è un ragazzino, sa di poter dare di più e sono sicuro che lavorerà ancora più convinto per tornare ai suoi livelli. E al primo gol tutto sparirà come per magia”.
SELVA: “Credo che Semplici abbia il solo obiettivo di raggiungere la salvezza, indipendentemente dai giocatori che deciderà di schierare. Il nome conta fino ad un certo punto, ma sicuramente un attaccante come Borriello ha il suo peso per la carriera che ha fatto. Per questo va sostenuto e recuperato perché sta attraversando sicuramente un momento delicato, ma anche lui deve approcciarsi in maniera diversa alle partite”.
MARCHINI: “Attaccarsi all’episodio dei fischi rischia di diventare un pericoloso alibi. I problemi vanno trovati altrove. Il mister e la società devono valutare gli errori e trasformarli in elementi positivi da sfruttare in futuro. E’ adesso che deve uscire il carattere del giocatore, stiamo parlando pur sempre di un 35enne che ne ha viste tante in carriera, lui per primo sa di poter fare di più, quindi sono altre le questioni da valutare con attenzione anche perché la SPAL, se non ha Borriello, ha Antenucci, Paloschi, Floccari e Bonazzoli, un reparto avanzato con pochi eguali in A tra le squadre di media-piccola fascia. Poi c’è da dire che Borriello è partito tante volte dalla panchina senza neanche giocare e non è che la SPAL abbia offerto chissà quali prestazioni, quindi non creiamo un caso solo per trovare per forza un colpevole. E non è che gli altri attaccanti siano arrivati a Ferrara gratis”.
a cura di Alessandro Orlandin e Costantino Felisatti