TERREMOTO IN LEGA PRO. ECCO PERCHE’

L’APPROFONDIMENTO. Società sempre più in crisi, bilanci disastrati, mancate iscrizioni e un sistema che sembra non volerne sapere di cambiare. Da un anno a questa parte tutto è rimasto uguale e, anzi, è persino peggiorato. Compreso il dolore dei tifosi.

Si salvi chi può. E non sono molte le società a poterlo fare stando al responso emesso dalla Co.vi.soc. In attesa del possibile ricorso in appello previsto per le ore 12 di sabato 10 luglio, nella sola Prima Divisione, alle quattro squadre che sono già state anzitempo estromesse da tutti i campionati professionisti per la stagione a venire (ricordiamole: Gallipoli, Mantova Perugia e Rimini), si sono aggiunte Arezzo, Figline, Real Marcianise, Cavese, Foggia Salernitana, Spal (ne parliamo a parte), Triestina e Viareggio. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di una strage figlia di gestioni scellerate, pagamenti posticipati o mai pervenuti e promesse da marinaio fatte dai soliti noti. Una morìa sportiva eccellente di città che non sta risparmiando nessuno da nord a sud. Ignorare i campanelli d’allarme ha prodotto questo risultato devastante che oggi è sotto gli occhi di tutti. I problemi di ieri chiedono il conto ai presidenti di oggi che da dare non ne hanno più: il risultato? Società messe in liquidazione, fallimenti, penalizzazioni o fusioni. E il calcio non c’è più.
E’ notizia di oggi (come riporta il sito Tutto Lega Pro.com) che il presidente Macalli, intervenuto ieri sera alla trasmissione televisiva Il Campionato dei Campioni su Odeon TV, abbia detto che oltre alle otto sicure “almeno altre dieci o dodici sono a rischio clamoroso di essere escluse” lanciando l’ennesimo grido di allarme e parlando “di situazione drammatica” anche in Serie B.

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