In coda alla presentazione del nuovo mister, il presidente della Spal Cesare Butelli ha voluto tenere una seconda conferenza stampa, del tutto personale, per parlare di quello che lui stesso ha definito un “fastidioso chiacchiericcio” attorno all’ambiente biancazzurro. Riportiamo di seguito il testo in formato sostanzialmente integrale di quello che è stato il monologo del presidente.
“Partiamo da un piccolo riassunto delle puntate precedenti: il primo anno arriva Butelli che in realtà è un prestanome di qualcun altro; il secondo anno son finiti i soldi e quindi ritorna inevitabilmente Tomasi a salvare il tutto; il terzo anno chiacchiericci, stipendi, pagamenti dei fornitori in ritardo: il solito film visto e rivisto.
A sentire certe voci io sarei un presidente delegittimato, senza poteri, senza più soldi. In questi giorni abbiamo assistito a una sorta di “Tutto – il – pagamento – degli – stipendi – minuto – per – minuto”. Da sempre noi non abbiamo mai fatto pubblicità in merito a certi aspetti né abbiamo pensato fosse una notizia degna di essere data, in quanto a nostro avviso è una non notizia.
A parte quel piccolo scivolone lo scorso anno, abbiamo sempre onorato i nostri impegni con tutti. Alcuni fornitori vengono pagati in ritardo come accade in tutto il mondo. Siamo sempre qua, non siamo falliti. Siamo al terzo anno e il terzo anno rappresenta la prova della presenza di una società seria. Di norma chi truffa rimane un anno solo, chi va sott’acqua ne rimane due, chi rimane anche il terzo vuol dire che in effetti ha dei progetti, della lungimiranza e soprattutto forse anche qualche denaro. La miglior dimostrazione sta nei tanti giocatori che sono rimasti con noi rinnovando il contratto, nella presenza degli allenatori del settore giovanile che sono sempre gli stessi. Segno che così male alla Spal non si sta. La Spal è governata da una persona seria, perbene e che onora sempre e comunque i propri impegni. Che questo poi avvenga in differita al tempo reale è un altro discorso. È un discorso di flussi di cassa, sono tre anni che lo ripeto: io stesso come imprenditore sono soggetto a mia volta a ritardi e a flussi talvolta stravaganti. La Spal risente di questo, non ne ho mai fatto mistero. Alla fine nessuno avanza mai nulla. Gli stipendi di oggi non sono stati pagati oggi, ma già da un pezzo: non è un vanto anche se in questo periodo potrebbe sembrarlo. Facciamo quello che dobbiamo fare con serenità, ma c’è da dire che certe voci seccano.
Sono una persona che ha molto rispetto dei propri collaboratori e questo a volte viene interpretato come un segno di debolezza. Non sono d’accordo: avendo rispetto dei collaboratori li ascolto, mi ci confronto quotidianamente. Per me questo è segno di grande forza e di grande democrazia. Purtroppo nel mondo di calcio non si è abituati a certi comportamenti perché va il modello del presidente padre-padrone. Solo perché mi confronto in maniera diversa mi sento dire che sono un fantoccio nelle mani di qualcuno, che ormai ho mollato. Non è vero. A oggi, in attesa di perfezionare il passaggio già certo di quote col gruppo Turra, detengo il 99% delle azioni della Spal e continuo a governarla con criteri democratici come è normale che sia. Il progetto fotovoltaico ha visto la luce poco meno di due mesi fa e questo ha portato a qualche ulteriore scompenso. Ma è un progetto serio, vero, reale. Qualcuno sta provando a farlo sembrare una farsa e spero non arrivi alle orecchie di chi sta investendo quasi cinquanta milioni di euro perché se si accorgessero che è comed dice qualcuno, cioè una farsa appunto, mi mettono dentro un pilone dell’autostrada e di me non si avranno più notizie. Visto che però è una cosa ben studiata e pianificata nei minimi particolari vedrete che in aprile ci saranno già i primi riscontri. Il progetto di Turra era quello di venire a Ferrara per il fotovoltaico e non di comandare la Spal: ribadisco, sono sempre io il presidente e non ho problemi a dire che quando prendo decisioni lo faccio rimanendo fedele alla mia coerenza. Sentir parlare di delegittimazione prima che farmi arrabbiare mi ferisce, perché sono quasi tre anni che sono qui e credo di aver dimostrato grande onestà e coerenza. Certe voci non a caso escono solo quando i risultati iniziano a venire meno: se non si vince io tornerei a essere uno squattrinato, i giocatori iniziano a venir visti anche dove non sono, l’allenatore è un senza-palle e via di seguito.
Noi siamo sempre i soliti: non sono né un magnate né uno squattrinato. E i giocatori sono sempre dei professionisti, con i loro alti e i loro bassi. C’è una situazione di stallo e abbiamo fatto quanto ci era possibile fare, aggiungendo un ulteriore sacrificio economico. A inizio stagione abbiamo fatto sacrifici sostanziali mettendo subito da parte il progetto degli under, portando alla Spal giocatori che riteniamo speculari a un certo tipo di progetto, rifiutando il mese scorso un’offerta importante per Cipriani. Per cui saremo al secondo, ma non siamo né alla frutta né alla canna del gas come buona parte della città continua a ripetere insistentemente da troppo tempo a questa parte. Da quando ho preso in mano la gestione della società credo non sia mai stata così forte quanto lo è in questo momento. Penso che alla fine i risultati sotto il profilo dell’organizzazione e dei progetti si vedranno. Stiamo lavorando in profondità per dare un futuro a questa società, che magari domani potrà ricalcare le orme di club che con budget più ristretti e giovani di belle speranze fanno dei campionati strepitosi. Quest’anno è stata un’annata tremenda sotto il profilo economico, lo avrete notato, siamo l’unica squadra di Prima Divisione a non avere uno straccio di sponsor. E allora visto che non c’è nessuno, e sottolineo nessuno, a cui la maglia della Spal abbia suscitato un minimo di interesse, sarà la mia azienda a fare da sponsor da qui alla fine della stagione. Inizialmente ci sentivamo rispondere che la sponsorizzazione costava troppo, ma poi anche quando è cominciata a costare meno tutti hanno gettato la maschera visto che è continuata a non interessare. Quindi è evidente che non si tratta di un problema di costo della maglia: se gli imprenditori di Ferrara pensano di venire a bussare alla porta della Spal e avere la maglia per quattro noccioline se lo scordano. Abbiamo tenuto duro finché potevamo e piuttosto che continuare così ho pensato che potrebbe essere una buona idea imitare la Nocerina, che sta vincendo il campionato e casualmente ha come sponsor un’agenzia di recupero crediti. Proviamo, non si sa mai che con la cabala non possa funzionare… “.