CALCIOMERCATO SI’ O NO?

MERCATO PERCHE’ NO. ACCONTENTARSI DELLA SALVEZZA.

Per ragioni economiche e di opportunità il mercato della Spal entrerà nel vivo da lunedì prossimo quando il digì Bortolo Pozzi avrà per prima cosa il suo bel daffare a piazzare quei giocatori che non rientrano più nei piani di mister Notaristefano e solo dopo si parlerà di eventuali arrivi. A una settimana dalla chiusura delle trattative sono i vari Agodirin, Bracaletti, Cazzamalli, Centi e Gaspari a non nutrire, chi per un motivo e chi per un altro, la stima sportiva del tecnico lombardo che ha invitato il numero due di Corso Piave a trovare una sistemazione a loro consona (e magari pure gradita). Sin qui niente di nuovo. Non ci stancheremo mai di ripetere che il clima è cambiato. I giocatori hanno ritrovato serenità, fiducia, compattezza e motivazioni. Fare bene per sé stessi e per la loro carriera gioverà di conseguenza anche alla Spal e, realisticamente parlando, importa solo questo in un calcio in cui le bandiere non esistono più e dove i calciatori non sono certo più quelli pronti a tatuarsi addosso i colori di una maglia, anzi. Ci sono contratti in scadenza da rinnovare (forse), ci sono all’orizzonte chiari di luna poco piacevoli per quanto concerne le numerose società a rischio che, non potendosi potenzialmente iscrivere l’anno prossimo, lascerebbero liberi non meno di un paio di centinaia di tesserati tanti dei quali certo non inferiori, sia chiaro, a molti dei nostri attuali giocatori. Il simbolo di questa seconda rinascita (la prima, non ce ne vogliano, ma la vogliamo tributare a Cesare Butelli) è da attribuire ai tre Marchi dell’Ars et Labor: Marco Cabeccia, Marco Valtulina e Marco Zamboni in rigoroso ordine alfabetico. Sono uomini che di qui a giugno possono diventare il valore aggiunto della Spal. Cabeccia ha dimostrato di saper dare una svolta all’apatia che lo aveva intorpidito negli ultimi mesi, da titolare inamovibile era diventato un semplice gregario per non dire un rincalzo, peraltro scomodo, vista l’età e visto il contratto in scadenza. Oggi si è riappropriato della numero tre e sembra quel giocatore riscoperto un po’ per necessità e un po’ per caso da Aldo Dolcetti. Senza farlo diventare Roberto Carlos ma considerarlo solo per quello che può dare come Marco Cabeccia. Che non è poco se ci crede davvero. E Notaristefano in questo ha avuto un ruolo fondamentale. Di Valtulina tanto si è detto e tanto si è scritto. Alla fine si è tornati a considerare Valtulina per quello che è, un esterno di centrocampo. Non è una seconda punta, non è un trequartista, lo disse il ragazzo ad agosto sulle pagine de Lo Spallino e ne siamo sempre più convinti noi ogni domenica che passa, vedendo come si esprime nella posizione a lui congeniale. Per dire come il calcio, spesso, sia neanche così tanto difficile da capire. Se poi la pubalgia è solo un lontano ricordo come è realmente, allora non poniamo limiti al ragazzo che di qui a giugno può solo crescere. Marco Zamboni, ovvero il diavolo e l’acqua santa, tutto in uno, prendere o lasciare, difetti e pregi insieme, capitano forse non irreprensibile (ha perso quattro chili in due settimane dopo averli messi su durante la prima parte del campionato…) ma che ad ogni costo non si è mai tirato indietro quando era il momento di metterci la faccia, nel bene e nel male. E da due settimane a questa parte questo calciatore sembra tornato quello che ha iniziato la sua seconda carriera a Ferrara diciotto mesi fa. Leader carismatico, feroce sugli avversari e soprattutto sereno mentalmente come mai pensavamo di poterlo rivedere. In queste pagine non lo abbiamo messo in discussione ma oggi questo giocatore, che senza questi black-out mentali potrebbe serenamente guidare la difesa di una squadra minimo di B, chiediamo a Marco Zamboni di trascinare questa squadra al miracolo dell’anno 2010. Tocca a loro adesso smentire o confermare le nostre positivissime impressioni di questo scorcio iniziale d’anno.

MERCATO PERCHE’ SI’. CREDERCI FINO ALLA FINE.

Spieghiamo il bivio del crederci o dell’accontentarsi. La premessa doverosa è che con i soldi degli altri è facile, facilissimo, fare mercato e fare bilanci. Ma siccome ci divertiamo a farci e farvi mille domande a cui poi dare tutti insieme delle risposte siamo certi che il presidente Butelli non se la prenderà del nostro voler a tutti i costi obbligarlo, virtualmente, a mettere le mani in tasca e tirare fuori qualche soldo. Aldilà della vittoria di Terni e prima ancora della buona prestazione interna offerta con il Ravenna si è arrivati al bivio di ogni benedetto fine gennaio: prendiamo qualcuno per migliorare e tentare la scalata impossibile o rimaniamo così come siamo visto che i presupposti offerti per una serena salvezza sembrano esserci tutti? Che questa Spal possa salvarsi così com’è era sacrosanto pensarlo ad agosto (se proprio ti va male questa squadra vale non meno del dodicesimo posto, guardando bene la situazione finanziaria e il parco giocatori delle altre formazioni) e lo è ancor di più oggi, vista la svegliata generale di tutto l’ambiente. Siccome però l’esperienza insegna che cavalcare l’onda positiva è e deve essere il primo passo per costruire quantomeno attorno un ambiente favorevole ecco che allora pensare di ricorrere a qualche ritocco non sarebbe proprio del tutto delittuoso. Che questa squadra manchi di un mancino è lapalissiano, difficile arrivi il fluidificante più probabile una mezzala anche se, con il 4-4-2 e con questo Valtulina (e con Laurenti pronto ad ogni evenienza) viene difficilmente possibile pensare di aggiungerne un altro ancora, fermo restando che Rossi può agire sia da una parte che dall’altra. Piuttosto bisogna provare a rimpolpare l’asfittico parco offensivo: Bazzani viaggia a una media di 1 gol ogni 5 partite, Cipriani a 1 ogni 3 incontri, Meloni sta tornando, d’accordo (ma prima di averlo a pieno regime è ipotizzabile arrivi marzo o giù di lì), ma non possiamo pensare di fare un campionato con due sole punte di ruolo e un trequartista alla sua prima esperienza tra i professionisti di diciotto anni pur di belle speranze che di cognome fa Marongiu. Se a uno tra Bazzani e Cipriani viene il raffreddore al buon Notaristefano, per ovvie ragioni, tocca subito cambiare modulo e andare ad intaccare quegli equilibri di un 4-4-2 che oggi pare essere la soluzione più congeniale per le caratteristiche di questi giocatori. Inoltre la coppia Bazzani-Cipriani non è più quella di sei anni fa a Genova, ovviamente. Per colpa della sfortuna e dei loro mille infortuni sono due giocatori diversissimi. E’ venuta a mancare quelle verve esplosiva che caratterizzava le progressioni in profondità del buon Cippo che dava modo non solo di aprire spazi per gli inserimenti dei centrocampisti ma soprattutto consentiva a Bazzani di occuparsi esclusivamente di buttarla dentro. Mai come oggi Cipriani e Bazzani, due prime punte un tempo tanto atipiche da potersi permettere il lusso di giocare insieme, oggi sembrano così uguali tra loro. Erano altri tempi anche se rimane indiscusso il potenziale in dote. Ecco perché crediamo che la Spal necessiti di un uomo capace di alternarsi a entrambi se non addirittura di giocarci insieme, che abbia nel proprio dna quella velocità, quella fantasia e quel tiro che consenta entrambi di rendere cento e consumare cinquanta regalando loro novanta minuti interi di lucidità e di freschezza atletica oggi messe ad ogni gara in discussione dopo un’ora o poco più di partita. Una seconda punta, quindi, capace di aprire gli spazi e scardinare le difese. Ma non è tutto. Posto che il dilemma trequartisti, ali o semplici cursori di fascia è stato ormai risolto con la precisa scelta a favore di questi ultimi, non sarebbe male appropriarsi sul mercato di un numero otto che dia modo a Migliorini di crescere con maggiore serenità. A questo punto del campionato non è ingeneroso a nostro giudizio parlare di scelta affrettata quella di consegnare al ragazzo le chiavi del centrocampo spallino. Sempre che si punti a qualcosa di più della salvezza perché altrimenti anche Migliorini va bene, le sue qualità non si discutono, peccato però le tenga troppo spesso solo per i pomeriggi al centro di via Copparo piuttosto che regalarli alla pretenziosa platea del Paolo Mazza. Scherzi a parte il mestrino non è e non sarà un problema di questa Spal. Semmai è un lusso, un talento inespresso che qui a Ferrara, in un ruolo difficilissimo ma chiave, ha sin qui reso ben al di sotto delle (sbagliate vista l’età) attese. Sarebbe un peccato quindi, a nostro avviso, non cavalcare l’onda positiva di un ambiente altrettanto positivo grazie agli ultimi risultati e grazie a un allenatore che ha avuto un impatto con la squadra oltremodo positivo. Poi è chiaro che vanno valutate quelle variabili fondamentali e ben più importanti del puro aspetto tecnico che si portano in dote questi papabili calciatori “fenomenali” che potrebbero arrivare: il carattere, l’impatto con la città e con i compagni, la voglia di mettersi in discussione, di accettare – perché no – anche la panchina e soprattutto la richiesta economica e contrattuale. Tutte cose (e anche altre) basilari, ne salta una e salta tutto. Ecco perché per non accontentarsi della salvezza bisogna anche rischiare. Poi vada come vada. Ma consci di averci almeno provato fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata. E la sensazione è che l’onda da cavalcare sia davvero quella giusta, stavolta. La Cavese domenica è crocevia importante per il campionato e per prendere una serie di decisioni che diranno che Spal sarà di qui a giugno.

Attualmente LoSpallino.com raggiunge un pubblico che non è mai stato così vasto e di questo andiamo orgogliosi. Ma sfortunatamente la crescita del pubblico non va di pari passo con la raccolta pubblicitaria online. Questo ha inevitabilmente ripercussioni sulle piccole testate indipendenti come la nostra e non passa giorno senza la notizia della chiusura di realtà che operano nello stesso settore. Noi però siamo determinati a rimanere online e continuare a fornire un servizio apprezzato da tifosi e addetti ai lavori.

Convinti di potercela fare sempre e comunque con le nostre forze, non abbiamo mai chiesto un supporto alla nostra comunità di lettori, nè preso in considerazione di affidarci al modello delle sottoscrizioni o del paywall. Se per te l'informazione de LoSpallino.com ha un valore, ti chiediamo di prendere in considerazione un contributo (totalmente libero) per mantenere vitale la nostra testata e permetterle di crescere ulteriormente in termini di quantità e qualità della sua offerta editoriale.

0