SPAL, UN PASSO INDIETRO

SPAL (4-4-2): Capecchi; Ghetti, Zamboni, Bortel (dal 41′ s.t. Lorenzi), Cabeccia; Quintavalla (dal 19′ s.t. Rossi), Migliorini (dal 27′ s.t. Schiavon), Bedin, Smit; Valtulina, Bazzani.
A disp.: Ioime, Licata, Pedruzzi, Marongiu .
All.: Notaristefano.
PESCINA VdG (4-4-2): Bifulco; N’Zè Koussi, Molinari, Petitto, Pomponi; Capparella, Giordano, Ferraresi, Locatelli; Negro (dal 32′ s.t. Caccavallo), Bettini (dal 32′ s.t. Cipolla).
A disp.: Merletti, Suriano, Di Bella, Bettega, Dall’Acqua.
All.: Cappellacci.

ARBITRO: Ferraioli di Nocera Inferiore.
Assistenti: Messina e Tino.
AMMONITI: Zamboni (S), Bedin (S), Ghetti (S), Smit (S), Valtulina (S), Giordano (P), Locatelli (P).
ESPULSI: l’amministratore delegato della Spal Bena per proteste al 38′ s.t. e Caccavallo (P) per gioco scorretto al 42′ s.t.
NOTE: giornata non fredda ma di stampo tipicamente autunnale, terreno in discrete condizioni. Spettatori 2.500 circa con sparuta rappresentanza ospite (paganti 547, più 1.937 abbonati, per un incasso globale di 20.400 euro).
Angoli: 10 a 3 per la Spal . Recupero: pt 1’, st 5’.

LA CRONACA. I biancazzurri, decisamente sottotono, recriminano per due rigori ma si fanno imbrigliare dal catenaccio del Pescina. Ora la sosta poi due trasferte difficili. Adesso sarà meglio pensare soltanto alla salvezza.

SPAL, UN PASSO INDIETRO

FERRARA – C’era una volta il calcio. Ventidue uomini, una palla e i tifosi, colorati e vocianti. E poi c’era lei, la passione. Tanta, tantissima. Che negli ultimi anni sta scemando via via sempre più verso livelli inaccettabili. La decisione presa dalla Corte di Giustizia Federale poco meno di quarantotto ore fa di escludere il Potenza a sette settimane dal termine del campionato ha del clamoroso. Non tanto nelle motivazioni addotte quanto dalla tempistica che ha lasciato esterefatti gli addetti ai lavori. Non solo. L’arzigogolato regolamento lascia (per il momento) dubbi zero sulla veridicità o meno dell’intero torneo che da questa presa di posizione ne esce profondamente ridimensionato in termini di classifica: insomma sembra davvero che mai come quest’anno la fatidica frase degli allenatori di inizio stagione “prima o poi bisogna incontrarle tutte, il calendario non è poi così fondamentale” sarà smentita in maniera secca e incontrovertibile. La promozione e le retrocessioni saranno probabilmente inficiate anche dall’ordine con cui, chi con più fortuna e chi con meno, le rispettive squadre hanno affrontato i lucani in questo campionato. Se tutto rimarrà come è già ascritto nella normativa nazionale, a partire da questa giornata tutte le sfidanti del Potenza acquisiranno di diritto il 3 a 0 a tavolino (cioè tre punti in più in classifica senza alterare però la differenza reti) usufruendo naturalmente anche di un turno di riposo. Illogico. Iniquo. Assurdo. Folle. Non basta. No. Perché è evidente che lo stravolgimento della classifica regalerà sorrisi (a pochi) e malcontenti (a molti) a cui seguiranno probabili (certi) ricorsi almeno alla Camera di Conciliazione. Stando alle normative vigenti e parlando solo ed esclusivamente dei colori di casa nostra, la Spal si ritrova nella fattispecie non solo scavalcata dalla Cavese (d’accordo, i biancazzurri hanno comunque una partita in più da giocare e sono in vantaggio negli scontri diretti) ma passano addirittura da sei ad appena tre punti di margine sulla zona rossa dei playout retrocessione. Tutto rimane invece inalterato per quanto riguarda la distanza da colmare dal quinto (e quasi utopico ormai da raggiungere) posto. Uno scenario da morte (sportiva) nel cuore per quello che era ormai, è giusto dire, il gioco più bello del mondo. Se poi si pensa che se solo la sentenza fosse arrivata prima di Natale sarebbero state annullate tutte le gare disputate dal Potenza (e di conseguenza anche i punti ottenuti non sarebbero stati concessi), si capisce il perché, ma solo per non infierire, questa situazione la si definisca quantomeno grottesca. Inconcepibile che una legge delle Norme organizzative interne federali cambi a seconda che ci si trovi nel girone d’andata o di ritorno.
In queste condizioni la Spal si presenta all’ennesimo appuntamento stagionale da non fallire davanti ai propri tifosi contro un Pescina a meno quattro dalla squadra guidata da Notaristefano. E dire che per i ferraresi sarebbe anche una giornata speciale: per la prima volta dopo cinque mesi l’infermeria è vuota e l’intera rosa è a disposizione (eccezion fatta per la squalifica di Cipriani) e il mister lombardo ha l’imbarazzo della scelta. C’è anche Meloni tra i convocati (va in tribuna), venti settimane (e un menisco in meno) dopo la gara disputata in campionato contro il Potenza. I marsicani della Valle del Giovenco (che non vincono lontano da casa da ottobre) arrivano con il coltello tra i denti: tre risultati utili consecutivi, bloccata la capolista Verona e, dopo il ritorno di Cappellacci alla guida, con la chiara sensazione di aver ritrovato finalmente quella quadratura del cerchio che con i fratelli Bonetti alla guida si era quasi irrimediabilmente perduta. Respinti i ricorsi per le pesanti squalifiche affibbiate al difensore d’internazionale esperienza Birindelli e all’esperto centrocampista De Angelis, con Rebecchi messo fuori causa da un fastidio alla spalla che lo ha costretto a uscire anzitempo dalla sfida di sette giorni fa con il Verona, i biancoverdi giungono all’ombra del Castello Estense con ben cinque punte su diciotto convocati e con tutte le intenzioni bellicose del caso. Rientra il fantasista Negro dopo il turno di riposo forzato decretato dal giudice sportivo e la sua numero nove dovrà ispirare le sortite offensive del “cobra” Bettini, trentacinque primavere sulle spalle, forlivese, che da sei campionati consecutivi va regolarmente in doppia cifra. Solo panchina per Cipolla e Dall’Acqua mentre la linea mediana e quella difensiva è la stessa di sette giorni fa con Locatelli spostato sulla fascia mancina di centrocampo e Pomponi fluidificante. Attenzione sulla destra all’ala Capparella, spesso terzo attaccante aggiunto nell’eclettico schema offensivo di Cappellacci, che può vantare anche esperienze non di poco conto in categoria superiore con le maglie di Avellino e Napoli. In diffida c’è il solo centrale difensivo Petitto. Tra le fila dei padroni di casa rispetto alla gara di Pescara c’è Valtulina in appoggio a Bazzani, Smit torna a occupare la consueta posizione di esterno mancino a centrocampo, Cabeccia va alla numero tre e centrale con Zamboni torna Bortel con Ghetti che si sistema nella congeniale posizione di terzino destro. Schiavon, non al meglio, va in panchina e Migliorini (molto bene sette giorni fa all’Adriatico) è confermato con Bedin in mediana. Attenzione ai cartellini: Bedin, Bortel, Marongiu, Migliorini e Quintavalla sono diffidati, praticamente tutto il centrocampo. Arbitra Ferraioli di Nocera Inferiore che ha diretto la Spal nell’unica volta ben quattro anni fa, in C2, contro il Gualdo e sempre a Ferrara, non portando peraltro particolare fortuna ai colori di casa nostra. Giornata gradevole ma nuvolosa al Paolo Mazza per questo inedito confronto che mette di fronte per la prima volta nella loro storia queste due formazioni.
IL PRIMO TEMPO.
La Spal sembra iniziare subito con il piede giusto e dopo quaranta secondi è abile Valtulina a conquistarsi un corner mettendo in difficoltà Petitto ma sugli sviluppi né Quintavalla, né Smit riescono a impensierire la retroguardia marsicana. Al quarto, punizione di Capparella decretata per fallo di Zamboni su Negro, Capecchi interviene sicuro in bello stile senza patemi. Sesto minuto, cross di Ghetti da destra a sinistra per Smit che di testa anticipa N’Zè e mette in moto Migliorini che tira al volo, palla fuori di qualche metro. Sarà il preludio a una pessima prestazione per il metronomo spallino. Passa un minuto e tocca a Quintavalla crossare in mezzo dalla destra per Bazzani ma la punta ferrarese di testa mette a lato alla sinistra della porta difesa da Bifulco. La Spal appare timida e contratta, il Pescina aspetta nella propria metà campo pronta a colpire in velocità con il trio Capparella-Negro-Bettini. Tredicesimo minuto: velleitario tentativo di Bettini dai trentacinque metri capace di sorprendere Capecchi ma l’estremo difensore fa buona guardia e fa sua la sfera. Soporifero l’inizio dell’incontro con una Spal che appare meno determinata rispetto alle gare contro Andria e Giulianova e un Pescina che tiene molto bene il campo pur senza creare alcuna sorta di pericolo. Passano neanche sessanta secondi e si fanno timide le proteste della Spal per un contatto tra N’Zè e Smit: dalla tribuna non sembra esserci nulla di clamoroso e anche il discusso Ferraioli lascia correre. Sedicesimo, Bazzani conferma di non essere in giornata ciccando clamorosamente la sfera nel tentativo di girata su cross di Valtulina dalla sinistra. Manovriera la prova dei padroni di casa ma poco concreta, Migliorini confeziona zero palloni giocabili a innescare gli attaccanti e Smit è il solo a dannarsi lungo la fascia mancina, peraltro con scarsi risultati. Il Pescina gioca a sprazzi, prediligendo le ripartenze di Capparella e Negro oltre a una grossa prova di sostanza di Giordano in mezzo che alla lunga stravincerà il duello con il suo dirimpettaio Bedin. Ventiquattressimo, trema la Spal: dormita colossale della coppia centrale biancazzurra che si fa prendere d’infilata da Negro che con una diagonale perfetta su suggerimento di Bettini (lesto a inserirsi tra Bedin e Migliorini) arriva a tu per tu con Capecchi ma al momento di concludere chiude troppo e manda la palla clamorosamente fuori. Occasionissima per gli ospiti, la più nitida in assoluto dell’intera partita. Profondamente peggiorata la Spal rispetto alle ultime uscite, intimidita, confusionaria e impaurita rispetto a un avversario assai modesto. Trentacinquesimo: angolo di Smit dalla sinistra. Ghetti colpisce di testa a botta sicura ma la palla viene deviata da Petitto ancora in corner sui cui sviluppi è poi Zamboni a mancare la porta di qualche metro sempre di testa. Poco lucidi gli estensi che non trovano mai la porta. Trentottesimo minuto: ancora “il cobra” Bettini dalla destra lascia partire una pericolosa conclusione che termina di pochissimo alta sopra la traversa dopo aver eluso l’intervento di Ghetti prima e Quintavalla poi in ripiegamento. Un minuto dopo episodio chiave in vista della prossima trasferta dei biancazzurri a Portogruaro: giallo a Bedin che era in diffida per un intervento scomposto su Locatelli. Al quarantatresimo la Spal si porta timidamente in avanti: cross di Ghetti dalla destra, pericolosissimo ma Bifulco legge benissimo l’azione e il tempo dell’uscita e smanaccia proprio sulla testa di Smit sventando un potenziale pericolo per la propria porta. Si chiude sul nulla di fatto tra i fischi dopo un minuto di recupero, Spal confusa, insufficiente e impalpabile, che nella prima frazione ha mostrato importanti limiti sul piano del gioco dopo essere scesa al Paolo Mazza senza l’animus pugnandi che ne aveva contraddistinto le ultime uscite. Meglio gli ospiti, più intraprendenti e capaci tra l’altro di creare l’azione più pericolosa dei primi quarantacinque minuti.
IL SECONDO TEMPO.
La ripresa inizia con la Spal che ci prova a imbastire almeno un’azione pericolosa ma le attese vengono ben presto riposte nel cassetto e si ripete l’antifona vista prima del riposo. Settimo minuto, sgroppata di Valtulina sulla sinistra, N’Zè è superato e l’ala biancazzurra crossa sul primo palo dove Bifulco risponde presente e mette in angolo. Il Pescina intanto perde metri su metri di campo e si rintana nella propria area di rigore, rinunciando di fatto a giocare. Al decimo sortita offensiva del Pescina con Negro che serve lungo l’out di sinistra Capparella che però cincischia troppo e al momento di concludere si fa ribattere la sfera da Bortel. Ventiquattresimo: sugli sviluppo di una punzione di Capparella dalla sinistra, la palla arriva sui piedi di Ferraresi che appena fuori dall’area di rigore lascia partire un sinistro che per fortuna della Spal viene ribattuto da Ghetti proprio davanti a Capecchi. La Spal non tira in porta mai, il Pescina arranca ma la Spal ancora di più e neanche l’entrata di Rossi per uno spento Quintavalla da gli effetti sperati. Al trentasettesimo l’episodio che poteva costare carissimo alla truppa di Notaristefano. Contatto veniale tra Bortel e Cipolla (entrato in campo da cinque minuti al posto dell’ottimo Bettini) appena dentro l’area e l’arbitro in ottima posizione non ha dubbi e concede la massima punizione tra le vibranti proteste di tutti gli spallini che lamentano l’iniziale trattenuta della punta marsicana ai danni del difensore slovacco iniziata fuori dall’area. L’arbitro è irremovibile e non torna sui suoi passi. L’attaccante napoletano si presenta sul dischetto e si fa respingere il tiro angolato dagli undici metri da un super Capecchi, encomiabile nell’occasione, che salva la propria squadra da una capitolazione certa. La gara si infiamma e nell’ordine viene prima allontanato l’amministratore delegato Bena per proteste e poi l’appena entrato Caccavallo reo di aver dato una gomitata a gioco fermo a Cabeccia. Succede praticamente più nulla fino alla fine quando, a due secondi dal fischio di chiusura ancora una volta la Spal chiede un rigore per un braccio teso tenuto alto a distanza del corpo di Petitto su cui carambola una conclusione di Rossi poi ribattuta sul corpo del centrale biancoverde. Ancora una volta per il contestato Ferraioli non c’è nulla e manda tutti negli spogliatoi tra i fischi sonori del pubblico di casa. Negli spogliatoi la Spal recriminerà a più riprese sulla direzione di gara del direttore di gara campano reo, a detta della dirigenza ferrarese, di aver tenuto un atteggiamento irriverente, offensivo e provocatorio nei confronti dei calciatori in campo durante tutto l’arco dell’incontro. Resta il fatto che la Spal di oggi non è piaciuta per nulla, vuoi per l’arbitraggio, vuoi per una condizione fisica non brillante come le altre volte, vuoi (speriamo di no) per un inconscio contraccolpo psicologico dovuto a quanto successo al Potenza nella giornata di venerdì, ma aldilà di tutto non si possono trovare giustificazioni ad una prestazione che ha probabilmente una volta per tutte confermato che il campionato che questa squadra deve fare fino alla fine è questo, deve cioè lottare fino all’ultimo per mantenere la categoria. In attesa di tempi migliori. E di un campionato (o di un girone) più normale.

LE PAGELLE

Capecchi 8 – Salva la partita intuendo il calcio di rigore di Cipolla e non era semplice vista l’angolazione del tiro. Una super parata che vale un punto che ci mantiene sempre a sei punti dai playoff e a più quattro dai playout. E soprattutto tiene a distanza una diretta concorrente come il Pescina. Il voto è figlio di una resituzione che gli dobbiamo dopo avergli ingiustamente tolto mezzo punto a Pescara.

Ghetti 6 – Ci aveva abituato benissimo con prestazioni monstre, sgroppate sulla fascia, cross, anticipi perfetti e chi più ne ha più ne metta. Oggi è sembrato più compassato del solito. Compitino che fa senza grossi problemi, non si sgancia mai ma non va mai in difficoltà, chiude tutti gli spazi ma da l’impressione di non essere proprio sui suoi livelli migliori.

Zamboni 6.5 – Si perde Negro solo una volta ma poteva essere letale a metà primo tempo. Per il resto ordinaria amministrazione, anche perché il Pescina ha nei suoi perni offensivi giocatori abili ad attaccare gli spazi meno quando si tratta di colpire per le vie centrali.

Bortel 5.5 – L’episodio del calcio di rigore è tutto da rivedere. Che lui e Cipolla inizino a trattenersi fuori dall’area è un dato ma è pur vero che molto ingenuamente il centrale slovacco persevera con le braccia anche quando i due sono abbondantemente dentro e si sa che l’attaccante in questi casi non aspetta altro per lasciarsi andare. Fino a quel momento non aveva fatto male, partita nel complesso senza infamia e senza lode. Con questa macchia però, che poteva costare carissima.

Lorenzi sv – Spiccioli di partita che non lo vedono protagonista nel bene e nel male.

Cabeccia 5 – Lo abbiamo ri-perso (?). Era dai tempi immediatamente precedenti all’esonero di Dolcetti che non si vedeva un calciatore giocare con così tanta sufficienza. Sbaglia passaggi a ripetizione, rispetto a Pescara tiene di più la posizione ma da l’impressione di sentirsi troppo bravo per partecipare a questo indecoroso pomeriggio sportivo in scena al Paolo Mazza. Pericolosissima involuzione dopo un periodo che lo aveva visto assoluto protagonista. Per diventare grande, lui che ha le capacità, deve crescere in continuità. Dopo Rafael anche Caccavallo si prende il rosso per una “pazzia” commessa su di lui. Peccato fossimo alla fine.

Quintavalla 5 – Impreciso, corre a vuoto e fortuna vuole che il Pescina a sinistra abbia in Locatelli un buon gregario ma poco dedito al salto di uomo. Non è la sua migliore giornata.

Rossi 5.5 – Meglio di Quintavalla, più in palla da la sensazione di poter ferire la fascia sinistra marsicana. Un fuoco di paglia. Naufraga ben presto anche lui nella confusione di giornata.

Migliorini 5 – Valutazione generosa. A questo punto del campionato a tutti si chiede qualcosa di più. Mai in partita, partecipa poco e male alla manovra, lento e macchinoso verticalizza zero volte zero in tutto l’arco dell’incontro, apre il gioco in un paio di occasioni e lo fa cercando spesso passaggi che mettono in difficoltà i suoi compagni di reparto. Fischiatissimo dal pubblico.

Schiavon sv – Più dinamicità rispetto a Migliorini. D’altronde ci vuole poco.

Bedin 6 – In mezzo con Giordano è una battaglia ai limiti della regolarità. La sensazione è che l’arbitro abbia un atteggiamento molto particolare nei suoi confronti, gli fischia contro tutto quello che gli può fischiare, lo ammonisce (salterà Portogruaro) finendo per indisporlo. Meno lucido del solito ma ha attenuanti.

Smit 5.5 – Niente di particolare anche per lui che sembra accusare fisicamente il troppo tempo al palo in quel di Gallipoli.

Valtulina 5.5 – Inizia sempre in maniera vivace e finisce sempre sparendo dal gioco in maniera altrettanto veloce e inspiegabile. Corre, si impegna, lotta ma è il minimo che possa fare. Serve più cattiveria e più concretezza sotto porta e maggiore cinismo. Si segnala un tiro, che fa il solletico a Bifulco. In novanta minuti è poco.

Bazzani 5 – Zero tiri in porta, Molinari gli prende da subito le distanze e gli concede neanche una zolla di campo anzi, lo manda out per tre minuti con un involontario colpo al setto nasale. Per il resto, anche se è servito malissimo, pur nel vivo dell’azione non da mai segni di poter essere veramente pericoloso e utile alla causa spallina. Una delle peggiori partite da quando è a Ferrara.

Notaristefano 6 – Involuzione pericolosa. Sul piano del gioco, del ritmo è sembrato di rivedere la Spal novembrina che tutti vorremmo al più presto dimenticare. La speranza è che la pausa capiti al momento giusto per ricaricare le pile in attesa del rush finale. Marongiu non sarebbe servito a sua detta perché lui non è il tipo di giocatore capace di attaccare gli spazi come richiedeva la partita e allora non ci si può attaccare a nulla. La Spal è questa, i giocatori sono questi, serve solo che a loro incuta la stessa positività delle scorse settimane e faccia uscire dagli stessi il meglio che hanno per chiudere il prima possibile la pratica salvezza. Che va ancora conquistata.


 

GLI SPOGLIATOI. Il tecnico preferisce non parlare dell’arbitro e non concede attenuanti a suoi: “Dobbiamo recuperare dal punto di vista fisico e andare a giocarcela nelle prossime due trasferte dopo la sosta”.

NOTARISTEFANO NON CERCA SCUSE

Gara non bella e con una Spal apparsa tra le peggiori delle ultime viste al Paolo Mazza.
“Sapevamo che era difficile perché loro giocano con dieci uomini dietro la linea della palla e noi potevamo fare qualcosa solo aggirandoli sulle fasce per scardinarli. Non è stata una bella partita, abbiamo fatto qualcosa per vincerla ma oggettivamente si doveva fare di più”.

A testimonianza del buon uso delle fasce, tanti i cross messi dagli esterni ma con scarsi risultati.
“E’ vero, qualche traversone bello l’ho visto, tanti sbagliati pure ma loro erano molto bravi dietro ad anticipare i nostri attaccanti sia palla a terra che di testa. Si sono chiusi bene ed era molto difficile scardinare il loro reparto arretrato così compatto”.

Assente ingiustificato della partita il bel gioco visto contro Andria, Giulianova e Cavese ad esempio. Cosa è mancato oggi?
“Abbiamo giocato contro una squadra che lascia molti meno spazi rispetto alle avversarie che hai citato. Contro squadre che non ti danno modo di trovare spazi diventa tutto più difficile. Gli errori di oggi sono davanti agli occhi di tutti. In fase di impostazione, da un punto di vista tecnico, noi siamo quelli che giocano palla a terra e non con i lanci lunghi”.

L’episodio del rigore ha visto tutta la panchina protestare in maniera vibrante verso il direttore di gara.
“Dell’arbitro non parlo perché altrimenti andrei incontro a squalifiche e non mi pare il caso. Dico solo che l’atteggiamento che ha tenuto durante la partita non mi è piaciuto per nulla e anche nell’episodio del rigore con assoluta certezza posso dire che non c’era. Ero in linea e Milan ha accompagnato Cipolla dentro l’area che poi è stato furbissimo a buttarsi a terra. Poi Luca è stato fantastico perché il rigore l’aveva calciato veramente bene”.

Dopo la sosta due partite non semplici a Portogruaro e a Lanciano dove la Spal non ha mai vinto.
“Ci dobbiamo sistemare da un punto di vista fisico. Dovremo recuperare Schiavon e Meloni definitivamente per avere una seconda punta in organico fissa con cui mi posso giocare le partite nel finale. Sarà durissima a Portogruaro ma come sempre ci presenteremo per fare la nostra partita senza avere paura di nessuno anche se loro sono un’ottima squadra”.

Marongiu non è la seconda punta che ti poteva servire?
“Ale non è un giocatore che attacca gli spazi e a me serviva uno con quelle caratteristiche. Che non ho in organico”.

Il caos Potenza come lo commenti? Può influire sull’atteggiamento della squadra?
“E’ un gruppo determinato e non penso che questa decisione abbia influito più di tanto e lo recepisco anche dagli allenamenti. Resta una decisione intempestiva a sette giornate dalla fine che non può che far aumentare solo la confusione e non aiuta nessuno”.

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