FERRARA CITTA’ EQUATORIALE E APPASSIONATA MENTRE LA SPAL REGGE E PUO’ ACCONTENTARSI

Per una volta diamo a Ferrara quello che è di Ferrara. O meglio: diamo agli spalatori improvvisati tutto il merito che hanno. E la chiamano “Bassa”… Domenica, in città, faceva un caldo boia, c’era un sole che sembrava di essere a Saint Tropez e un venticello di tramontana che, ci fosse stata l’acqua anziché la neve, si poteva anche fare una surfata con le tavole da salto. Non so come hanno fatto quei molti che si lamentavano per il tempo a prendere un abbaglio del genere. Persino io, da Roma, vedevo che a Ferrara c’era un clima mai visto, un clima bellissimo, mite e amichevole, collaborativo e speranzoso. Non era dovuto al cielo e alle condizioni atmosferiche, però. No. Era dovuto all’ambiente, a quei bravi ragazzi che hanno accolto l’appello della Spal, de “Lo Spallino” e del forum degli Spallinati oltre al passaparola su facebook alla voce aiutateci a pulire il campo e le gradinate. Ognuno ha fatto quello che ha potuto. Personalmente ho rotto le palle a una trentina di spallini doc per “spingerli” ad andare a spalare con tanto di vanga. Poi, quando ho visto che persino in Rai si giocava, nel senso che la partita veniva trasmessa da un canale tarantino sulla piattaforma Sky, ho pensato a che bella giornata poteva essere. C’era anche Sergio Gessi, il consigliere, con la sua bella vanga, e pure Roberto Labardi, di riposo con la sua squadra giovanile, Livio Zecchi e tutti gli altri spallini societari. E poi c’erano gli amici veri della Spal. Da Ricky a Hoss e molti altri. Che bello. Secondo me l’aria che tira, e non da oggi, si vede soprattutto da qui. Il direttore Pozzi al lavoro (avvistato anche con vanga in mano: pago per la foto, se poi spalava in gessato raddoppio l’offerta), Schena a coordinare il tutto con il suo solito ottimismo contagioso, insomma la Spal per la Spal perché non si poteva non giocare. Una settantina di persone che si precipita allo stadio grazie ai vari passaparola, almeno per me, diventano il fatto della domenica.
Poi la partita. Una gara che – aveva ragione Notaristefano – si annunciava complicata contro una società dai grandi mezzi economici e dai grandi giocatori. Quarantacinque minuti soffrendo con grande carattere e condizione atletica ma senza occasioni clamorose per i pugliesi e poi una ripresa più tosta, meno subìta anche se pungendo troppo poco. Non per ottimismo tradizionale ma per convinzione vorrei aggiungere che cosa significa tranquillità. Ho avuto la fortuna di poter vedere la Spal in televisione e, ragionandoci su, a risultato acquisito, ho pensato molto al fatto che, rispetto al solito, non ho praticamente rischiato mai l’infarto. Segno evidente di quella retroguardia che, giustamente, Butelli ha definito granitica. La parola alla difesa, allora, è una parola più che positiva che si estende a tutta la squadra. Compatta, tonica, quadrata come doveva essere e per varie ragioni non sempre è stata. Credo, oggi più di ieri, che sia davvero tornata la Spal e che valga la pena di vivere questo girone di ritorno alla giornata perché la classifica è corta in alto ma anche in basso. Andiamo avanti così, insomma, e andiamo avanti bene. Piuttosto uso questo spazio per dire anche pubblicamente “alla mia fidanzata” Pozzi quello che gli dico da qualche tempo. Credo che a parte l’operazione Centi-Smit, quasi incredibile per quanto positiva, e le inaspettate e difficili cessioni invece concretizzate, in attesa di ritrovare Meloni l’arrivo di un Mattioli o di chi per lui avrebbe potuto dare molto in fase offensiva. Ci fosse stato uno con le sue caratteristiche anche nel finale della gara contro il Taranto, infatti, chissà che non poteva scapparci il golletto pesantissimo. Siccome sono aziendalista e mi rivolgo pur sempre alla mia fidanzata torno a fare il mio lavoro e lascio a Pozzi quel che è di Pozzi. Da tifoso-giornalista, quindi, mi tengo le ultime due righe per applaudire, come sempre, quei sanissimi matti che hanno già organizzato la trasferta a Potenza. Per quanto mi riguarda arriverò al giorno della partita con una grandissima serenità che, sinceramente e spallinamente parlando, mi mancava da tanto tempo.
Ultima cosa, vergognosamente privata e auto celebrativa. Grazie a tutti quelli, i soliti noti, che sfidando la neve hanno fatto un lavoro preciso, perfetto, completo e di grande qualità assicurando ai tifosi che non hanno potuto raggiungere il Paolo Mazza di vivere la partita con la webcronaca e tutte le altre rubriche che hanno portato il nostro sito quasi al record di visite giornaliere. Ecco, appunto. Millecinquecento e rotte volte grazie, altrettante volte forza Spal.

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