GIOCO, CUORE, PUNTI… LA SPAL E’ RITORNATA

Sì. Sì. Sì. Ma quanto è bello quando non sai da dove cominciare? Me l’ero dimenticato. Ho talmente tante cose in testa che ne dimenticherò una marea. Vabbè, pazienza, quelli che non si dimenticano sono i punti. Che contano più di qualunque discorso. Iniziamo dall’ovvio. La Spal ha fatto una signora partita, ha giocato la miglior frazione, la prima, della stagione e nonostante un gol allucinante preso – il solito – non ha mollato mai. Per la cronaca e per me: la rete subita poteva far crollare anche un gigante, a dimostrazione del carattere del gruppo biancazzurro, e questa considerazione pesa molto nella valutazione del match così come peserà tantissimo nel futuro. Nonostante lo svantaggio, l’ennesimo in casa, la Spal è rimasta lì e al resto ha pensato Dolcetti mettendo in campo i due giocatori, Marongiu e Bazzani, che con la loro voglia e la loro classe hanno deciso la rimonta e la partita. Aveva ragione, il tecnico, alla vigilia, quando affermava che sarebbe stato molto importante esserci fino alla fine, cambi – quindi sostituzioni programmate –  comprese. L’unica cosa che ho trovato fastidiosa della splendida domenica, la prima di esultanza casalinga, sono stati alcuni commenti a caldo che ho letto su facebook e che, sempre secondo me inopinatamente, hanno attribuito più che altro alla fortuna il successo dei biancazzurri. Dico e scrivo di no, con forza. Così come si è sempre, anche giustamente, rifiutata la sfortuna quale motivazione principale delle tre sconfitte casalinghe, va allontanata questa spiegazione a mio avviso errata nel giorno in cui tieni il pallino quasi per tutta la gara e, ripeto, becchi un gol che poteva azzerare il morale e tagliare le gambe a chiunque… senza contare che non mancava un’eternità alla fine e pensare di ribaltare addirittura il risultato era impossibile persino per chi, come me, è ottimista dall’inizio del torneo, anzi dal ritiro.
Lasciamo perdere, va. Stringiamoci a questa squadra che nonostante tutto, dagli infortuni alle partenze, da episodi particolari a critiche eccessive, ha fatto sempre quadrato, è rimasta tranquilla e consapevole della propria forza quando era davvero difficile farlo. A proposito di forza, restando con i piedi belli ancorati a terra confermo, anzi rafforzo, il mio precedente pensiero. In un torneo così equilibrato, in un campionato che ha due, tre squadre obbiettivamente più forti come dimostrano gli investimenti fatti, a tutto sommato poco dall’inizio della stagione e, dal punto di vista dei risultati, avendola cominciata soltanto da due turni la stessa stagione, considerando tutto questo, insomma, c’è da stare allegri. Bisogna crederci, sì. Credere in quello che, da sempre, è il traguardo. E cioè l’ingresso nei playoff. E termino qui il discorso solamente per non fare a cazzotti con la scaramanzia che, per la seconda volta consecutiva, ho ripristinato con grande successo. Stavolta, per dire, ho confermato il look spallino anche se ho sostituito la felpa di sette giorni fa con quella “tradizione estense style”. Farò così – cercherò di gestire i cambi come ha fatto domenica Dolcetti – per tutte le prossime, benedette partite visto che, in quanto ad abbigliamento spallino, non ce n’è per nessuno. Dalla felpa degli spallinati alle maglietta della vecchia guardia, da quella ultras liberi a quella del Club di San Bartolomeo e poi l’Astra e così via… cosa non farei per portare acqua al nostro mulino che da domenica scorsa ritorna a essere consono alle aspettative della vigilia di campionato.
Mi fa un particolare piacere che il via alla rimonta l’abbia dato Alessandro Marongiu, un altro prodotto made in via Copparo che, dopo Laurenti, ha conquistato con merito la prima squadra e ora anche qualcosa di più. Prima lui e poi Bazzani, il massimo davvero. Merita un elogio particolare il grande Baz (al quale ho mandato un sms che nemmeno Marrazzo con Natalie…) per impegno, carattere, voglia e comportamento. Ma è tutta la Spal che ha meritato di vincere e di mandare a quel paese sto stramaledetto tabù casalingo che era più che altro un ostacolo psicologico. Vorrei aggiungere anche due righe sulla forza, la compostezza, la serietà, il silenzio e le capacità del tecnico Dolcetti ma è troppo facile farlo oggi, soprattutto per chi già lo faceva ieri. Di mio, a parte la convinzione che si tratti di un tecnico decisamente in gamba, aggiungo soltanto che evidentemente non è o non è ancora Capello ed è quindi logico che possaa sbagliare come fin qui qualche volta gli è capitato. Diceva il saggio Mazzone che l’allenatore più bravo è quello che sbaglia meno. Concordo. E penso che finora a Dolcetti sia capitato di sbagliare cercando di lavorare sull’estetica. Mi spiego. Penso che il tecnico, all’inizio, abbia provato a mettere in campo una Spal più bella di quella della scorsa staggione. Una Spal votata più al gioco che alla sostanza. E penso anche non ci sia risucito soprattutto per una serie di infortuni notevole. Tornare indietro, riproporre cioè la squadra e il modulo della scorsa stagione, si è rivelato un segnale di intelligenza e umiltà che fanno onore allob stesso Dolcetti.
Non a caso ci ha pensato la squadra in queste due ultime giornate a spiegare a gufi e detrattori che il calcio e la forza di una società si misurano anche con la capacità di non stare ad ascoltare i soliti, calcisticamente ignoranti e immancabili criticoni difendendo le proprie, oculate scelte. Resta lo spazio, però, per altre considerazioni, sui singoli e non solo. Bortel da una parte e Quintavalla dall’altra hanno dimostrato di meritare eccome la maglia da titolari. Bene anche Centi nella sua originale posizione che non è e non sarà mai quella di trequartista. Ottimo, e non è ancora al top, pure Cipriani nonostante fossero in molti a storcere il naso sull’arrivo di questo ragazzo che prima che la sfiga lo perseguitasse era nel mirino, tanto per dire, del tecnico numero uno che si chiama Capello. In crescita anche Bracaletti e fondamentale, oggi ma anche domani, questo utilizzo parziale di Bazzani che entra e in mezzora mette in campo tutta la classe, l’esperienza, la voglia che ha. Infine, ma solo perché le cose più belle si tengono per ultime, applausi a marongiu. L’ennesimo giovane lanciato da Dolcetti ha classe da vendere, ma questa non è una novità, ed è stato inserito con quella gradualità che preserva una maturazione completa. E non finisce qui perché il fantasista darà ancora parecchio. Ultima cosa sui singoli. Una mia, vecchia fissa. Vedremo chi è, e quanto può dare, un altro ragazzo che si chiama Licata.
Per il momento, per la situazione, per la classifica, per i malumori, per il modo in cui è avvenuta, per l’avversario mai battuto prima nella stagione regolare, quella con il Portogruaro è una vittoria che vale tantissimo. Basta così con l’esaltazione perché ora ce n’è un’altra, e sempre in casa, e poi ce ne saranno tante ma tante altre perché in fondo siamo ancora all’inizio o quasi. Ah no, dimenticavo. Ritornando alla scaramanzia. Voglio Orla webcronista a vita su Lo Spallino e voglio risentire quella nuova canzone che allo stadio è andata in onda per la prima volta proprio con il Portogruaro. Premettevo all’inizio che chissà quante cose mi sarò dimenticato. Non una, la più sentita, la più urlata che nasce dal fondo del cuore ed è un giuramento d’amore… Forza Spal! et

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